venerdì 27 dicembre 2013

Sangre y Mierda

ISTRUZIONI PER UN APERITIVO POSTNATALIZIO CON SORPRESA:
1)Trovarsi con gli amici nel luogo designato per l'aperitivo;
2)Farsi delle risate;
3)Farsi altre risate;
4)Tra le risate, estrarre lo smartphone dalla tasca per controllare il risultato finale di Frosinone-Busto;
5)Smettere di farsi delle risate;
6)Assumere l'espressione in foto (è accettabile anche una versione più maschile e meno "mandorlata");


7)Assistere allo show degli amici che si chiedono se sia il caso di chiamare il 118 o sia ormai troppo tardi.

martedì 24 dicembre 2013

All I want for Christmas is... "W"

credit www.volleybusto.com

Con ritardo, perchè alla fine è natale anche per me (e me ne scuso con i circa 6 lettori di questo blog)...
Ollallà, fermi tutti: habemus squadra? Se due indizi fanno una prova, parrebbe di sì: alla vittoria contro l'evanescente Azeryol ha fatto seguito il 3-0 su Modena.
Certo, sotto sotto si vocifera di un assegnino from Baku to Baku compilato dall'Igtisadchi per diventare la migliore terza; inverosimile dappertutto, non nella terra degli Aliyev.
Certo, sotto sotto (ma anche sopra sopra e dentro dentro) bisognerebbe dire che Modena è arrivata al PalaYamamay senza mezza squadra, causa qualificazioni mondiali. Alla faccia del planning ragionato! L'essesimo colpo di genio di una lega pallavolo impresentabile, che ha preferito per l'ennesima volta mandare a donnine di facili costumi la credibilità di un campionato già dilaniato di suo. Passi il 26 dicembre, giornata inserita storicamente per riempire i palazzetti (poi qualcuno mi racconterà quanti miliardi di persone saranno presenti a Frosinone), ma almeno per il 22 si potevano mandare giocatrici e staff a fare spese pazze nei mercatini. Oddio, visto che in giro c'è chi non paga, forse è stato anche meglio così...
Vabbè, il polemico dirà: a noi mancava Buijs che è stata determinante per un bel pezzo... Ma questa è stata una delle due chiavi di volta del match: Busto è riuscita ad ubriacare Modena portando su dalla cantina un ottimo Bianchini Gran Riserva, mentre le ospiti non hanno saputo ottenere lo stesso contributo dal pino. La partita di Marika è stata di gran livello, sempre "sul pezzo" (è stata la più chiamata in causa in attacco) e sempre in grado di leggere ricezione e difesa avversaria, anche in battuta, e anche con buchi per terra - specie nel secondo set - che hanno fatto schiodare il popò dalle panche a tre quarti di pala. Anche la sua foto sul calendario
2014 ha fatto schiodare molti popò dalle panche, tutti in direzione bagno degli uomini. Tornando (o venendo, se siete tra quelli che si sono divertiti ansimando nella solitudine di un wc) al volley, proprio il finale di secondo parziale di tutta la Uyba è stato all'altezza di grandi palcoscenici, un inseguimento da cagnacci affamati che a queste coordinate non si vedeva da "quando eravamo re" (sì Helena, pensavo proprio a te) per superare la Liu-Jo tradita da Fabris, comunque sia top-scorer-perchè-se-aspettano-il-fantasma-di-Piccinini-fanno-notte.

E poi, notiziona, anche Parisi ha fatto ricredere i suoi detrattori.
Con un match preparato e condotto minuziosamente? Naaaa.
Con qualche urlaccio a svegliare le coscienze delle tenerelle in biancorosso? Nooo, no no.
Coach Carletto, incredibile a dirsi, ha sostituito in corsa la palleggiatrice! MIRACOLO IN VIALE GABARDI!!!

Scherzi a parte, i primi sussurri sulla caviglia di Wolosz parlano di danno non grave: c'è da augurarselo. Ora se la portano via i polacchi, speriamo non facciano danni come lo staff olandese con la povera Lonneke "vengo solo alle feste" Sloetjes. In ogni caso Petrucci,seconda chiave di volta, ha fatto una partita pulita, agevolata da una ricezione superlusso ha trovato pure il tempo per mettere due pallette sul secondo tocco e preparare alle socie un caffè al ginseng, proprio nell'occasione in cui l'istrione Arrighetti è rimasto sotto gli standard. Bene bene, un bel prologo per chi dovrà necessariamente recitare da prim'attrice a santo Stefano.
Sempre in tema di palleggio ma non solo: è stato bello, a fine match, veder zompettare Asia per abbracciare le compagne d'avventura. E' un segno confortante, per una Yama che il morale ormai se lo deve reinventare da zero e senza manuale d'istruzioni. E' il secondo miglior regalo di Natale che il tifoso biancorosso potesse aspettarsi: al primo posto della wishlist, incontrastato, una bella serie di "W" (diconsi "vittorie" per chi ha poca dimestichezza con lo sport yankee) da inanellare nel 2014. E si sa, le vittorie portano morale, il morale porta entusiasmo, l'entusiasmo porta tifo. Lo so, sembro Sergio Endrigo - o Sbirulino, per chi ha la mia età - che canta "per fare un tavolo ci vuole il legno"... Vi resti allora questa immagine del sottoscritto, il quale sarà impegnato nei vari cenoni tra parenti e amici a stabilire se sia più buono il panettone o il capitone (livello easy), se sia meglio votare PD o Forza Italia (livello medium), se nella storia del volley bustocco sia stata più determinante Siscovich o Silvia Lotti (livello hard).

Buone feste a tutti!

mercoledì 18 dicembre 2013

L'esercito delle 12 scimmie

credit www.varesenews.it

Il gioco che funziona anche senza una ricezione spinta al massimo?
Le biancorosse che - incredibile - non concedono neanche una chanche a un Azeryol brutterrimo ma ancora in corsa per la Champions?
Buijs che, con la leggerezza di una piccola donna ottocentesca, torna a far volare schiaffazzi sulle guanciotte dell'altrui difesa?
Wolosz che mette assieme, dopo almeno un mese di latitanza, tutte le tessere del suo puzzle?
Garzaro che non somiglierà ad Arrighetti (ce ne hai di soda caustica da mangiare, ragazza mia), ma almeno pare degna del ruolo?
Ortolani che finalmente si è dotata di quelle famose batterie che "durano 5 volte piu' a lungo delle normali pile zinco carbone" (cit.)?
Marcon e Leonardi che si rimettono il costume di Batman e Robin dopo una sfilza di partite da controfigure di Franco e Ciccio?

Insomma, le farfalle che onorano l'impegno e rimpinguano all'ultimo tuffo un bilancio Champions più esangue della dieta di Pannella?

Mi dispiace ma non ci casco: tutta questa concatenazione di eventi è stata orchestrata per superare il vero evento della settimana, ovvero la fuitina del babbuino sui tetti di Busto, alla voce "notizie inverosimili".

Ve l'ho detto, la fiducia scarseggia. Gradirei posare gli occhi almeno su due prestazioni del genere in fila, poi ne riparliamo...

P.S.: E comunque, ribadisco che nel girone F saremmo passati secondi: questo Volero Zurigo ai playoff è una piccola bestemmia.

martedì 17 dicembre 2013

"Il mattino ha l'oro in bocca"


Va bene, se tutto non fosse così sportivamente tragico direi che è stato fatto apposta. Mi riferisco al primo punto di Urbino, con Garzaro che si fa buggerare a muro e, invece di spostarsi in 4, vola a coprire sul fantasma formaggino.

Dai... Veramente? Dai, non ci credo... Dai. Ilaria, l'hai fatto per me, confessalo. Dai.

Va beh. Comunque 'sta gemma è rimasta incastonata nell'unica fase in cui le farfalle hanno dimostrato di essere superiori alle avversarie, ovvero nella prima metà del set iniziale; poi ciccia, la visione di tutto il resto provoca urla di schifo e orrore pari a quelle della moglie dello scienziato ne "L'esperimento del Dottor K" (che poi è la versione primitiva del ben più famoso "La mosca" di Cronenberg, tanto per far capire il tema)*.

*: questo non vuole essere il tipico riferimento in cui l'autore di turno piazza il refrain "è un gran film, ve ne consiglio la visione": in verità è una chiavica di pellicola.

Ma avrete capito da soli che l'immagine utilizzata come apripista per questo post riguarda un altro lungometraggio (e se non ci siete arrivati, non vi voglio neanche conoscere); il cinema horror torna in aiuto, e mai periodo fu più propizio.
Sarebbe facile interpretare nello sguardo di Jack Torrance, il protagonista di "Shining", la rabbiosa follia che monta nel tifoso random biancorosso a furia di prestazioni ignobili della sua Wendy inchiodata sul taraflex dalle solite paure. Appunto, sarebbe facile... O per meglio dire, lo sarebbe stato fino a una settimana fa. Perchè ormai la stagione è quasi arrivata al giro di boa e la Yama non ha trovato uno straccio di filo logico; ora l'animo del supporter è mutato, si fa sempre più strada lo spettro di un'annata fallimentare a tutto tondo, e con esso un timore che trotta più rapido di Varenne.
C'è stata la definitiva inversione dei ruoli: ora è il pubblico ad immedesimarsi sgomento in Wendy, mentre assiste all'insanità mentale delle farfalle versione "lupo cattivo".


