lunedì 28 aprile 2014

Elucubrazioni sensatissime da finale scudetto - Parte I

Ecco, diciamo che non è il sestetto che ci si poteva aspettare (credit www.volleybusto.com)

 Allora, ciò che palesemente ha fatto la differenza in gara1 è racchiuso qui:

-Servizio ficcante: mai vista una partita chiudersi con 14 ace per parte e nessun errore in battuta.
-Fast efficaci: la differenza è stata fatta tutta al centro, bande completamente inesistenti!
-Il fattore campo: non poteva essere altrimenti, con 3500 piacentini indiavolati e una minoranza bustocca, sì e no 4 persone, a cercare di "arginare il mare".
-Grandi scelte del palleggio: le alzatrici hanno giocato in maniera impeccabile!
-Alte percentuali in ricezione: nonostante gli ace di cui sopra, vedere finire tutte le protagoniste coinvolte nel fondamentale con un 90% medio di perfetta fa gridare al miracolo.

E' probabile che abbiate visto la partita e che probabilmente, big surprise, non siate d'accordo con me. Ebbene, se utilizzassi la vostra chiave di lettura non lo sarei neanch'io: non ho detto che quelli sopra descritti sono stati i fattori che hanno fatto la differenza, ma che ciò che ha fatto la differenza era racchiuso nei fattori sopra descritti... In particolare nella prima lettera di ogni punto affrontato.

(si prega di tornare su e rileggere per controllare)

Sissignori: si dica ciò che si vuole, si metta in mezzo tutta la differenza di classe tra le due squadre, ma la SFIGA ha realmente determinato il risultato finale di gara1. SFIGA è quando sei costretto a giocare il set decisivo senza tre titolari: una per febbre, una per crampi e una, ahimè, per pietà.

E, senza togliere ulteriori meriti a Piacenza (Floortje Meijners, hai scatenato in me quel sentimento di odio-amore che ho provato solo per un tuo connazionale, al secolo Marco Van Basten) che ha ribaltato con gran merito un secondo set quasi perso, anche l'epilogo della partita ha molto a che fare con quel fattore volgarmente chiamato culo. Bravi eh, bravi tutti, soprattutto la squadra che agli effetti pratici ha piazzato la zampata del 24-22, però quella palla lì poteva davvero cadere in uno qualsiasi dei due campi.
Soprattutto quel doppio attacco non chiuso da Piske m'ha fatto tornare alla mente bei ricordi, ma dai sentimenti contrastanti... Vediamo se vi viene in mente: battuta di Pavan, Leonardi, Lloyd per Marcon, murata, Havelkova per Lloyd, ancora per Marcon, Puerari, Berg, Cruuuuuuuz, Lloyd, Leonardi, appoggio per Havlickova, murata, pugno di Leonardi in tuffo, Havelkova di nuovo per Havlickova, Bosetti, Berg sempre per Cruuuuuuuuuuuuuz, Marcon dopo la devizione del muro, Lloyd dietro per Havlickova, testa di Puerari e punto!

Avete presente, no? L'azione più importante della storia della Futura Volley, quella del 14 pari di gara5 della finale 2012. Ecco, ieri Busto ha fatto la Villa Cortese di turno (a proposito, congratulazioni per la promozione in C! Ora vi mancano solo 4 promozioni, tanta convinzione e uno sponsor-padre padrone che affossi di nuovo il giochino), e Arrighetti si è trasformata nella Cruz dal braccino perdente.

La differenza, quella reale, è che per noi c'è ancora speranza... Tanta speranza. Al netto della sfiga, ovviamente.

venerdì 25 aprile 2014

Raccontami una favola...

BOOOOM BABYYYYY!!!!! (credit: www.volleybusto.com)

C'era una volta, diciamo dodici mesi fa circa, una squadra che usciva al PalaYamamay con una incredibile qualificazione alla finale nonostante fosse alla sua prima stagione (effettiva) di A1. A sbarrare la strada a quella Busto psicodrammatica ci pensarono una carismatica giramondo (Calloni), l'autentica sorpresa stagionale (Nikolova), un ritorno quasi inatteso (Barazza), due redivive ex-promesse (Fiorin e Barcellini), e due abili mestieranti (Rossetto e Camera), tutte guidate da un condottiero venuto dal nulla come Marco Gaspari.
Quella squadra, tra l'altro, non fece da agnello sacrificale a una Piacenza decisamente favorita, ma andò a giocarsela nonostante i tie break persi e l'infortunio della principale bocca da fuoco. Cosa aveva quella squadra? Classe, ovvio: caratteristica anche inattesa per chi in regular season aveva abbastanza faticato. Unità d'intenti, inevitabile quando ti ritrovi tra le tue fila un leader e molti soldati assetati di rivincita.
 Ma soprattutto, quella squadra aveva la sfrontatezza, roba tipica di squadre "giovani" e in grado di superare ostacoli mica da poco.

