lunedì 4 novembre 2013

La sindrome di Harvey Dent

(credit varesenews.it)
 
"Two faces... just like this mirror. Two faces and two minds. Can't fix them until they're one. Right? Right?"
 
Diciamocelo: era da un pezzo che non si vedeva una partita così. Diciamoci anche che non avremmo voluto vedere una partita così per un altro pezzo ancora, e chiudiamo il circolo delle considerazioni ovvie. Partiamo dai primi due set fotocopia? Farfalle inesistenti e incostintenti, nel finale del secondo si è assistito a un tentativo di salvataggio talmente comico... Ma comico grezzo, alla Soliti Idioti per intenderci... Che pensavo sarebbe sceso il tendone di "scherzi a parte" nel giro di 20 secondi al massimo.
Beh, non è sceso. E' caduta ogni palla che la squadra di casa ha anche solo immaginato di attaccare, non quello stramaledetto tendone. E mentre Parisi si chiedeva ancora se si fosse nel bel mezzo di una burla, per stemperare il clima ha usato la panchina (oltre a una probabile mezza dozzina di bestemmie). Ortolani praticamente da subito per Bianchini, che merita il campo - e non certo in posto 2 - tanto quanto Serena ha bisogno di trovare una condizione stabile. Petrucci per Wolosz, che nella sua vita ha gestito il gioco così male solo dopo essere stata reduce da un rave di 6 giorni nelle brulle campagne di Katowice. Michel per l'unica centrale sacrificabile senza provocare una guerra termonucleare, ovvero Garzaro.
Tra un'alzata di paletta e un abbassamento della mia sacca testicolare, tanta ma tanta pochezza. Non aspettava altro Ornavasso, che sa pungere proprio come la sua mascotte. Questa è una squadra che sembra essere in missione, ha coraggio, sicurezza e l'aggressività di un cane antidroga di fronte a Lapo. Ha in campo giocatrici che hanno iniziato la cavalcata dalla B1; ed è lì a portare al quinto Modena, a scherzare Frosinone e a piazzare il 2-0 davanti a tutto un paese sceso dal verbano. Sempre a punti nelle prime tre giornate, in cui ha affrontato due squadre della cosiddetta "prima fascia". Se i due centrali biancorossi sono andati in crisi davanti a Lloyd martedì, qui sono stati buggerati da Noemi Signorile: meriti dell'alzatrice al pari dei demeriti altrui, ma francamente il nome basta per capire che non si sarebbe potuto andare avanti così.
E infatti: improvvisa virata dalla metà del terzo set, che viene da chiedersi se abbiano ritrovato un minimo di motivazione o se abbiano nascosto le controfigure in qualche sgabuzzino del Palamico. La Yama si riscopre concreta, e pure bella. La metà difensiva biancorossa sembra impenetrabile, Asja sembra riprendersi in mano le redini del puledro imbizzarrito, Ciara sembra addirittura una giocatrice di volley. Terzo e quarto set vinti in carrozza e fischettando, basterebbe arrivare alla fine sulle ali di un entusiasmo ritrovato. E invece no: ennesimo blackout e due punti meritati alle giallonere.
 

Francamente, una squadra che passa così facilmente dagli altari alle polveri ha problemi ben più gravi della tenuta fisica. Una storia alla Harvey Dent, nemesi di Batman meglio conosciuta dai più come "due facce" (mi riferisco alla storia dei fumetti DC, non alle trasposizioni cinematografiche che hanno calpestato il personaggio): procuratore distrettuale tutto d'un pezzo e poi efferato criminale, quindi riabilitato e infine nuovamente caduto. Il tutto dettato da una psiche fragile, che lo costringe a passare con spietata facilità da bene a male e viceversa.
Qual è il problema che attanaglia le farfalle e le costringe ad assumere questa doppia personalità? C'è sicuramente da crescere, ma gli automatismi ci sono e non lo si può negare, a meno che i set vinti siano stati così mendaci da far arrivare messaggi distorti; la nostra resta una squadra che può giocarsela con tutti, ma che allo stato attuale sarebbe anche capace di perdere contro chiunque... Perchè? Verrebbe da pensare che talune sicurezze andrebbero infuse dall'alto, poichè gli stessi problemi si vedono da un pezzo. E non necessariamente dal coach, ma anche da tutto ciò che naviga intorno al mondo Uyba. Problemi di continuità del progetto non dovrebbero essercene: so che il d.g. Aldera ha detto che economicamente si naviga a vista, ma a meno che non abbia pronunciato queste parole mentre piangeva rannicchiato a terra (ne dubito, avrebbe fatto più notizia) non mi sembra una situazione così disperata. Cosa ci impedisce di conservare una mentalità vincente come avviene ad esempio a Bergamo? Non sarebbe neanche male evitare episodi poco edificanti: Lucchetta in telecronaca ha fatto capire che il nuovo cambio Wolosz-Petrucci sia stato "caldamente" suggerito da una giocatrice, leggiucchiando qui e là ne avuto la conferma del nome. Ecco, in altri ambiti credo che questo non sarebbe successo.
Chiariamoci, non è il caso di fare drammi e nessun obiettivo ci è precluso: si può e si deve migliorare anche dal punto di vista mentale, per lasciarsi alle spalle i parziali negativi e ripartire di slancio. Anche perchè Busto Arsizio, in queste giornate uggiose, assomiglia fin troppo a Gotham City...

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