Una roba del genere. Ditemi voi se è giusto sentirsi non solo così terrorizzati, ma pure così brutti:

Non è un parallelismo messo lì a caso (quindi è il contrario delle scelte di Wolosz in palleggio): le farfalle stanno abbattendo a colpi d'ascia tutto il credito che, negli anni, avevano accumulato presso il popolo del PalaYamamay. Occhio pallato per tutta la durata del match, bam. Voglia di vincere e di reagire pari all'indice di popolarità di una coppia lesbica presso la chiesa cattolica, bam. Pochezza difensiva che induce a pensare a questioni di voglia più che di effettive capacità, bam. Lettura del gioco avversario che genera muri più bucati di quelli di Sarajevo, bam.
E questo solo per prendere in considerazione le pecche generali, perchè entrare nello specifico dell'ora e mezza di gioco al Pala Mondolce è pure peggio. Già lasciare il passo ad autentici fenomeni come Thibeault o Negrini (la quale ormai aveva smesso da un pezzo di chiedere a Babbo Natale una partita in cui le venissero lasciate delle autostrade in attacco, in fondo la ragazza è cresciutella) è un mezzo delitto, agevolare poi una delle squadre più scassate della lega con errori marchiani tipo quello di Buijs sul 20 pari del primo set - perchè non esiste, in serie A1, vedere gente che sbaglia appoggi così! - è da masochisti. Frutti di un carattere che continua a latitare e che si riscontra ormai da tempo nella sola Arrighetti, l'unica sopra la sufficienza: la gestione offensiva (è raro vedere giocatrici timorate dal muro a uno, ma da queste parti capita sempre più spesso), ma anche e soprattutto la fifa di chiudere i set punto a punto, generano mostri.


Occhio, perchè a parte l'inutile Champions di stasera c'è Modena domenica: Wendy spera ancora che l'amore della sua vita rinsavisca, ma la porta ormai è quasi sfondata. E a qualcuno farebbe bene ricordare che, alla fine del film, Jack muore (cacchi vostri se non lo sapevate, ho già detto che in questo caso non voglio nemmeno conoscervi).

domenica 15 dicembre 2013

Un commento assai ragionato su Urbino-Busto

La rete è in fermento. Sui social network si respira una gran delusione - se non oltre - per la serata di ieri.
Mbah, eppure io ho avuto sensazioni diverse: è stato un sabato sera di felicità, di grandi sorrisi e risate, di cori e di gran soddisfazione nelle battute conclusive.

Forse il popolo biancorosso è diventato davvero troppo esigente e intrattabile in maniera ingiustificata con le farfalle in campo. Forse le vittorie in serie degli ultimi anni hanno privato la Busto del volley di quel senso della realtà che non dovrebbe mai essere perso.

O forse ieri sera sono andato a festeggiare un compleanno e non ho visto la partita. Non so, una delle due!

Tra poco rimedio, poi se mi gira posteró un altro inutile commento.

giovedì 12 dicembre 2013

I pensierini della ser(v)a: che inutile serata...


-Partita vista in compagnia di pochi amici, un paio già introdotti pesantemente nel giro del volley. Mentre si discuteva su cosa andava ("and touched the sound of silence...") e cosa no, salta su una donzella del giro a semi-digiuno sportivo: punta il dito verso il video ed esclama "Lei! Lei è troppo più forte delle altre!".
Era Kauffeldt, pescata dagli abissi della panchina a sostituire il capitano di Conegliano. Così, per dire.


-Tifosi biancorossi sempre al passo con l'attualità, anche davanti alla tv: in giro per l'Italia c'è la rivolta dei Forconi, a Busti Grandi imperversa la rivolta dei Porconi.

-"Giocare la Champions così è come uscire di casa il giorno di carnevale vestito da indiano e ritrovarsi per errore in mezzo al Gay Pride".

-Giulia Leonardi, soprannominata "Leo Giallo". Mai nickname fu più azzeccato: è un giallo capire dove sia finita la vera Leo.

-"Indovina com'è finita Conegliano-Unendo? Troppo facile: 3-0". Il rischio di farsi andare il caffè di traverso per la risate provocate dal titolo della "Provincia" di oggi è stato consistente.
Subito dopo ho pianto.


-Mi sono accorto da una veloce rilettura degli scorsi post che ho sempre scritto un po' troppo su Garzaro, sulla sua predisposizione al sacrificio pari a quella di un impiegato delle poste, sulla sua mancanza di tempismo da fare invidia a una ballerina di fila di Paperissima; quindi oggi non ne parlerò.
Ehmmm, ops.


-Ad un certo punto ho cominciato ad esprimere mirabilie su Ciara. E io che credevo che la pallavolo mi piacesse.

-Prima della partita ho mangiato una lasagna monodose da scaldare al microonde. Dalla fine del primo set in poi mi si è elegantemente appoggiata sullo stomaco.
Sono indeciso se attribuire la colpa alla bassa qualità del prodotto o al gioco di Wolosz. Gli exit poll danno saldamente la polacca già a capo del governo.


-Sempre con il dubbio del malanno provocato dall'indigesto intruglio precotto o dall'androgina alzatrice, stanotte m'è venuta in sogno Valentina Serena: accompagnata da un continuo sibilo di serpi, aveva un'espressione vacua sul viso e una benda sugli occhi. Un po' come quando giocava a Busto, insomma. Cosa più importante, però, aveva un piccolo sacchetto in una mano e un cartello che recitava "In Hoc Signo Vinces" nell'altra.
Lesto mi sono avvicinato, e ricolmo di speranza ho aperto il fagotto.
Dentro c'erano 24 testicoli.

E ma allora ditelooooooo!!!

martedì 10 dicembre 2013

L'elogio del Vaffanculo

credit www.volleybusto.com

Lo si è capito subito che non sarebbe stata una giornata tranquilla, già da quando le ospiti hanno cominciato a condurre tanto a poco. Che poi oh, si arrivava da una partita contro il galatasaray in cui qualcosa lo si era anche dimostrato, quindi è cosa buona e giusta ritrovarsi una folla con delle aspettative alte se il calendario recita Busto-Novara.
Ecco, pronostici di gioco e convinzione sovvertiti in pochi minuti. Lo stesso lasso di tempo che il tifoso medio ha impiegato per trasformare un fastidio prima in un mugugno, e poi in un insulto.

Perchè va così, soprattutto al pala: il bustocco non fischia. Il bustocco sfancula. E che gli vuoi dire, al bustocco? Non gli dici niente, di fronte a questo spettacolo.

Disclaimer: il povero Mick ci mantiene a mantenere una certa pulizia sulla sua fedina penale, per cui si prega di indossare gli occhialini 3D dell'ironia da questo punto in avanti.

Il primo vaffa parte verso la ricezione colabrodo. Ci prova Buijs con esiti clowneschi. Per disperazione ci va pure Ortolani, e appunto ci resta solo la disperazione pure dopo. L'unica che regge su ogni frangente è Marcon, ma è un po' poco per far risorgere il Lazzaro biancorosso.
Vaffa doppio alla prestazione dell'olandese, che oggi straordinariamente si adegua agli standard di squadra: oltre a non cuccarne mezza dietro, non ne azzecca mezza nenche davanti.
Gran merito di Pedullà se Buijs viene così limitata, se l'è studiata ben bene e ha dettato la via per sbarrare la strada all'unico terminale serio in banda sulla sponda casalinga. Quindi, caro Lucianone, sai dove ti manda il loggione? Esatto, proprio in quel paese delle meraviglie.
E se da una parte c'è Pedullà, dall'altra c'è Parisi, il punchingball preferito di grandi e piccini (prima o poi dovrò scrivere anche di lui). E chiama 'sto timeout per tempo! E fai 'sto cambio! E VAFFANCULO!!!
Per riprendere il trend delle avversarie, un bell'invito pure alle formaggiose novaresi che stanno facendo la differenza. Rosso non si ferma più? Kim pare suo padre? Vanzurova (Vanzurova!!!) passa costantemente sopra il muro? nulla di personale eh... Però vaffanculo.
Il muro, dicevamo. Ha ha ha. Per far muovere le mani al pala c'è voluto un set e mezzo; in questo lasso di tempo, neanche un tocco schifoso ad agevolare una seconda linea che già di suo non è una Maginot. Certo, a volte la colpa non è di 'sto fondamentale, perchè ha un alibi di ferro: infatti si trova spesso a passeggio da un'altra parte... Vero? E 'ntuculu pure al muro.
Ah, ma poi ci si è messi a posto, neh! Muro alto e ben schierato, pronto a rispondere per le rime all'attaccante di turno... Pallonetto novarese, punto. Una costante dal terzo set in avanti. E gli spalti impazziscono letteralmente, una gragniuola di vaffanculo si abbatte sul campo dei sogni (quasi) infranti.