Impensabile, una bella favola. Già più pensabile, per i dirigenti trevigiani, pensare di puntellare l'ossatura già esistente cambiando le abili mestieranti con due pezzi da novanta: al castello verde della Marca, quindi, arrivarono Lady Lloyd e Lady De Gennaro. Tanto, con la sola Piacenza impegnata a rinforzarsi e la sola Modena a fare del mercato di grido, si sarebbe potuto puntare a qualche bel traguardo... Giusto?
Dodici mesi dopo, sullo stesso taraflex che aveva consacrato il miracolo veneto, la favola Imoco si è trasformata in incubo.
Perchè? Forse un incantesimo ha fatto svanire la classe delle protagoniste? Certo che no, quella c'è sempre stata.
Forse l'unità d'intenti si è persa? Se anche fosse, nessuno se n'è accorto.
La sfrontatezza, però, non s'è più vista: quando si è trattato di traslare da ragazze ribelli ad adulte, le pantere sono crollate più fragorosamente di un gigantesco schema di Ponzi. E' successo in Champions ma soprattutto era già successo in coppa Italia, dove è stata proprio Busto a massacrare le certezze di chi si sentiva la Final Four già in tasca.In questa semifinale la Uyba ha dovuto lavorare ai fianchi per far saltare allo scoperto il giochino: le sono servite mentalità, gran lavoro in difesa e il totale sfruttamento della peggior caratteristica delle gialloblu, ovvero la ricezione.

La stessa sfrontatezza, dicevamo, può ora segnare l'inizio di una nuova favola... Perchè questa caratteristica è stata totalmente assorbita dalle nostre farfalle. E ora le nuove "underdog" si sono riprese una finale attesa da 12 mesi.

Una favola a sfondo cavalleresco non sarebbe tale, senza il drago rosso a quattro teste da sfidare nell'ultimo atto. Ecco: in questo momento Piacenza è un drago rosso, con quattro teste, che brutalizza gli antagonisti alzando l'unghia del mignolo e che, se gli gira, ti piscia pure in testa mentre sei per terra esanime.
Non c'è un singolo matchup in cui si possa ritenere Busto palesemente in vantaggio rispetto alle avversarie. Nello specifico:
FERRETTI vs WOLOSZ: la nostra polacca dal capello ribelle è di certo in crescita, ma non si può dire ai livelli della non-palleggiatrice della Nazionale (qualcuno un giorno dovrà rendere conto di tutto ciò) dall'abbondante fondoschiena. E soprattutto, nel caso in cui a una delle due giri male: Piacenza ha in panca un'alernativa, Busto no. E su questo non temo smentite...
VAN HECKE vs ORTOLANI: già qui si comincia a ragionare, semplicemente perchè non rivestono la stessa importanza all'interno delle relative formazioni; la belga in forza alla Rebecchi è una pedina più che buona, mentre la nostra Serena è stata, ed è, l'ago della bilancia biancorossa sempre in bilico tra vittoria e sconfitta. In ogni caso si tratta di due atlete che quest'anno non hanno dimostrato di avere grande continuità di rendimento: una finale concentrata in pochi giorni potrebbe premiare la più in forma tra le due.
DE KRUIJF vs ARRIGHETTI: posso sbilanciarmi? Questi sono i due migliori centrali del campionato. Se Piske, che è palesemente la parte cazzuta di questa Yama, riesce a spaventare una che sembra la donna di ghiaccio per la freddezza che dimostra, c'è da farle un monumento.
LEGGERI vs MICHEL: e va beh. La Manuelona nazionale è una vecchia volpe e conosce cose che la Ciara ha inizato a studiare l'altro ieri... Qui non c'è neanche duello. L'unica cosa positiva è che vi siete risparmiati la lettura di ciò che avrei potuto scrivere in caso di matchup "Leggeri vs Garzaro".
MEIJNERS vs BUIJS: ah! Qui la faccenda ricomincia a farsi interessante. Tra l'altro, questa è una sfida tra due braccioni che tendono a fare i bambini con i baffi sul loro taraflex di casa. Ci sta una Buijs sottotono e poi in crescita verso gara 3, il percorso inverso che potrebbe fare la tanto rimpianta Flo.
BOSETTI vs MARCON: allora, Cisky è la giocatrice che più è cresciuta in questi playoff e da poco è tornata a farsi valere anche in avanti. Lucia però è la migliore in Italia in quel ruolo. Need I say more? Vale un po' il discorso di Wolosz e Ferretti, con le debite proporzioni. Va detto però che entrambe sono FONDAMENTALI nell'economia dei rispettivi team.
SANSONNA vs LEONARDI: la "farfalla tigre" è in netta rimonta sulle critiche che le sono piovute addosso (e direi pure giustamente) fino a tre quarti di stagione, quando ha deciso di dare un gran senso alla sua presenza in campo. La controparte piacentina non ha avuto uno straccio di sbavatura, anche se per certi versi fatica a essere considerata all'interno del gotha dei liberi (e per certi versi mi pare una cazzata). Comunque un'altra bella sfida nella sfida.
PANCHINA PIACENZA vs PANCHINA BUSTO: anche qua, spiace, non c'è proprio storia. Dalla nostra escono Bianchini e Spirito a coadiuvare battuta e seconda linea, più Slotjes col contagocce; dall'altra parte... Il palleggio non palleggia? C'è Caracuta. Al centro non si centra? C'è Manzano. Il servizio è un supplizio? C'è Bramborova. In banda si sbanda? C'è Vindevoghel. La difesa è parte lesa? C'è Valeriano. Ecco, mi verrebbe da piangere.
CAPRARA vs PARISI: qui siamo davvero agli antipodi. Il primo è osannato a Piacenza e sta antipatico a moltissimi altri; il secondo raccoglie un astio galoppante a Busto, ma fuori dai confini biancorossi è apprezzatissimo. Carlo impiega una vita prima di fare un cambio perchè la partita deve andare come lui l'ha programmata; Gianni cambierebbe pure sua moglie al lavello, se la stessa dovesse avere un calo di rendimento nel lavare i piatti. Caprara sa lanciare a tutta velocità le Ferrari pallavolistiche di cui possiede le chiavi, Parisi fa numeri da circo con le giovani che seguono le sue lezioni. Entrambi, però, sono due preparatori con i controcoglioni. Se la finale scudetto si svolgesse solo tra loro due, l'unico risultato accettabile sarebbe un pareggio.

