giovedì 12 dicembre 2013

I pensierini della ser(v)a: che inutile serata...


-Partita vista in compagnia di pochi amici, un paio già introdotti pesantemente nel giro del volley. Mentre si discuteva su cosa andava ("and touched the sound of silence...") e cosa no, salta su una donzella del giro a semi-digiuno sportivo: punta il dito verso il video ed esclama "Lei! Lei è troppo più forte delle altre!".
Era Kauffeldt, pescata dagli abissi della panchina a sostituire il capitano di Conegliano. Così, per dire.


-Tifosi biancorossi sempre al passo con l'attualità, anche davanti alla tv: in giro per l'Italia c'è la rivolta dei Forconi, a Busti Grandi imperversa la rivolta dei Porconi.

-"Giocare la Champions così è come uscire di casa il giorno di carnevale vestito da indiano e ritrovarsi per errore in mezzo al Gay Pride".

-Giulia Leonardi, soprannominata "Leo Giallo". Mai nickname fu più azzeccato: è un giallo capire dove sia finita la vera Leo.

-"Indovina com'è finita Conegliano-Unendo? Troppo facile: 3-0". Il rischio di farsi andare il caffè di traverso per la risate provocate dal titolo della "Provincia" di oggi è stato consistente.
Subito dopo ho pianto.


-Mi sono accorto da una veloce rilettura degli scorsi post che ho sempre scritto un po' troppo su Garzaro, sulla sua predisposizione al sacrificio pari a quella di un impiegato delle poste, sulla sua mancanza di tempismo da fare invidia a una ballerina di fila di Paperissima; quindi oggi non ne parlerò.
Ehmmm, ops.


-Ad un certo punto ho cominciato ad esprimere mirabilie su Ciara. E io che credevo che la pallavolo mi piacesse.

-Prima della partita ho mangiato una lasagna monodose da scaldare al microonde. Dalla fine del primo set in poi mi si è elegantemente appoggiata sullo stomaco.
Sono indeciso se attribuire la colpa alla bassa qualità del prodotto o al gioco di Wolosz. Gli exit poll danno saldamente la polacca già a capo del governo.


-Sempre con il dubbio del malanno provocato dall'indigesto intruglio precotto o dall'androgina alzatrice, stanotte m'è venuta in sogno Valentina Serena: accompagnata da un continuo sibilo di serpi, aveva un'espressione vacua sul viso e una benda sugli occhi. Un po' come quando giocava a Busto, insomma. Cosa più importante, però, aveva un piccolo sacchetto in una mano e un cartello che recitava "In Hoc Signo Vinces" nell'altra.
Lesto mi sono avvicinato, e ricolmo di speranza ho aperto il fagotto.
Dentro c'erano 24 testicoli.

E ma allora ditelooooooo!!!

Nessun commento:

Posta un commento