Poi, terrificante come lo spot della trasmissione di Celentano, un lampo squarcia la luce artificiale e zittisce la folla. Boom, ne parte uno enorme dal campo, un V-A-F-F-A-N-C-U-L-O di proporzioni elefantiache a chiudere un'azione lunga e che lancia la Uyba nel quarto. Mamme, tappate le orecchie ai vostri bambini: it's Piske time!
Valentina si prende caratterialmente in braccio le compagne quanto Cisky lo fa sotto il profilo del gioco, ma questa - mi schusassero i puristi, baciamo le mani - è senza mezzi termini una vittoria di carattere; è un'esultanza esagerata dietro l'altra mentre sul taraflex non ne sbaglia una, è la folla ai suoi piedi, è un action movie campione d'incassi da bollino rosso. Valentina manda idealmente (e in certi casi anche fisicamente) a fare in culo le compagne, le avversarie (ciao Vally, ci vediamo al ritorno), l'allenatore proprio e altrui, il pallone, i fondamentali, gli schemi, le convenzioni. Tutto alternandosi nel lanciare anatemi suini in misura tale che il calendario dei santi è parso una puntata di Peppa Pig.

Game, set and match: La gente che anima il PalaYamamay, in un periodo in cui ci dicono di dover essere più buoni, riscopre la gioia dell'insulto come forma di liberazione e di comunione. Una specie di lavaggio dell'anima dietro la guida di un Buddha blasfemo con il 13 sulle spalle, il Vaffanculo - rigorosamente con la maiuscola - elevato a forma d'arte spirituale.
Ricordate quando dicevo che Arrighetti non poteva essere eletta capitana, perchè non in grado di fare gruppo? Ecco, mi sbagliavo: non ha saputo trascinare solo le compagne, ma anche e soprattutto la folla che ama alla follia le farfalle, e per amore spesso le odia (sentimento che può capire solo chi vive lo sport in bilico tra fanatismo e masochismo). Tutti gli abbracci non dati in campo li ha restituiti, sotto forma di cinque alto, alla parte più calda del tifo e di conseguenza più meritevole; avesse potuto si sarebbe fatta il giro del palazzo. Valentina ha rappresentato l'ideale prolungamento in campo del supporter di bianco e rosso vestito: ne ha raccolto le frustrazioni, ne ha sublimato pensieri e parole, ne ha esternato fino all'ultima gocciolina di rabbia. Anema e core.

E comunque abbiamo lasciato giù punti in casa contro Novara. Quindi, Vaffanculoooommmm,
Vaffanculoooommmm... Sto per raggiungere il nirvana.

mercoledì 4 dicembre 2013

Paradise Lost

credit www.volleybusto.com
Evviva, per festeggiare la quasi certa eliminazione dalla Cempions Lig mi cimento un una pagellata selvaggia (a Busto è quasi diventata una disciplina olimpica).

Osanna, Osanna, Osanna nell'alto dei cieeeeeeeliiiiii

ARRIGHETTI: MVP a mani bassissime, tutto quel che deve fare, lo fa (a parte quei due o tre abbraccini che nega alle compagne, in fondo il volley non è uno sport per femminucce): aveva qualcosa da dimostrare alla ex socia Lo Bianco?. Certo che se giocasse sempre così... Ma ehi, Piske è la meno instabile delle nostre eroine sotto il punto di vista del rendimento. Spettacolare all'inizio dell'ultimo set, dove con una delle rarissime bocce a disposizione rimodella la faccia di Montano, rendendola assai più femminile. Ora la colombiana gira fiera per le vie di Istanbul con il suo nuovo viso da trans.
VOTO 7,5

BUIJS: beneficia di un aggiustamento tattico che in parte le permette di attaccare i palloni che merita, ovvero tutti (e la cosa dovrebbe far pensare, sia in positivo che in negativo). Fa addirittura meno schifo del solito in rice - anche se, mannaggia a lei, sbaglia proprio quando non deve! - , e se riesce a mandare a memoria la lezione diventa un'arma totale. Che sia lei la pietra miliare da cui ripartire il prossimo anno? Ma soprattutto: quanto è brutto arrivare a pensare al prossimo anno dopo neanche un terzo di stagione?
VOTO 7

Le anime del purgatorio

WOLOSZ: è costretta a scordarsi i centrali, causa ricezione orèèèènda, rigiocate rarefatte e freeball non pervenute. Fatica così tanto per raggiungere la biglia gialloblu che a tratti è costretta pure a scordarsi le sue generalità. Da applausi l'ostinazione di servire Buijs in qualsiasi posizione: in quattro, in seconda, in parterre, nel cesso (sì, anche in quello degli uomini: Anne è ubiqua). Da applausi con la sua faccia in mezzo per il finale del primo set, quando si accorge che la percentuale offensiva di Ortolani è addirittura sopra al 15% e decide che no no no, così non si fa.
VOTO 6

MARCON: bravizzima in difesa, di fatto è l'unica che regge il colpo di fronte a un'arsenale offensivo con i contro-controcazzi. Ma è soprattutto un suo attacco, dal finale memorabile, a procurare al PalaYamamay l'unico boato della serata.
Beh, allora tutto ok, la capitana dovrebbe stare nel gruppetto di sopra!
Certo. Purtroppo:
Il "suo attacco" è una fetecchia di appoggio.
Il "finale memorabile" è una provola insaccata a metà rete.
Il "boato della serata" è un'insalata di bestemmie e lacrime.
VOTO 5,5

BIANCHINI: nel secondo ha provato a distogliere un minimo l'attenzione della battuta avversaria dal bersaglio giallo. La missione non è riuscita: 3 palloni dalle sue parti, un bel numero tondo e di nullo valore a impreziosire il suo score sotto la voce "ricezioni positive".
VOTO 5,5

Burn, baby, burn... Disco Inferno!

GARZARO: soluzione offensiva di media (medio-bassa, va là) affidabilità, per il resto un match da vero ministro. Delle pari opportunità. Infatti, già aveva sofferto contro le non irresistibili Signorile e Camera... Mica poteva permettersi di fare bella figura contro una Lo Bianco, no? Ilaria non si tira indietro di fronte a questo delicato compito istituzionale, e comincia a saltellare su e giù / qua e là / ma sempre dove la palla non ci sta. Ne ha beneficiato soprattutto Oszoy, che ha ringraziato lasciando un kebab pagato al "Maggico" di via Salvator Rosa.
VOTO 5

LEONARDI: l'unica spiegazione plausibile è che i colori del Mikasa le diano irritazione. In ricezione è un pianto, 5 ace diretti e una serie di appoggi sbilenchi da far rimpiangere a Joanna la mancanza dei rollerblades tra la dotazione tecnica. Un po' meglio in difesa, dove ci mette il piglio di sempre: peccato poi che nel finale del terzo decida di non andare a recuperare due pallette di Montano, perchè poveretta, aveva messo a terra solamente un ventello di punti.
VOTO 4,5

ORTOLANI: l'exploit della sua serata lo procura quando sfonda un tabellone per recuperare una palla già caduta da tre giorni circa; il resto è ininfluenza che a tratti si trasforma in danno. Certo, mi piange il cuore a parlarne male, ma ieri m'ha fatto pure piangere sangue dagli occhi...
VOTO 4

venerdì 29 novembre 2013

Gimme Hope, Joanna!