Questa la prospettiva con cui, da tifoso trepidante ma timoroso, vedo la mia squadra del cuore approcciare la finale.
Per fortuna, però, questi pronostici hanno un pregio: valgono solo su carta. In fondo, mica dovevamo già arrenderci a Bergamo? Sempre più in fondo, non avremmo dovuto soccombere contro Conegliano?

E soprattutto: quanto sarà importante, da domani, quella sfrontatezza delle nostre farfalle che sulla carta non si può valutare?

Che la favola abbia inizio!


giovedì 24 aprile 2014

Il Momento

"'Questo momento', si disse, 'questo questo questo momento questo'" (A. Skarmeta, Il postino di Neruda)

Parliamoci molto chiaramente: chi scrive su questo blog non è imparziale. Non lo è in senso generale, qui c'è una sola fede ed è colorata mezza in bianco e mezza in rosso; non lo è nemmeno nello specifico, perchè faccio palesi favoritismi verso alcune giocatrici e non verso altre (buonasera, signorina Ilaria G.). Fatta questa doverosa quanto inutile premessa, mi pare chiaro che ogni essere vivente dotato di sinapsi appena appena funzionanti (sì, tifoso-Peter Pan, anche tu!) abbia capito che in questa giocciolina web nel mare dell'Internette si parteggia per la Ciara. Con criterio, eh: ci metto tempo zero ad ammettere che, tra le quattro titolari in campo nel ruolo di "donna alta alta che gioca sottorete e ogni tanto esce per fare entrare quella piccolina con la maglia diversa", lei era di sicuro quella meno in vista. Con criterio, ma pur sempre schifosamente di parte.
La Ciara non è un fenomeno sul taraflex. La Ciara non è la tanto millantata nuova Bauer, se mai esisterà una nuova Bauer dalle parti nostre. La Ciara non può che farti simpatia anche senza conoscerla, si muove al ritmo dei cori dagli spalti, c'ha il sorriso perenne e quell'aria che non sai se ci fa o ci è: se fosse "Friends", probabilmente sarebbe Phoebe. La Ciara, in campo, ti dà le sensazioni che ti darebbe una donna non bella, non brutta, ma che "fa sangue": ha quel qualcosa, insomma. E vai a capire cos'è quel qualcosa.

E' stata la Ciara, ordunque, a portare questa pazza pazza Yama verso quello che probabilmente è il traguardo più incredibile, impensabile, impermeabile (non c'entra niente, ma ci stava bene) della sua intera storia?
Certo che no.

Però è lei la protagonista di quel momento. Che non è un momento: è IL MOMENTO.

Perchè santoddio, già sei un idolo per mezza Busto: sei come una sessione di Warcraft per un nerd. E se sei un idolo, e se ci scappa che fai un muro esaltante nella partita più importante dell'anno e della tua vita, come diavolo puoi permetterti...



...di reagire...



...così???



CAZZO, MA IO TI AMO.



Considerazioni su vincitori, sconfitti e finale a brevissimo... Tanto le cose importanti le ho appena dette.


lunedì 21 aprile 2014

L'eterna lotta tra il bene e il male - Gemelli diversi



 Scoprire il titolo di questo quadro potrebbe rivelarsi utile...

Divano di casa QuickMick, 18 aprile, ore 22.15 circa. "Tutti in piedi sul divano".

Sì! SI'!!!!!!!!! E ANDIAMO!!!!!!!!!!!!!!

*PUFF!*


...Ehi!

AAARGH! Madonna che spavento... Ma che ho fatto stavolta?

...EHI!!!

OH! DIMMI!

...GRANDISSIME!!!!!

YEAAAAAH!!!

Che prova di forza! E chi l'avrebbe detto, dopo quel primo set?

Fantastiche!

*PUFF!*

...Evvai! Avanti così, alla faccia di 'sti sbruffoni!!!

AH AH AH AH!!! Effettivamente...

Ah, eccolo qui, è arrivato il polemico a festeggiare!

