venerdì 25 aprile 2014

Raccontami una favola...

BOOOOM BABYYYYY!!!!! (credit: www.volleybusto.com)

C'era una volta, diciamo dodici mesi fa circa, una squadra che usciva al PalaYamamay con una incredibile qualificazione alla finale nonostante fosse alla sua prima stagione (effettiva) di A1. A sbarrare la strada a quella Busto psicodrammatica ci pensarono una carismatica giramondo (Calloni), l'autentica sorpresa stagionale (Nikolova), un ritorno quasi inatteso (Barazza), due redivive ex-promesse (Fiorin e Barcellini), e due abili mestieranti (Rossetto e Camera), tutte guidate da un condottiero venuto dal nulla come Marco Gaspari.
Quella squadra, tra l'altro, non fece da agnello sacrificale a una Piacenza decisamente favorita, ma andò a giocarsela nonostante i tie break persi e l'infortunio della principale bocca da fuoco. Cosa aveva quella squadra? Classe, ovvio: caratteristica anche inattesa per chi in regular season aveva abbastanza faticato. Unità d'intenti, inevitabile quando ti ritrovi tra le tue fila un leader e molti soldati assetati di rivincita.
 Ma soprattutto, quella squadra aveva la sfrontatezza, roba tipica di squadre "giovani" e in grado di superare ostacoli mica da poco.

Impensabile, una bella favola. Già più pensabile, per i dirigenti trevigiani, pensare di puntellare l'ossatura già esistente cambiando le abili mestieranti con due pezzi da novanta: al castello verde della Marca, quindi, arrivarono Lady Lloyd e Lady De Gennaro. Tanto, con la sola Piacenza impegnata a rinforzarsi e la sola Modena a fare del mercato di grido, si sarebbe potuto puntare a qualche bel traguardo... Giusto?
Dodici mesi dopo, sullo stesso taraflex che aveva consacrato il miracolo veneto, la favola Imoco si è trasformata in incubo.
Perchè? Forse un incantesimo ha fatto svanire la classe delle protagoniste? Certo che no, quella c'è sempre stata.
Forse l'unità d'intenti si è persa? Se anche fosse, nessuno se n'è accorto.
La sfrontatezza, però, non s'è più vista: quando si è trattato di traslare da ragazze ribelli ad adulte, le pantere sono crollate più fragorosamente di un gigantesco schema di Ponzi. E' successo in Champions ma soprattutto era già successo in coppa Italia, dove è stata proprio Busto a massacrare le certezze di chi si sentiva la Final Four già in tasca.In questa semifinale la Uyba ha dovuto lavorare ai fianchi per far saltare allo scoperto il giochino: le sono servite mentalità, gran lavoro in difesa e il totale sfruttamento della peggior caratteristica delle gialloblu, ovvero la ricezione.

La stessa sfrontatezza, dicevamo, può ora segnare l'inizio di una nuova favola... Perchè questa caratteristica è stata totalmente assorbita dalle nostre farfalle. E ora le nuove "underdog" si sono riprese una finale attesa da 12 mesi.