credit www.volleybusto.com


E' incredibile come il gioco del volley diventi piacevole, quando la squadra per cui fai il tifo inizia a potersi definire davvero "squadra". Nel match contro la Foppa, infatti, si è dimostrato quale differenza possano fare ricezione e muro-difesa - hai detto niente! - nell'economia di una partita, e allo stesso tempo quanto questi due aspetti vadano ad influire nel rapporto tra palleggio e attacco (bonjour, monsieur La Palisse). Leonardi e Garzaro fuori dal letargo sono una vera e propria gioia per gli occhi.
Ben poco casualmente il match di domenica ha avuto un'altra piacevole costante, ovvero l'alto rendimento di Wolosz. Una botta di culo? Non credo proprio: il 14 biondo sta facendo vedere che con la biglia in mano ci sa fare, quando agevolata da una seconda linea al di sopra dell'umana decenza.
Parliamoci chiaro, Asia ci ha messo molto di suo (e i margini di crescita restano larghissimi) per lasciare Busto al di sotto della china in certe occasioni, leggasi trittico di gare con Casalmaggiore; sommando le sue mancanze a una mole di palloni sbilenchi dalle retrovie che sarebbe stata sufficiente a far rinnegare a Velasco la famosa cultura degli alibi, l'ovvio risultato è stato un pacchetto di batoste da k.o., poca fluidità e un gioco pulito quanto la cucina di un ristorante cinese. Anche l'alzatrice dalle mani più fatate del regno va aiutata: la riprova ce l'ha data Lloyd alla guida del Titanic-Conegliano, colato a picco in supercoppa di fronte all'iceberg delle sbavature in copertura. A tal proposito credo che nella zona di Busti Grandi e limitrofi sia saltato qualche tappo di spumante (o di prosecco), ma questa è un'altra storia...
Insomma, la squadra aiuta il regista e il regista fa salire di tono la squadra: dalla vittoria con Bergamo le farfalle paiono uscite alla chetichella dal giretto a scrocco sulle montagne russe. Tolta dal conteggio l'ampiamente giustificabile Ortolani, per la quale non dev'essere facile arrivare a ogni finale di partita con una condizione fisica pari a quella di Giampiero Galeazzi dopo tre rampe di scale, era ora che lo starting six trovasse una quadra.
E lo dico con tutta l'onestà del mondo: ho visto grossi progressi anche nel match di Champions, segno che non sempre uno 0-3 è sinonimo di totale sventura. Di certo non fa allegria, ma potrebbe alzare il morale se preso nel modo giusto: la sconfitta contro il Galatasaray (un gruppo che fino a qualche anno fa avrebbe comodamente trovato casa in Italia, e invece oggi ci tocca vedere Angeloni titolare...) ha visto comunque proseguire in parte alcuni dei trend messi in luce domenica scorsa. Francamente ho riscontrato la grinta messa sul taraflex domenica anche nei primi due set di mercoledì, pur con Buijs ai minimi termini, la solita monodimensionalità di Marcon (ma ormai credo che ce la dovremo tenere così) e l'avversario leggerissssssssimamente più forte; sotto l'aspetto della lucidità e della continuità c'è invece da lavorare parecchio, soprattutto nella gestione dei finali di set (ad esempio il braccio a banana di Arrighetti nei momenti in cui la boccia scotta grida ancora vendetta), ma anche qui si sono visti decisi passi avanti rispetto alle prime uscite stagionali.


Sta per arrivare quindi il fatidico Wolosz-time? Anche alcune parti della canzone che dà il titolo a questo post indurrebbero a ben sperare, benchè le tematiche originarie messe in rima da Eddie Grant non si defecassero il volley neanche di striscio (incredibile a dirsi: pare che, ai tempi, una bazzecola come l'apartheid in Sudafrica fosse considerata un pelino più importante del rendimento di una palleggiatrice dal capello pomatato); la controprova l'avremo martedì, in cui la UYBA dovrà provare ad aggiustare il bilancio tra le mura amiche di una vittoria, due sconfitte e un pareggio - suvvia, il tie break di coppa Italia contro la Pomì era solo un apostrofo rosa tra le parole "t'elimino" - all'interno delle mura amiche contro un avversario mostruoso (no, non sto parlando dell'aspetto fisico di Montano).
La speranza di vincere e proseguire il cammino in Europa - qualsiasi Europa - è tale e quale al pallone da gara: passa dalle mani del regista in campo. E quindi, cara Joanna, regalaci una notte da sogno... Before the morning come.


lunedì 25 novembre 2013

Il commento tecnico

Mercoledì perdi con Casalmaggiore facendoti prendere a pernacchie dalla prima Zago che passa.
Quattro giorni dopo vinci con Bergamo, praticamente senza neanche far mettere il piede in campo alle avversarie.

Ecco il mio commento tecnico:


giovedì 21 novembre 2013

Frutti della crisi: il bigino delle giustificazioni bustocche

 
 

CAPITOLO 1: LA GIUSTIFICAZIONE ESOTERICA
 
1.1 - La maglia nera (se si è usata la maglia nera)
 
"Eeeeeeh, si sa che la maglia nera porta sfiga!"
 
1.2 - Il rinculo della maglia nera (se nel match precedente si è usata la maglia nera)
 
"Eeeeeeh, ci portavamo dietro ancora le scorie della maglia nera... La prossima andrà meglio!"
 
1.3 - La maglia nera in quanto tale (evergreen)
 
"Eeeeeeh, l'esistenza della maglia nera - che, si sa, porta sfiga - condiziona le nostre prestazioni: bisogna tornare alla bianca, come nell'anno del triplete!"
 
CAPITOLO 2: LA GIUSTIFICAZIONE STORICA
 
2.1 - Eye of the tiger
 
"Non sono preoccupato, perchè finalmente oggi ho rivisto negli occhi di [giocatrice con una certa esperienza] lo stesso sguardo che aveva nella stagione in cui giocò benissimo".
 
2.2 - Art Attack
 
"Non sono preoccupato, perchè [giocatrice che attacca] sta ricominciando a piazzare quei colpi che l'hanno resa celebre nel panorama del volley... Siamo chiaramente in crescita!"
 
2.3 - Repetita iuvant
 
"Non sono preoccupato, perchè anche [squadra random] nella stagione [campionato disputato prima del 1974, per ostacolare eventuali ricerche] è partita così e poi ha vinto in carrozza lo scudetto".
 
ATTENZIONE: in caso di utilizzo di giustificazione 2.3 nei confronti di persona con sufficiente memoria storica o particolare celerità nell'utilizzo di internet tramite smartphone, passare immediatamente al capitolo 5.
 
CAPITOLO 3: LA GIUSTIFICAZIONE ABITUDINARIA
 
3.1 - Tifoso dispettoso
 
"Per me la colpa è di [persona a caso del pubblico, meglio se conoscente comune]: io gliel'ho detto di sedersi al posto in cui si era messo quando [ricordo di vittoria epica] per farci uscire dal tunnel, ma non mi ha voluto ascoltare!"
 
3.2 - Tifoso astioso
 
"Per me la colpa è di [persona a caso del pubblico, meglio se conoscente comune]: quando abbiamo [ricordo di vittoria ancora più epica] ha insultato la mamma dell'allenatore ospite. Gli ho detto di infamare l'albero genealogico di [coach avversario] fino alle radici per farci uscire dal tunnel, ma non mi ha voluto ascoltare!"
 
3.3 - Tifoso schifoso
 
"Per me la colpa è di [persona a caso del pubblico, meglio se conoscente comune]: lo sai che il giorno in cui [ricordo di vittoria EPICISSIMA] non si era lavato? Gli ho chiesto di restare puzzone anche oggi per farci uscire dal tunnel, ma non mi ha voluto ascoltare!"
 
ATTENZIONE: evitare la giustificazione 3.3 in caso di conoscente suscettibile e interlocutore chiacchierone.
 
CAPITOLO 4: LA GIUSTIFICAZIONE STATISTICO-SABERMETRICA
 
4.1 - Livello studente
 
"Sì, siamo in difficoltà, i numeri però dimostrano che in fase di [fase di gioco anche solo appena appena accettabile secondo il tabellino della partita] la squadra è migliorata tantissimo: vedrai, si ripartirà da qui per ricominciare a vincere".
 
4.2 - Livello Pico della Mirandola
 
"Sì, siamo in difficoltà, i numeri però dimostrano che l'ottima fase difensiva di [giocatrice che riceve] consente al palleggio di giocare maggiormente su [giocatrice che attacca] e aumentare al tempo stesso la pericolosità offensiva del 18%: siamo sulla strada giusta".
 
ATTENZIONE: alla voce "Giocatrice che riceve" è sconsigliabile menzionare Buijs.
 
4.3 - Livello John Nash
 
"Sì, siamo in difficoltà, i numeri però dimostrano che la somma di muri subiti da [giocatrice random] diminuisce quando si copre maggiormente il posto 6 sugli attacchi delle avversarie più alte di 1 metro e 84; moltiplicando quindi il rapporto tra partenze da titolare e ricezioni perfette al voltaggio dell'impianto di illuminazione, si evince in maniera palese che il muro può aumentare di efficacia in rapporto pari alla radice quadrata dei decibel espressi dalla voce del libero ospite".
 
CAPITOLO 5: LA SUPERCAZZOLA
 
"Come si esce da questo brutto periodo? Sicuramente sedendosi al solito posto della maglia nera sotto i riflettori di sbidigiuda, questo sempre che [giocatrice random] continui a non lavarsi come nella stagione [campionato random] in cui la pericolosità offensiva di [altra giocatrice random] sfiorava l'altezza dell'albero genealogico di [allenatore random] con scappellamento a sinistra; in fondo lo dice anche [giornalista random] che le scorie di sfiga del torneo precampionato giocato a [città random] si possono eliminare con numeri come se fosse Antani".
 