E' ovvio! Che dovrei fare, second...

Ehi, cornuto: DICIANNOVE! Gli stamponi piazzati in faccia all'Imoco! Completamente azzerate, non ci hanno capito più niente da quanto erano stordite!


Un numero incredibile!

Alla grande, ma perchè me lo rinfacc...

VENTINOVE: gli errori di Conegliano, a proposito di stordimento! Non sapevano più da che parte buttare la palla! Mica male, o sbaglio?

Nikolova a un certo punto è uscita dal campo per pietà!

Ma guarda che io sono più che felic...


Quattro, rossastro! QUATTROOOOO! I soli muri di Marcon! C'ha avuto ragione Gaspari a incazzarsi tanto con le sue: praticamente Cisky ha fatto in una sola partita la metà dei muri messi a segno in tutto il resto dell'anno, e ha pure pareggiato il suo record in A1 (per la precisione: stagione 2008/09, 10^ di ritorno - ndr) ! E ora che mi dici?

Cisky stellare soprattutto in difesa, stasera!

Ti dico che sono davv...

E comunque: TRE, come le vittorie nei playoff! Alla faccia di chi voleva contestare!

...MA CHE C'ENTRA?!?

Come che c'entra??? Adesso ti rimangi tutto?

Non mi rimangio un bel niente, invece!!! Ci godo anch'io come un diavolo della Tasmania quando la mia squadra vince, ma so riconoscere i momenti in cui non si rende come si potrebbe! E quindi, sarei meno meritevole di gioire perchè in regular season ho osato muovere qualche critica??? Suvvia, non è certo il tuo buonismo che ha fatto migliorare le cose o che ha oliato i meccanismi di un team che ora gira come un orologio! Non puoi dimenticare tutto ciò che è successo prima...

Ovvero cosa?

Vuoi fare il giochino dei numeri? Eccoti qualche cifra:
QUARANTACINQUE: gli euro per pagarsi l'abbonamento del secondo anello!
NOVANTA: gli euro per pagarsi l'abbonamento del primo anello!
CENTOTTANTA: gli euro per pagarsi l'abbonamento del parterre!


Conosco i prezzi, e allora?

Li conosci? Bene! Allora facciamo un bel dettaglio numerico di cosa ha contenuto quest'abbonamento:
UNA eliminazione temporanea dalla coppa Italia per mano di Casalmaggiore, un team dal blasone pari a quello della Teodora Ravenna praticamente!


Ma ancora la squadra stava iniziand...

UNA Champions pietosa: ultimi nel girone, e tutti a Mikasa!

Ma siamo finiti contro le corazz...

CENTOVENTIMILA, le bestemmie volate sulle zappate in palleggio di Wolosz prima che si svegliasse, sull'insostenibile lentezza dell'essere di Garzaro a muro, e chi più ne ha più ne metta! E se mi racconti che tu non ne hai sibilate almeno un paio, è solo perchè non vuoi fare un torto al tuo datore di lavoro!

Ma erano momenti di rodagg...

E soprattutto, ZERO: le gare non dico perfette, ma almeno da ricordare o comunque significative, incluse nel fottuto abbonamento di quest'anno! Alla faccia di tutti i tuoi "ma"!!! Se la squadra si è esaltata nel momento giusto sono il primo che esulta e ne riconosce i meriti, ma non si può scordare che tutto arriva da una regular season chiusa al sesto posto!

...

...

...

...Ehilà! Finalmente silenziosi? Mi sembravate Vianello e la Mondaini!

...

...

La dico io una cosa a entrambi: avete ragione tutti e due.

...Trovi?

Sì. E ve ne faccio notare un'altra. Il pennuto tra di voi ha assunto atteggiamenti da fanatico, che nella religione sono all'ordine del giorno ma nel volley un po' meno; il cornuto invece ha imparato a essere meno impulsivo e a valutare le cose in un quadro d'insieme. Praticamente è il contrario di ciò che facevate a inizio anno sportivo.

Uhm...


Ehm...

Dunque, visto che state remando dalla stessa parte, potreste smettere di litigare per questo finale di stagione!





...Effettivamente mi sono fatto prendere la mano, quando è vero che certe cose le ho pensate anch'io...

...Effettivamente certe volte sono stato troppo duro con le ragazze...

Pace fatta, dunque?

...Michelino, devo ammettere che per una volta hai avuto una buona idea...

...Già, non come quella volta che hai deciso di arrivare al Pala alle 17.45 e ti sei dovuto vedere la partita in un angolo appoggiato alla balaustra!

HAHAHAHAHA!!! BELLA QUESTA!!!

HAHAHAHAHA!!!

*PUFF!*

*PUFF!*


E figuriamoci se non dovevano andare via con la frecciatina...