Una favola a sfondo cavalleresco non sarebbe tale, senza il drago rosso a quattro teste da sfidare nell'ultimo atto. Ecco: in questo momento Piacenza è un drago rosso, con quattro teste, che brutalizza gli antagonisti alzando l'unghia del mignolo e che, se gli gira, ti piscia pure in testa mentre sei per terra esanime.
Non c'è un singolo matchup in cui si possa ritenere Busto palesemente in vantaggio rispetto alle avversarie. Nello specifico:
FERRETTI vs WOLOSZ: la nostra polacca dal capello ribelle è di certo in crescita, ma non si può dire ai livelli della non-palleggiatrice della Nazionale (qualcuno un giorno dovrà rendere conto di tutto ciò) dall'abbondante fondoschiena. E soprattutto, nel caso in cui a una delle due giri male: Piacenza ha in panca un'alernativa, Busto no. E su questo non temo smentite...
VAN HECKE vs ORTOLANI: già qui si comincia a ragionare, semplicemente perchè non rivestono la stessa importanza all'interno delle relative formazioni; la belga in forza alla Rebecchi è una pedina più che buona, mentre la nostra Serena è stata, ed è, l'ago della bilancia biancorossa sempre in bilico tra vittoria e sconfitta. In ogni caso si tratta di due atlete che quest'anno non hanno dimostrato di avere grande continuità di rendimento: una finale concentrata in pochi giorni potrebbe premiare la più in forma tra le due.
DE KRUIJF vs ARRIGHETTI: posso sbilanciarmi? Questi sono i due migliori centrali del campionato. Se Piske, che è palesemente la parte cazzuta di questa Yama, riesce a spaventare una che sembra la donna di ghiaccio per la freddezza che dimostra, c'è da farle un monumento.
LEGGERI vs MICHEL: e va beh. La Manuelona nazionale è una vecchia volpe e conosce cose che la Ciara ha inizato a studiare l'altro ieri... Qui non c'è neanche duello. L'unica cosa positiva è che vi siete risparmiati la lettura di ciò che avrei potuto scrivere in caso di matchup "Leggeri vs Garzaro".
MEIJNERS vs BUIJS: ah! Qui la faccenda ricomincia a farsi interessante. Tra l'altro, questa è una sfida tra due braccioni che tendono a fare i bambini con i baffi sul loro taraflex di casa. Ci sta una Buijs sottotono e poi in crescita verso gara 3, il percorso inverso che potrebbe fare la tanto rimpianta Flo.
BOSETTI vs MARCON: allora, Cisky è la giocatrice che più è cresciuta in questi playoff e da poco è tornata a farsi valere anche in avanti. Lucia però è la migliore in Italia in quel ruolo. Need I say more? Vale un po' il discorso di Wolosz e Ferretti, con le debite proporzioni. Va detto però che entrambe sono FONDAMENTALI nell'economia dei rispettivi team.
SANSONNA vs LEONARDI: la "farfalla tigre" è in netta rimonta sulle critiche che le sono piovute addosso (e direi pure giustamente) fino a tre quarti di stagione, quando ha deciso di dare un gran senso alla sua presenza in campo. La controparte piacentina non ha avuto uno straccio di sbavatura, anche se per certi versi fatica a essere considerata all'interno del gotha dei liberi (e per certi versi mi pare una cazzata). Comunque un'altra bella sfida nella sfida.
PANCHINA PIACENZA vs PANCHINA BUSTO: anche qua, spiace, non c'è proprio storia. Dalla nostra escono Bianchini e Spirito a coadiuvare battuta e seconda linea, più Slotjes col contagocce; dall'altra parte... Il palleggio non palleggia? C'è Caracuta. Al centro non si centra? C'è Manzano. Il servizio è un supplizio? C'è Bramborova. In banda si sbanda? C'è Vindevoghel. La difesa è parte lesa? C'è Valeriano. Ecco, mi verrebbe da piangere.
CAPRARA vs PARISI: qui siamo davvero agli antipodi. Il primo è osannato a Piacenza e sta antipatico a moltissimi altri; il secondo raccoglie un astio galoppante a Busto, ma fuori dai confini biancorossi è apprezzatissimo. Carlo impiega una vita prima di fare un cambio perchè la partita deve andare come lui l'ha programmata; Gianni cambierebbe pure sua moglie al lavello, se la stessa dovesse avere un calo di rendimento nel lavare i piatti. Caprara sa lanciare a tutta velocità le Ferrari pallavolistiche di cui possiede le chiavi, Parisi fa numeri da circo con le giovani che seguono le sue lezioni. Entrambi, però, sono due preparatori con i controcoglioni. Se la finale scudetto si svolgesse solo tra loro due, l'unico risultato accettabile sarebbe un pareggio.

Questa la prospettiva con cui, da tifoso trepidante ma timoroso, vedo la mia squadra del cuore approcciare la finale.
Per fortuna, però, questi pronostici hanno un pregio: valgono solo su carta. In fondo, mica dovevamo già arrenderci a Bergamo? Sempre più in fondo, non avremmo dovuto soccombere contro Conegliano?

E soprattutto: quanto sarà importante, da domani, quella sfrontatezza delle nostre farfalle che sulla carta non si può valutare?

Che la favola abbia inizio!


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