ATTENZIONE: usare con cautela e solo in caso di repentina possibilità di fuga. Dopo l'utilizzo, areare il locale.

lunedì 18 novembre 2013

My head is a jungle



Una prestazione bella però brutta, in una partita che si divide in due, per un giudizio univoco ma anche no, a fronte di un'eliminazione che poi tanto ci ripescano.

E che minchia di casino, scusate il francesismo.

Ieri mi è venuto da ripensare a tutto il proselitismo che da anni attuo verso i miei amici tigrotti o presunti tali, per invogliarli a seguire "uno sport bello, senza esasperazioni, e soprattutto sano!". E meno male che in tanti non mi hanno neanche cagato di striscio, perché ci hanno guadagnato in salute: ormai è una certezza, seguire questa squadra fa diventare bipolari.

Per quanto sia una bestemmia per i puristi, analizzare la partita tabellino alla mano è una gioia per gli occhi. C'è però da dire che tutto quel che si legge su carta si è visto in campo: attacco sopra al 44%, pochissimi errori per una partita ai 5 set, addirittura una somma di muri (16) che forse non si vedeva dai tempi di Pertini presidente. Una palese percezione di superiorità anche nei tratti di gara in cui le avversarie comandavano il punteggio. L'unico fondamentale fuori statistiche, ovvero la difesa, è risultato insolitamente sotto tono ma di sicuro non ha affossato le farfalle; anche l'aspetto mentale, pur tra alti (Arrighetti e Supermamma Ortolani) e bassi, è parso assai meno ondivago delle uscite precedenti.
Un match gradevole in cui la UYBA è stata in grado di tenere a bada la Pomì, che comunque, a differenza di otto giorni prima, si è dimostrata decisamente meno Lipicer-dipendente: l'ascesa di Sirressi e di Gennari, tornata a mostrare ottime cose in A1 (e meno male, perchè serve al campionato), ha reso molto più combattuta una sfida in cui Busto ha prevalso in maniera continuativa su parecchi fronti. Anche il secondo set vinto dalle ospiti è risultato funzionale al "disegno", in quanto 1)Casalmaggiore se l'è meritato soprattutto nelle ultime battute, e 2)avrebbe dovuto rendere più epico il finale, con un 3-1 già scritto e un golden set all'ultimo sangue.


Tutto buono (o quasi), tutto giusto (o quasi). Fino al 24-21 del quarto.
Da qui in poi, possiamo buttarci di testa in una vagonata di discussioni assortite meglio di un sacchetto di cioccolatini Lindt: sulla parte difensiva che non ha alzato l'asticella quanto quella di Casalmaggiore, su Wolosz che - nonostante tutto - almeno un paio di palloni avrebbe potuto darli al centro, su Buijs unica opzione seria in attacco, su Ortolani arrivata a quel punto del match con la lingua penzoloni, su Bianchini che magari una passeggiatina in campo se la sarebbe pure potuta fare, su Parisi e la sua scelta di tenere invariato il posto 2.
Come è valso (all'opposto) per quei 2 minuti e mezzo che ci hanno portato allo scudetto 2012, il pollice alto è virato pericolosamente verso sud a causa di una manciata di azioni, tutte decisive. Perchè è inutile prendersi per i fondelli: se una di quelle quattro palle avesse toccato il quadratone rosa sponda Pomì, a quest'ora si parlerebbe di un grande recupero, di vecchio cuore biancorosso, di giocatrici senza macchia e senza paura che se la sono giocata fino in fondo. E probabilmente a mancare è stata la componente che, più di tutte, avrebbe dovuto annichilire proprio quella macchia e quella paura, alla faccia di tatticismi e tecnicismi.


...Ops, stavo parlando di cosa è mancato e ho scritto "quattro palle"? Lapsus freudiano, tanto per restare in tema psicologico...

Va beh, poco male: si è dimostrato un turno di coppa Italia pressochè inutile per la nostra qualificazione ai quarti, a meno che non si riesca nella mission impossbile di arrivare terzultimi alla fine del girone di andata.
Ohi ohi, tanto male: vincere la doppia sfida sarebbe stato un boost morale utile anche a mettere paura alle avversarie di prima fascia. Ora siamo noi, in campo e fuori, ad essere timorosi di pressochè chiunque. E meno male che con Forlì si è già giocato...


C'è anche un episodio fuori campo che meriterebbe di essere analizzato, ed è quello dell'abbandono di parecchi alla fine del famigerato quarto set. Ieri m'è capitata a poca distanza una coppia sulla trentina, pur trepidante ma assolutamente pacata per tutto il match. Durante la transumanza del secondo anello, il lui del duo si è scatenato: applausi ironici verso chi prendeva la via dell'uscita, frasi pepate ad indicare lo scarso attaccamento al vessillo biancorosso.
Il mio primo pensiero: "Bravo ragazzetto, digliene quattro! Hai tutto il mio appoggio!".
Ovviamente, a sostegno del consistente filo logico che lega le sinapsi del mio cervello, la seconda conclusione è stata "Certo, però... Con nulla in palio, a questi qua chi glielo fa fare di restare?".
Bipolarismo is running wild. E in questo caso è proprio il gioco della pallavolo che bastardamente ti porta sulla via del disturbo mentale, accompagnandoti pure con la manina: non mi sembra che altri sport sfruttino la differenza set su sfide di andata e ritorno, rendendo a volte inutile un pezzo di sfida che però va comunque disputata (e con questo non sto dicendo che le regole Cev in vigore fino allo scorso anno fossero cosa buona e giusta, ANZI!). Onestamente: io non ho mai pensato di andare via, anche solo per una certa morbosa curiosità nel vedere il piglio che avrebbe messo la mia squadra nel tie break di cartone (in cui devo dire di aver molto apprezzato Garzaro, poi spero che in un futuro prossimo si ricordi che le partite iniziano dal primo set). Però, altrettanto onestamente: se andaste al cinema a vedere un thriller-poliziesco dove il cattivone iperpubblicizzato nei trailer viene debellato a metà pellicola e i protagonisti se ne stanno poi a bighellonare tra loro senza un reale perché, non vi verrebbe la voglia di alzare le chiappe e farvi una bella cioccolata calda al bar di fronte?

Sì. O forse no. Dottori, dov'è il mio litio?

lunedì 11 novembre 2013

L'eterna lotta tra il bene e il male - Il pomofiore

credit Volleybusto.com (a parte le due eteree entità)



PalaPomì di Viadana, sabato 9 novembre, ore 22.40.

* PUFF! *

"Sostegno."


"...Sostegno?"

"Sostegno. Sostegno. Sostegnosostegnosostegno."


"Oh cacchio! Che ti è successo, sei stanco? Ti sei fatto male? Appoggiati pure qui, sostieniti a me..."

* PUFF! *

"Guarda che l'azzurrino non ha nulla, vuole solo dire che devi sostenere comunque la squadra..."

"Ah, meno male!"

"...E il fatto che tu non ci sia arrivato, dovrebbe farti capire che sta dicendo una vaccata."

"Beh, diciamo che non è un bel momento..."

"Certo che no, è un PESSIMO momento! Un po' di sana contestazione, dai: magari queste belle addormentate si svegliano e ci sciorinano un po' di sano volley polenta e bruscitti, come piace a noi."

"Sostegno! SOSTEGNO!!! Cosa c'è da contestare?!? Non sarà certo il miglior momento nella storia della Futura, ma che senso ha criticare adesso? Troppo comodo salire e scendere a piacimento sul carretto dei vincitori!"

"Giusto, massimo sostegno! Così nessuna si leverà mai la paglia dal sedere. Quando sono andate a raccogliere l'applauso ho allungato l'occhio sulla panchina e ho visto certe facce abbastanza eloquenti... Mi sa che la pensano come me, ma non lo possono dire."

"L'importante è esserne convinti, mio piccolo amico cornuto. Chi sta in panchina è il primo a sapere che le cose miglioreranno lavorandoci su, magari anche a brutto muso; serve solo avere fiducia e attendere. Tanto, sarà mica questa la vera Yama..."

"Noooo, infatti, è quella finta. Guarda, in banda ci sono le Winx, al palleggio Sailor Moon, mentre al centro siamo ben coperti da Barbie e sua sorella Skipper. Il pupo siciliano coi fili annodati a fare da coach, poi, è uno spettacolo. Quand'è che inizia la vera partita di Coppa Italia, quindi? Con delle vere giocatrici e un vero tecnico?"

"Simpatia portami via... Intendevo dire che da qui in poi si possono solo fare passi avanti. Ammettilo: Wolosz non può crescere? E Garzaro? E' solo una questione di intese e di forma fisica, non è che sono diventati tutti brocchi all'improvviso!"