 

lunedì 14 aprile 2014

Piaceri e dispiaceri

credit: www.volleybusto.com

Chi si aspettava alla vigilia una serie così semplice? Dai, non fate i falsi veggenti... Nessuno poteva prevederlo. Il doppio 3-0 rifilato alla terza in classifica rilancia le nostre farfalle, ribalta certi pronostici che alla vigilia sembravano già scritti, e regala dentro e fuori dal campo lo stesso ignorante entusiasmo che può avere un liceale americano idiota durante lo spring break. Una sontuosa Wolosz ha ucciso partita e serie insieme alle altre sei sgherre sul taraflex (Arrighetti e Buijs hanno letteralmente provato ad abbattere Merlo, l'unica delle sconfitte ad essersi salvata), mentre Bergamo non trovava uno straccio di mordente nè in avanti, nè nelle retrovie.
Ora ci tocca Conegliano, e non è che l'esito sia così scontato: è lecito sognare? Ai posters l'ardua sentenza.

Detto questo, cambio radicalmente argomento e vi dico una cosa: Novara, Perugia, Chieri, Bergamo, Forlì, Altamura, Imola, Jesi, Pesaro, Santeramo, Sassuolo, Busto Arsizio. Chi sa di cosa sto parlando?

Se avete indovinato bravi per la memoria, se avete atteso di leggere la risposta bravi lo stesso per la pazienza: è la prima serie A1 a cui la Futura volley abbia partecipato, anno di grazia 2007.
Francamente l'effetto che mi fa è... Paura. Perchè, anche se sembra il mesozoico, sono passate sei fottutissime stagioni sportive. Questo è ciò che è successo nello stesso periodo in cui un bambino passa da neonato a studente di prima elementare: Novara non è la stessa Novara attuale, questa era di amministrazione Caserta e ha "subìto" la fusione con Villa Cortese lo scorso anno, quindi è morta. Perugia, dominatrice ad anni alterni con la Foppa, ha resistito altre 4 stagioni prima di mollare completamente il colpo. Chieri si è spostata a Torino, ha preso Piccinini nonostante grossi casini tra sponsor e pagamenti, e non è stata ammessa al campionato in questa stagione. Forlì è la stessa Forlì di oggi, con identici vertici, passando però tra trasferimenti un po' ovunque, promozioni a tavolino e campionati ai limiti del ridicolo. Altamura e sua sorella Santeramo hanno vivacchiato per poco, poi per motivi diversi sono finite a ballare in Puglia Puglia Puglia. Imola, che in realtà era Vicenza, è arrivata in finale di Challenge Cup, poi è tornata in Veneto, quindi ha salutato la ciurma. Jesi... Jesi! La società dei Pieralisi è rimasta ai vertici fino alla fine dei suoi giorni, non riuscendo mai a raccogliere il frutto di una fracca di investimenti; un giorno il patron si è stufato, e della società marchigiana si è cominciato a parlare al passato. Sempre nelle Marche, Pesaro iniziava in quell'anno il periodo stupendo che l'ha portata sul trono d'Italia per 3 stagioni consegutive; ha cessato l'attività solo dopo aver visto che non c'era più nulla da fare, senza regalare fuffa ad atlete o tifosi, e già questo merita apprezzamento. Sassuolo, grande avversaria di Busto anche in A2, era partita con grandi ambizioni e ottime intuizioni (qualche nome? Ha regalato il primo spot da titolare a una certa Lucia Bosetti, ha portato in Italia una certa Helena Havelkova), per poi chiudere bottega dopo un paio di stagioni in paradiso.

Converrete con me che questa è una mattanza. E siamo solo all'inizio! Volete un altro elenco? Castellana Grotte, Cesena (che in realtà era Altamura, che in realtà è Urbino, che in realtà domani chi lo sa se mai esisterà), la Conegliano di Lucchetta, Parma, la Modena con lo sponsor-fuffa, Giaveno, Crema, probabilmente Ornavasso, e soprattutto la nostra amata-odiata nemesi: Villa Cortese. Queste sono le vittime delle successive sei fottutissime stagioni sportive. Nel limbo restano solo Piacenza, che è arrivata a regnare dopo una fusione tra le due società cittadine, e Pavia, che un bel po' di casini coi dindini lo ha avuto. La crisi, la mancanza di lungimiranza, il mancato ritorno economico o - nel peggiore dei casi - alcune gestioni fraudolente hanno ucciso tutte queste realtà sportive, alla faccia di continuità, tradizione e campanilismo.

Quali sono le uniche due costanti di tutta questa valle di lacrime? Quali sono le uniche due società senza uno straccio di cambiamento, inciucio o casotto?
Una è quella per cui facciamo il tifo, scudettata ma relativamente giovane.
L'altra è quella che abbiamo appena eliminato dai playoff, ed è semplicemente il simbolo del volley italiano.
La Foppapedretti Bergamo ha mostrato a tutti quanto sia ampia la forbice tra "capitale" e

"investimento": se hai il primo, ti serve l'intuito per il secondo. Immagino che dalle parti di Castellanza, fino ai confini della provincia di Milano, a qualcuno stiano ancora fischiando le orecchie. In più, la Foppa è passata attraverso cento versioni e mille vite diverse: possiamo permetterci di essere ai vertici? Non vinciamo, ma stravinciamo. Il budget si riduce? Passiamo dall'essere la favorita d'obbligo ad essere una delle pretendenti, senza fare un plissè. Le rossoblù hanno portato alto in Europa il nome della città orobica che rappresentano, ricavando dalle istituzioni bergamasche molto, ma molto meno di quello che avrebbero meritato: basterebbe parlare delle beghe di un palazzetto storico e ribollente di passione, ma assolutamente inadeguato per la società che è ancora l'ultima campionessa continentale di marca tricolore (e chissà per quanto lo sarà).

Girano voci bruttissime sul destino prossimo venturo del club che fu, ed è, la più grande fucina delle atlete da Nazionale. Il volley italiano, e lo sport italiano in generale, non possono permettersi di perdere Bergamo. Sarebbe la spallata più forte che si possa dare a un movimento già ai limiti del KO.

giovedì 10 aprile 2014

E uffa

credit: www.volleybusto.com

Sì va beh, però non vale. Anzi, alla Columbro dei tempi che furono: "Eh ragazzi, ma allora ditelo!". Ditelo che state per mettere sul taraflex la partita perfetta, no? Così magari qualcuno riesce ad organizzarsi meglio col lavoro e a presenziare dopo una stagione più di là che di qua... Almeno a chi si è sorbito la tortura preliminare di coppa Italia avreste potuto mandare una mail così: "Ciao, stasera stiamo per asfaltare la Foppa a domicilio: poichè ti sei sorbito sia andata che ritorno di coppa contro Casalmaggiore, te lo facciamo sapere in anteprima! E se per caso hai deciso di passare il Natale 2013 a Frosinone invece che a Cortina, per te biglietto gratis al Pala Norda ed esclusivo invito per il dopocena!". Chiedo troppo? E uffa.

Che poi, fosse solo questo! Per una volta che non puoi esserci, chi ti gioca il match della vita??? Ciara. La martire del tifo da panchina, la protettrice del ricordo di Santa Christina da Bergen. La giocatrice per la quale l'autore di questo blog prova impulsi ai limiti del feticismo (non ridere lettore, sei messo come me). Sono contento tanto quanto sono dispiaciuto per essermi perso la sellerona calare sul tavolo un poker di muri nel terzo set, così; magari urlando pure "all in!", tanto per gradire. E invece ciccia. E uffa, parte seconda.

Ma adesso c'è da pensare a sabato! Nel mio piccolo di tifoso mediamente attivo, mi sono detto "ordunque, pensiamo a sabato: ma come posso concretamente agire, per sospingere le indefesse amazzoni alla guida della compagine biancorossa verso l'approdo alle semifinali nell'italico torneo della palla al volo?". Quindi, dopo essere tornato al 2014 a bordo della mia DeLorean (se non sapete di cosa parlo premete pure quella grossa X in alto a destra, davvero), la risposta mi si è palesata nella mente in maniera cristallina: bisogna convincere il coach a non giocarsi il 3 sulla ruota di Busto Arsizio! Per cui, sposate la mia causa e non fate in modo che le nostre speranze possano spegnersi come... Come... Come un pallone regalato dalla difesa avversaria, che chiede solo di essere appoggiato, schiacciato malamente in rete (ogni riferimento a cose o persone della vita reale eccetera eccetera): stampate l'immagine qui sotto su un foglio A4 e ricoprite il PalaYamamay, meglio se intorno alla zona della panchina. Quindi le due parole d'ordine devono essere sempre le stesse: FREE CIARA!!!



lunedì 7 aprile 2014

Mai 'na gioia!



No, questo non è un palleggio.

E alla fine, sesti. Non farebbe così male se la posizione fosse stata determinata da esclusivi meriti altrui; il problema nasce e si evolve quando i demeriti propri superano ogni aspettativa, anche nel finale. Perchè dai: con tutti gli altri match della giornata già conclusi e la Yama avanti 17-10 nel quarto, chi è che non si è sentito in tasca almeno il quinto posto? Era un set con una sola squadra in campo, letteralmente: le titolari di Busto (esclusa Ortolani, ma inclusa Michael) contro la panca di Conegliano. E' finita come non si poteva prevedere... O forse proprio come ci si aspettava. Ha detto bene il coach: "questa partita è stata lo specchio della stagione". Una stagione dove si è spesso caduti nella cacca, se ne è venuti fuori per respirare, ma senza fare quello sforzo buono per uscire definitivamente dal vascone puzzolente. E, a meno di scovare incalliti coprofagi tra di voi, dubito che a qualcuno sia piaciuto questo andazzo. Tanto per buttarci lì un altro parallelismo, il quarto set è stato un po' lo specchio del cammino in coppa Italia: inizio stentato, resurrezione, trionfanti in corsa e inesistenti nel momento topico.