"Quel che mi chiedo non è il quando, è il se. Garzaro che saltella a casaccio anche quando Camera ci prova con delle finte di sopracciglio non ha nulla a che fare con la forma fisica, così come la svagatezza di Wolosz nei momenti caldi non ha nulla a che fare con l'intesa tra lei e le compagne. Oh, gli unici due set tirati li abbiamo persi, e fanno scopa con il tiebreak contro Ornavasso. E non parliamo di come è finito il match stasera, chè anche le veterane si sono ricordate di stare in campo solo quando ormai il baratro si era già superato da un pezzo. Che c'entra lo stato di forma? C'è da cambiare la testa! E c'è da farglielo capire!"

"Arriverà anche la giusta mentalità, insieme a tutto il resto che ho già menzionato: tempo al tempo. E bisogna sempre considerare che siamo incompleti, manca un opposto di ruolo che possa tenere stabilmente il campo e rendere il gioco più imprevedibile."

"E certo, invece Casalmaggiore era proprio a pieni ranghi, eh? Bacchi stampellata a bordo campo non la consideriamo, no no... Non consideriamo neanche che siamo passati in vantaggio solo perchè loro hanno fatto zero su tredicimila in attacco e perchè Marcon ne ha messa una via l'altra. E figurati se poteva durare più di un set..."

"Ok, ok, ma non è tutto nero come lo descrivi: ci sono state anche delle note positive! Vogliamo parlare di Buijs, che ormai è un punto di riferimento?"

"Brava eh, un bel braccione. Peccato che in difesa sia un punto di riferimento per le avversarie, visto che è 'na pera cotta."

"Certo, ci sono solo difetti per te. Non vogliamo anche dire che questa squadra ha un potenziale da prime quattro posizioni in campionato?"

"Non vogliamo anche dire che questa squadra ha una mancanza di idee da fare invidia a un bimbominkia di fronte a un telegiornale?"

"UMPF! Ti ricrederai, sarai costretto a ricrederti! La Yama risorgerà dalle sue ceneri, e dovrai ammettere i tuoi torti: per questo le ragazze vanno sostenute sempre, vanno spronate a fare sempre meglio!"

"Certo che vanno spronate, ma non a carezze e bacetti! Stasera abbiamo preso una salva di pomodori marci nella terra della Pomì, nonostante tutto c'è chi se li mangerebbe con gusto, pur di non ammettere l'evidenza. Sarei ben felice di vedere un po' di bel gioco, quindi il messaggio va inviato chiaro a queste principesse sul pisello!"

"Non transigo: SOSTEGNO!"

"CONTESTAZIONE!"

"SOSTEGNO!!!"

"...Scusate..."

"CHE C'E'! Non vedi che siamo impegnati?!"

"...Qui non c'è più nessuno, sono andati tutti a casa. Me ne andrei anch'io..."

"Benissimo, un'altra occasione persa per far sentire la voce del tifoso. Complimentoni, Miche'!"

"Michelino, certo che quando ti ci metti non ne fai una giusta... Quanta pazienza ci vuole con te!"

* PUFF! *

* PUFF! *



lunedì 4 novembre 2013

La sindrome di Harvey Dent

(credit varesenews.it)
 
"Two faces... just like this mirror. Two faces and two minds. Can't fix them until they're one. Right? Right?"
 
Diciamocelo: era da un pezzo che non si vedeva una partita così. Diciamoci anche che non avremmo voluto vedere una partita così per un altro pezzo ancora, e chiudiamo il circolo delle considerazioni ovvie. Partiamo dai primi due set fotocopia? Farfalle inesistenti e incostintenti, nel finale del secondo si è assistito a un tentativo di salvataggio talmente comico... Ma comico grezzo, alla Soliti Idioti per intenderci... Che pensavo sarebbe sceso il tendone di "scherzi a parte" nel giro di 20 secondi al massimo.
Beh, non è sceso. E' caduta ogni palla che la squadra di casa ha anche solo immaginato di attaccare, non quello stramaledetto tendone. E mentre Parisi si chiedeva ancora se si fosse nel bel mezzo di una burla, per stemperare il clima ha usato la panchina (oltre a una probabile mezza dozzina di bestemmie). Ortolani praticamente da subito per Bianchini, che merita il campo - e non certo in posto 2 - tanto quanto Serena ha bisogno di trovare una condizione stabile. Petrucci per Wolosz, che nella sua vita ha gestito il gioco così male solo dopo essere stata reduce da un rave di 6 giorni nelle brulle campagne di Katowice. Michel per l'unica centrale sacrificabile senza provocare una guerra termonucleare, ovvero Garzaro.
Tra un'alzata di paletta e un abbassamento della mia sacca testicolare, tanta ma tanta pochezza. Non aspettava altro Ornavasso, che sa pungere proprio come la sua mascotte. Questa è una squadra che sembra essere in missione, ha coraggio, sicurezza e l'aggressività di un cane antidroga di fronte a Lapo. Ha in campo giocatrici che hanno iniziato la cavalcata dalla B1; ed è lì a portare al quinto Modena, a scherzare Frosinone e a piazzare il 2-0 davanti a tutto un paese sceso dal verbano. Sempre a punti nelle prime tre giornate, in cui ha affrontato due squadre della cosiddetta "prima fascia". Se i due centrali biancorossi sono andati in crisi davanti a Lloyd martedì, qui sono stati buggerati da Noemi Signorile: meriti dell'alzatrice al pari dei demeriti altrui, ma francamente il nome basta per capire che non si sarebbe potuto andare avanti così.
E infatti: improvvisa virata dalla metà del terzo set, che viene da chiedersi se abbiano ritrovato un minimo di motivazione o se abbiano nascosto le controfigure in qualche sgabuzzino del Palamico. La Yama si riscopre concreta, e pure bella. La metà difensiva biancorossa sembra impenetrabile, Asja sembra riprendersi in mano le redini del puledro imbizzarrito, Ciara sembra addirittura una giocatrice di volley. Terzo e quarto set vinti in carrozza e fischettando, basterebbe arrivare alla fine sulle ali di un entusiasmo ritrovato. E invece no: ennesimo blackout e due punti meritati alle giallonere.
 

Francamente, una squadra che passa così facilmente dagli altari alle polveri ha problemi ben più gravi della tenuta fisica. Una storia alla Harvey Dent, nemesi di Batman meglio conosciuta dai più come "due facce" (mi riferisco alla storia dei fumetti DC, non alle trasposizioni cinematografiche che hanno calpestato il personaggio): procuratore distrettuale tutto d'un pezzo e poi efferato criminale, quindi riabilitato e infine nuovamente caduto. Il tutto dettato da una psiche fragile, che lo costringe a passare con spietata facilità da bene a male e viceversa.
Qual è il problema che attanaglia le farfalle e le costringe ad assumere questa doppia personalità? C'è sicuramente da crescere, ma gli automatismi ci sono e non lo si può negare, a meno che i set vinti siano stati così mendaci da far arrivare messaggi distorti; la nostra resta una squadra che può giocarsela con tutti, ma che allo stato attuale sarebbe anche capace di perdere contro chiunque... Perchè? Verrebbe da pensare che talune sicurezze andrebbero infuse dall'alto, poichè gli stessi problemi si vedono da un pezzo. E non necessariamente dal coach, ma anche da tutto ciò che naviga intorno al mondo Uyba. Problemi di continuità del progetto non dovrebbero essercene: so che il d.g. Aldera ha detto che economicamente si naviga a vista, ma a meno che non abbia pronunciato queste parole mentre piangeva rannicchiato a terra (ne dubito, avrebbe fatto più notizia) non mi sembra una situazione così disperata. Cosa ci impedisce di conservare una mentalità vincente come avviene ad esempio a Bergamo? Non sarebbe neanche male evitare episodi poco edificanti: Lucchetta in telecronaca ha fatto capire che il nuovo cambio Wolosz-Petrucci sia stato "caldamente" suggerito da una giocatrice, leggiucchiando qui e là ne avuto la conferma del nome. Ecco, in altri ambiti credo che questo non sarebbe successo.
Chiariamoci, non è il caso di fare drammi e nessun obiettivo ci è precluso: si può e si deve migliorare anche dal punto di vista mentale, per lasciarsi alle spalle i parziali negativi e ripartire di slancio. Anche perchè Busto Arsizio, in queste giornate uggiose, assomiglia fin troppo a Gotham City...

sabato 2 novembre 2013

Scream

Oltre al ricordo di Giulia Albini, che un brutto dì ha deciso di non potercela fare, per il sottoscritto Ornavasso è una reminescenza ben più dolce.
Non è la storia della pallavolo pane e cipolle che sale al piano dei divoratori di caviale. Non è il bel tifo giallonero, non è Ikic che nel 2010 ci massacró con la sua Pavia, non è il furto (inteso come colpo di mercato) Chirichella, non è la comunque ex Ghilardi.
E' uno scroscio di applausi. Spontaneo, superficialmente indecifrabile ma logicamente ineccepibile.
Uno scroscio di applausi che durante tutta la scorsa stagione ha accolto ogni ingresso in campo di una ragazza meritevole di calcare i palcoscenici di A1 con più costanza, ma chiusa tra due mostri sacri del ruolo. Dimostrazioni di affetto dal pubblico bustocco, ormai di bocca buonissima, che ha vissuto gli alti delle sue urla e i bassi del suo infortunio.
Una genuinità e un'esuberanza da Triplete; impossibile non affezionarcisi.