Sesti significa anche, con stragrande probabilità, niente Europa. Neanche quella campagnola, che di nome fa Challenge Cup, dove le avversarie dei turni prima delle semifinali vengono a farsi le foto più che a giocare, perchè quando mai ricapiterà loro di essere qui. Di sicuro una notizia che non farà felici i due main sponsor (ma di 'sti tempi, in quanti possono permettersi due main sponsor? E nonostante tutto, niente coppe...), sempre che l'anno prossimo abbiano voglia di investire entrambi. Che poi, va beh, sempre per il discorso dei meriti o dei demeriti: se ti fossi trovato a seguire cinque squadre indiscutibilmente più forti, pace e amen.
La classifica dice infatti che siamo dietro a...
Piacenza: e ci mancherebbe altro, team costruito per vincere.
Conegliano: idem con patate, e s'è pure rotta la capitana.
Bergamo: prevedibile non tanto per il roster o il budget, ma per essere un'azienda leader nel settore della conoscenza della parola "vittoria".
Modena: con i dovuti distinguo, hanno speso tantissimo monetizzando pochissimo, però trovarseli davanti può anche starci.
Novara: ecco, Novara no. La Igor ha fatto un campionato che definire "della madonna" è riduttivo, per diversi fattori. Punto uno: è partita ad handicap con una bella virgola in classifica nelle prime 3 giornate, dove ha trovato sì Bergamo e Conegliano sulla sua strada, ma anche Urbino. Punto due: il cambio di coach in corsa, che spesso porta risultati alterni, a volte buoni, quasi mai ottimi. Qui siamo addirittura a livelli di eccellenza. Punto tre: chi gioca a Novara? Piacenza ha Bosetti (ma anche un paio di altri fenomeni), Conegliano ha Nikolova e Lloyd, Bergamo ha Merlo, Modena ha Piccinini e (aveva) Cardullo, Busto ha Arrighetti. Addirittura Casalmaggiore ha Aguero e Frosinone ha Gioli. Dall'altra parte del Ticino la più rappresentativa è Vally Rosso, che si è dimostrata una capitana ecellente, ma che faceva comunque parte del blocco di atlete che ha portato la principale esponente del Piemonte dal nulla firmato AsystelCarnaghi alla A1; il resto è un gruppo di oneste mestieranti (Paris e Milos), novità (Tokarska e Murphy), e, diciamolo con rimpianto, una giocatrice considerata di troppo nello scacchiere biancorosso come Gilda Lombardo.
La differenza tra Novara e Busto? Forse sta proprio nella parola "gruppo".

Avrei voluto scrivere: "la differenza tra Novara e Busto? Novara non ha un centrale che anche quando insacca in rete un regalo della ricezione avversaria non genera reazioni perchè ormai il pubblico c'è abituato", invece non l'ho fatto. Visto come sono stato bravo?

Cooooomunque: gli amici delle Farfalle hanno raccolto i voti per eleggere la miglior giocatrice della stagione, sponda biancorossa ovviamente. Va da sè che, a meno che non sia in giro un'epidemia di stupidera, il premio dovrebbe essere assegnato alla 13 con maggioranza bulgara.
Forse ci sono solo 3 votazioni, nel mondo, in cui le preferenze a Piske possono essere percentualmente superate:

Elezione del presidente russo:



"Elezione" del Supremo Leader della Corea del Nord:


Elezione dell'allenatore di volley femminile più contestato dai propri tifosi:




giovedì 3 aprile 2014

Tu sei il male, io sono la cura


Pala Banca di Piacenza, sono seduto al mio posticino da 20 minuti buoni e ne è passata una decina scarsa da quando la partita è iniziata. Son rimasto a inviare un giro di sms lavorativi nella primissima parte di gara, quella ancora in equilibrio, e ho iniziato a seguire con attenzione in un momento in cui Piacenza aveva già iniziato a dilagare.
Piacenza è forte ma forte, inoltre nel quadratone rosa presidiato da Marcon e relative sgherre non avevo ancora assistito a topiche clamorose, di conseguenza non ho accennato a mezza reazione.
All'ennesimo buco in terra di Bosetti, parte un sorrisone nella mia direzione da parte di una vispa sciura sulla cinquantina, a due seggiolini di distanza dal mio.


"Mi sa che la vedo dura per voi stasera, eeeeeh", prosegue. La guardo perplesso, con la stessa perplessità con cui si osserva un numero banalotto di magia senza capirne il trucco.

"...Perchè lei è di Busto, no?".


Guardo la signora, guardo il campo; guardo il mio abbigliamento. Non ho segni distintivi, nè sciarpe o altro; non indosso neanche il costume da Bumbasina (quello solo nell'intimità, porcellini). Sono perfettamente integrato tra il pubblico.
Non ho aperto bocca da quando sono entrato, quindi escluderei questioni sull'accento.
Non ho fatto una singola smorfia nonostante gli eventi sul taraflex non proprio favorevoli. Fermo, fermo completamente.

La domanda sorge spontanea, sempre a sopracciglio mezzo alzato: "Signora, come fa a saperlo?"

"Eeeeh, un po' perchè non sta esultando..."

"Ah, ahahah, è vero: ovvio!" è la mia risposta, quasi in imbarazzo per non averci pensato subito, anche se sarei comunque potuto passare inosservato perchè gli spalti del palazzetto sponda piacentina sembravano la notte dei morti viventi.

"...E un po' perchè, dai, si vede".

Adesso la donna ha davvero tutta la mia attenzione. In che senso "si vede"? La richiesta non è sonora, diventa esplicita nell'attimo in cui aggrotto la fronte.