Ecco perchè, anche se non sarà della partita, Ornavasso ha il sapore di Giulia Pisani.


giovedì 31 ottobre 2013

I pensierini della ser(v)a: No Euro?

(credit varesenews.it)

Direi di cominciare da...

CHAMPIONS LEAGUE: al momento questa Europa non ci appartiene, abbiamo davanti troppe squadre più in condizione, più rodate a questi livelli o semplicemente più forti. Certo, abbiamo avuto sfiga nei sorteggi: fossimo capitati in un girone merdo con Bacau, Dabrowa Gornicza, Rappresentativa Vaticana o Sambenedettese (il gruppo F, insomma) forse potremmo raccontare una storia diversa, ma la realtà è questa. La sconfitta con l'Imoco è ineccepibile, ora serve ritrovare la concentrazione perchè l'unico modo di restare almeno aggrappati alla coppa "di servizio" è vincere le prossime partite casalinghe. E servirà la migliore Busto, con il migliore contorno.

Il che mi porta a parlare di...

ATMOSFERA: prima stagionale al Pala, brividi autentici, perchè aprire le porte di casa con una Champions non è cosa di tutti i giorni. Peccato per il risultato, appunto, ma qualche interessante indicazione si è avuta.

Il che mi porta a parlare di...

IMPRESSIONI: Bianchini promettente ma acerba, Marcon sicurezza a tutto tondo. Assiomi che si sono rivoltati come un calzino in un palpitante martedì sera. Marika mette sostanza nella sua prima uscita continentale, tanta violenza e una sicurezza da fare impallidire pure il responsabile 626. Captain Cisky incappa invece in una di quelle serate che vanno storte proprio quando non devono... Balla sia in ricezione (ma qui è in grande compagnia) che in avanti, dove si fa rispedire tanti di quei colpi che sembra di giocare al tamburello.

Il che mi porta a parlare di...

MURO: 5 Busto, 18 Conegliano. Un po' come un match di basket dove catturi 15 rimbalzi contro i 50 degli avversari, o come una partita di calcio con 3 rigori a sfavore: puoi pure vincerla, ma le tue speranze sono ridotte a un moncherino di candela. Va detto che il dato è drogato dalla performance della palleggiatrice ospite, che s'è portata a spasso col guinzaglio Garzaro e Arrighetti.

Il che mi porta a parlare di...

CARLI LLOYD: scommetto che neanche il suo miglior tifoso avrebbe potuto immaginarsi un'accoglienza migliore (no, neanche il mio angioletto custode). Giornali e siti che hanno coperto la partita parlano per la maggior parte di indifferenza: a me è parso di sentire uno scroscio di applausi, a fronte di meno di una decina di fischi che - mi è permesso? - ci possono pure stare. Finita 'sta colossale odissea nello spalto, è iniziata la partita; e Carli ha cominciato a spiegarla meglio di un professore del Cepu.

Wolosz, impara alla svelta, chè se solo ti avvicini a questo livello possiamo toglierci delle soddisfazioni.

Il che mi porta a parlare di...

CONEGLIANO: ahò, attualmente solo una spanna sopra di noi perchè a tratti han dato l'impressione di giocare col freno a mano tirato. E non dimentichiamoci di quello che hanno a disposizione in posto 4, e cosa hanno fatto finora: Barcellini ha avuto un 2011/12 schifido a Novara e ha fatto la stagione della vita appena sbarcata in Veneto, idem Fiorin che non azzeccava un'annata probabilmente dal 1934. Martedì è entrata Tirozzi e ha spaccato la partita. Ci manca solo che Bechis si trasformi in Fofao, e si chiude il cerchio dei miracoli. 

Ora come ora hanno tutto: entusiasmo, affiatamento, talento. Se tutto regge sarà scudetto in carrozza, ma è un SE grande come Buckingham Palace. Parere personale da 2 centesimi bucati: arriveranno spompate nel finale. Mi gioco la reputazione (che non ho), al massimo mi scaverò una buca sottoterra per espiare le colpe.

Il che mi porta a parlare di...

TALPE: ero praticamente in linea con la visuale del secondo arbitro, anche se molto più in alto e molto più lontano. Ecco, io il tocco a muro su Bianchini l'ho visto limpido. Probabilmente è stata un'illusione ottica che è svanita nello stare più in basso e più vicini. O forse no. Va bè che non cambiava niente, però santoddio, se un pallone bicolore cambia giro si dovrebbe appena appena notare.

Il che mi porta a parlare di...

MOLTEN: l'Italia, l'unica nazione al mondo che si prende a revolverate i maroni decidendo di giocare il campionato con un pallone diverso dal Mikasa. Eh, però il Molten è tricolore, molto patriottico. Poi mandiamo le squadre nostrane in giro per il continente a realizzare il 2,63% di ricezione positiva, ma l'importante è distinguersi...

martedì 29 ottobre 2013

L'eterna lotta tra il bene e il male - Col fischio o senza?


PalaYamamay, 29 Ottobre 2013, ore 20.15.

"Amici della pallavolo ben ritrovati, e benvenuti a questo incontro odierno, valevole per la fase a gironi della Champions League, tra Imoco Volley Conegliano e Unendo Yamamay Busto Arsizio.
Le squadre in campo: Imoco Volley Conegliano..."


* PUFF! *

"Miche'..."

"...Eh?"

"Sta per annunciare Lloyd."

"Sì..."

"Fischia."

"Ma..."

"Niente ma. Lingua tra i denti e soffia forte, svelto."

* PUFF! *

"Michelino caro, sai di non doverlo fare."

"Io... Boh..."

"Dentro di te sai che c'è una sola strada da seguire, ed è quella dell'applauso."

"Ma... è che..."

"Miche', per che squadra tifi?"

"Io... Per la Yama..."

"Ecco. Fischia."

"Michelino, ti piace la pallavolo?"

"Direi di sì..."

"Carli è la pallavolo, quindi devi applaudire."

"Ma sì, ha ragione il piumato. Applaudi, applaudi... Con la faccia di Lloyd in mezzo, però. Due belle pizze ben assestate..."

"Potrei sapere il motivo di tutto questo astio?"

"Uhm... Potrebbe essere perchè l'ha menata su un po' a tutti con questa storia dell'infortunio distruggicarriera, e dopo due giorni a Conegliano già faceva il fenomeno sotto rete. O perchè se n'è andata nel bel mezzo della stagione senza una spiegazione, un grazie, un arrivederci. O forse perchè s'è fregata 10 mesi di stipendio alla faccia nostra, che stavamo sempre a pensare "ora torna, ora torna". Sono un diavoletto, ma non sono mica pirla."

"Interessante analisi, peccato tu sia accecato dalla faziosità. Ti sfido a provare che Carli non sia stata veramente infortunata, e che l'estate di riabilitazione non abbia risolto gran parte dei problemi. Una spiegazione sull'assenza l'ha data, eccome, ed è stata anche molto chiara. Quanto alle affermazioni sullo stipendio, sono incommentabili: c'era un contratto che andava rispettato, i malanni fanno parte dei rischi. Non ha salutato? Il comportamento di Carli è stato irreprensibile, se poi sei incarognito perchè ha cambiato squadra... Si sa: le vie del professionismo sono infinite."

"In casi come questo, il "professionismo" mi ricorda un mestiere ben preciso..."

"Ah sì? E quale?"

"Quello più antico del mondo."

"Eh no. Eeeeeeehhhhhhh, no. Proprio non te lo permetto. Carli si è sempre comportata da vera PROFESSIONISTA, ha stretto i denti finchè ha potuto, e l'anno scorso senza di lei col cavolo che tornavamo a casa da Istanbul con un bel cadeau di bronzo! La sua classe superiore è stata decisiva, diciamo le cose come stanno!"

"Eh già! E prima? E dopo? Te lo dico io: era tutto un piagnisteo, un continuo "ho la bibi alle tibie"! Intanto la carretta fino alle finali di Champions l'ha tirata qualcun altro... E poi, abracadabra!, appena si accendono i riflettori del continente, ecco che la PROFESSIONISTA da un giorno all'altro si dimentica il dolore e si rimette a sgambettare per il taraflex! C'erano ancora coppa Italia e scudetto da giocarsi, ma chissenefrega... Giusto?"

"Coppa Italia e scudetto, dici? Proprio quei trofei che non sarebbero mai arrivati senza le mani di Carluccia a regalare cioccolatini da scartare per le attaccanti? Ma dai!!! Per tutto quello che ha vinto qui, dovrebbero farle un monumento!"

"Sono d'accordo, un bel monumento! Così almeno i piccioni potrebbero..."

"INSOMMA!! C'è da portare rispetto a un pezzo di storia del nostro volley!"

"Un pezzo di storia?!? Forse volevi dire un pezzo di m..."

"Ok, ok, ho perso le speranze. Sapete cosa vi dico? Fate quello che volete! Dimostrate la vostra inciviltà, fischiate! Fischiate pure! Chissà che bella figura faremo davanti agli occhi dell'Europa!"

"Ma quale bella figura, vai a fare le tue prediche in Azerbaijan, lì sì che stanno messi male a sportività! Qui si tratta di sostenere una squadra in un momento importante, e se i fischi possono deconcentrare la peggiore avversaria, allora ben vengano. Quel che conta è il risultato, qui ne va della nostra stagione!"

"E credi che il risultato si raggiunga così??? L'aiuto dagli spalti deve arrivare dal tifo per la mia squadra, non dai fischi verso le avversarie... La cività impone che per le ospiti, simpatiche o meno, vadano riservati solo applausi! Guarda, meno male che non ho ancora cenato, perchè certi discorsi mi fanno girare lo stomaco!!!"

"Effettivamente, ora che mi ci fai pensare, c'avrei un languorino..."

"A chi lo dici! Quasi quasi me ne vado a cena..."

"Ti faccio compagnia? Mio cugino ha un ristorante che è un angolo di parad... Ehm, insomma, si mangia bene."

"Affare fatto!"

"Uh... Scusate..."

"Miche', che ti serve ancora?"

"Beh... Quindi io che faccio?"

"Ma Michelino caro, fai un po' come ti pare. Insomma... Ce l'avrai una coscienza, no?"

* PUFF! *
* PUFF! *


"...Numero 3, Carli Lloyd..."

sabato 26 ottobre 2013

Presentazione di Forlì... For Dummies


1 - LA STORIA

Forlì è una delle formazioni di spicco del movimento italiano negli ultimi 10 anni, con un palmares esagerato: sempre in serie A, mai sopra il quart'ultimo posto, 3 ultimi posti, 3 penultimi posti, 3 ripescaggi (di cui uno addirittura doppio nel 2011/12: dalla retrocessione in B1 alla promozione in A1).
E' chiaro che Bergamo si rode il fegato al pensiero, eh!

2 - IL RECENTE PASSATO


Sì, la Idea Volley 2002 è la stessa squadra che l'anno scorso giocava al PalaDozza di Bologna, il mitico 'Madison' di piazza Azzarita.
Sì, è la stessa squadra che ha portato al quinto le vicecampionesse d'Italia di Villa Cortese alla prima giornata.
Sì, è la stessa squadra che si è dimenticata che c'erano da giocare altri 23 turni di campionato.

3 - IL PRESENTE


Il sestetto titolare è composto da Giulia Pincerato,


Paola Paggi,


Carmen Turlea


in diagonale con Carmen Turlea,



quindi Carmen Turlea


e infine, Carmen Turlea.


mercoledì 23 ottobre 2013

Francesca, la storia e il "fattore C"

(credit varesenews.it)


E così, ieri c'è stato l'esordio ufficiale di Cisky Marcon in veste di capitano UYBA. Non è arrivata una vittoria (e sticazzi, un punto l'abbiamo portato via!), ma comunque una buona prova "tostezza" - o tostitudine? - per una squadra ancora rabberciata nel sestetto titolare.
La nativa di Conegliano è al quarto anno in biancorosso, conosce l'ambiente come nessuna e da tempo ha mandato a memoria la lezione del coach; non potevano esserci grossi dubbi sull'assegnazione dei gradi alla numero 7. Certo, non ha la fama internazionale nè lo sguardo cattivo di un'Arrighetti, ma già le gesta di Piske nelle ultime fasi della partita contro l'Azeryol (punto dell'11-13, esultanza in disparte e susseguente servizio-mozzarella sulla schiena di Garzaro nel momento topico del match) dovrebbero essere sufficientemente emblematiche: il centralone di Genova è una guerriera solitaria, non una trascinatrice.
Nello sport ammeregano si fa un continuo riferimento agli intangibles, ovvero tutte le caratteristiche tecniche che non vanno a referto ma che aiutano il team a vincere, relativamente a ciò che avviene sul terreno di gioco; allo stesso modo l'investitura a capitano nasconde i suoi segreti, le sue pieghe impossibili da trovare su un foglio di statistiche (e per questo, appunto, non tangibili). Cisky ha più volte dimostrato di saper mettere il proprio talento al servizio della squadra e di fare la cosa più utile nel momento del bisogno, già questo è un ottimo punto di partenza; sarà però in grado di prendere in mano il bastone del comando?
Tra tutte le farfalle che si sono avvicendate nel ruolo dall'approdo in A1, infatti, a mio avviso solo una è stata in grado di emergere chiaramente come "total package" da condottiera della Futura.


Non lo è stata Viganò, prima capitana dell'era Yamamay: è stata coadiuvata da personalità debordanti sia sotto il profilo dell'esuberanza (Nico Luciani) che sotto quello della tranquillità infusa alle compagne (Jettie Fokkens), tutte doti non sue. A metà dell'ultimo anno di Naty a Busto, il cambio in corsa Buckova-Ritschelova ha regalato alle farfalle il definitivo salto di qualità: calma, consapevolezza dei propri mezzi ed esperienza da vendere, un autentico totem.
Non lo è stata Borri, lucida follia troppo spesso fine a sè stante: nel 2009/10 è venuta fuori un'annata a dir poco bizzarra, la peggiore cavalcata in A1 assieme al primo trionfo europeo. Da fuori non è sembrata una squadra molto unita negli intenti nè particolarmente affiatata, come mostrato dalla chiusura di stagione assai burrascosa.
Non lo è stata Serena, fresca regista biancorossa nel 2010/11. E se nell'anno precedente era evidente un basso livello di affiatamento, qui si è rasentato il fondo scala... A prima vista si è trattato di un comandante mai in grado di guadagnarsi il rispetto di tutta la ciurma.
Non lo è stata Bauer, e mi piange il cuore ammetterlo: sia ben chiaro che sulle nostre sponde non si era mai visto un centrale così decisivo, ma sono state troppe le occasioni importanti in cui alla francese è sembrata difettare la cattiveria agonistica. E quando i "cojones" mancano a chi dovrebbe trascinare le compagne, beh: tanti auguri!


Consentitemi ora un salto temporale per spendere due parole su Barbara De Luca, co-capitana con Borri nell'anno della prima CEV. Ricordo le sue prestazioni sul taraflex con lo stesso piacere che potrei provare infilandomi un paio di forbici nel dorso della mano. In una stagione ha azzeccato 3 partite; certo, due di queste sono il primo storico derby e il ritorno dei quarti CEV contro Schwerin, però il totale si può contare sulle dita di una mano (la stessa mano di prima, a cui avrei potuto tagliare pure 2 inutili falangi con le suddette forbici). Eppure, EPPURE, pare che sia stata proprio lei a insegnare qualche cosina in fatto di leadership a un cerbiattino 20enne nato in Repubblica Ceca... Di cui parlo appunto ora.

Lo è stata Helena Havelkova? Assolutamente sì, e i frutti si sono visti.
Giovane ma già matura, sfacciata ma col sorriso, fortissima nella mente prima che nel corpo. In grado di guadagnarsi il totale rispetto dei fan (vogliamo parlare del "gran rifiuto" a Modena e Villa Cortese?), ma soprattutto dell'intera squadra. Un esempio da seguire, una fame di vittoria da fare invidia ai mostri sacri della disciplina. E portatrice sana di una caratteristica che ritengo fondamentale, ovvero la totale sicurezza nelle proprie azioni. Un tacito modo di comunicare a qualsiasi compagna "tranquilla, ci sono qua io"... Per non parlare di ciò che queste sue serafiche certezze incutevano al di là della rete. Il merito di Helena non è stato quello di portarsi tutto il team sulle spalle, quanto piuttosto quello di indicare la via lastricata d'oro alle fanciulle in maglia rossa, di responsabilizzarle una per una.


Questo il recente passato con cui Marcon dovrà confrontarsi: non si tratta di condurre le farfalle a chissà quali trionfi, ma di dimostrare di saper onorare uno dei ruoli più iconici nel mondo dello sport. Occorrono doti come Carisma e Coraggio; anche un pizzico di Culo (così accontento pure i birbantelli che hanno frainteso il titolo di questo post) può aiutare a mettere tutto al posto giusto, ma serve un Campione per sfruttare gli assist della dea bendata. Un campione con un Cuore grosso così.
Insomma, mille significati e mille sfaccettature si possono associare a quella "C" stampata sui referti.


..."C" come Cisky, giusto?