"Eh, perchè ormai Busto è una bella realtà ed è in giro da parecchio..."

Sì, vero, se ne sono viste di squadre passare sotto i ponti.

"...e oltre alle vittorie ha avuto anche periodi negativi..."

No. Nono.

"...e quindi mi sa che lei ne ha viste talmente tante..."

Nono, signora. Noooo no no. Non lo dica.

"...da essere in grado di sapersi controllare sia quando va molto bene che quando va molto male..."

Non vada avanti. NON-LO-DICA.

"...insomma, mi sembra VACCINATO nei confronti di certe cose".

L'ha detto.

Insomma: il sunto è che più esperienza sportive vivi, e meno ne senti dentro. Davvero? Quindi dalle parti di Bergamo dovrebbero già essere tutti catatonici. Farsi considerare VACCINATI davanti a una partita, e quindi essere "accusati" di lasciarsi scivolare addosso certe emozioni, ecco, credo sia il più brutto insulto che si possa ricevere. Dopo quelli sulla mamma, la sorella e susseguenti parti familiari con cromosoma XX, ma comunque assai brutto.

Va bene, facciamo allora la parte di quello VACCINATO. Sono rimasto apposta molto, troppo controllato, per tutto il resto del set.
La bestemmia che è uscita sul nostro errore in attacco che ha deciso l'1-0 piacentino (non sto neanche a dirvi chi l'ha fatto, sappiate solo che dorme al centro), invece, è stata molto poco controllata. E soprattutto spontanea.

Alla signora, beh, si è ombrato il sorriso, e non credo per questioni di credenze religiose.

Così impara a dare del VACCINATO a un ometto piccolo piccolo capace di alzarsi in piedi e urlare lo "yama let's go" per celebrare un 1-0 contro Forlì con la stessa intensità di quanto lo facesse 2 anni prima in finale scudetto!

martedì 1 aprile 2014

Fenomenologia di Ilaria Garzaro


Doveva arrivare una partita facile facile come quella di domenica per farmi aprire gli occhi. In campo c'era tutto quel che ho sempre sognato: la mia squadra biancorossa da una parte (certo, non esattamente il dream team che uno auspicherebbe, eh), un team praticamente derelitto dall'altra, e nello starting six il centrale su cui hai più spinto affinchè vedesse il campo in maniera costante al fianco di Arrighetti, non nel quadrato del cambio e disegnare coreografie al ritmo dei tamburi.

E invece... E invece.

S'è visto palesemente quanto Ciara sia ancora un corpo esterno alla squadra e alla serie A1 (sì, anche a QUESTA serie A1): lenta, goffa, senza evidenti margini di progresso nè passati nè futuri. La grande speranza british si è rivelata più inaffidabile di una mappa del tesoro venduta da un contrabbandiere con un pappagallo sulla spalla (chi coglie la citazione riceverà lodi perenni e una mountain bike con cambio Shimano); colpa della troppa panca, della scarsa attitudine o di una serie di coincidenze?

Non lo so, però i playoff incombono: a questo punto, tanto vale affidarsi all'unica altra certezza rimanente in posto tre. Il rendimento sarà costantemente medio (non costantemente basso, suvvia, ho di certo esagerato nei mesi scorsi e ho calcato la mano su aspetti che ben poco avevano a che fare con il reale valore di quest'atleta), ma almeno sarà costante; e questa squadra ha bisogno di stabilità, soprattutto nell'ottica del "nuovo arrivo" Sloetjes verso la zona laterale. Non è il momento di permettersi altri esperimenti o distrazioni, quindi, e Garzaro potrebbe davvero essere l'arma tattica utile a sorprendere le avversarie che man mano ci troveremo ad affrontare: Ilaria ha già dimostrato di non temere questo tipo di pressione.

Io ci credo!!!

Un po' come credo che oggi sia il primo aprile.



FREE CIARA, sempremente e qualunquemente!
Va beh, in attesa di sapere cosa sarà di noi (inaspettatamente la lotta per il terzo posto è ancora aperta, sempre che le nostre eroine non decidano di correre spedite verso la settima piazza), preferisco concentrarmi sulla vera notizia "ohibò" del weekend: che non è dovuta al piatto forte, bensì al contorno. Quindi, ecco qual è il vero titolo del post odierno:

FENOMENOLOGIA DELLO SPETTATORE BUSTOCCO



Pala praticamente esaurito, quattromilatrecentoespiccioli spettatori per vedere una gara dall'appeal peggiore di Platinette senza trucco - ma anche con il trucco - è qualcosa che va al di fuori di qualsiasi umana concezione. Lo zoccolo di fan dai colori bianco e rosso è duro a morire e la squadra decisionale della Futura Volley ha sempre fatto scelte ottime in termini di marketing-visibilità, quindi questo è il giusto risultato. Negli anni, però, si sono sviluppati diverse macrofamiglie di fans con caratteristiche comuni. Questi sono i soggetti che più spesso intercetto nella bomboniera rossa:

Lo scettico
"Arrighetti è fortissima, la rice mi gusta assai, ma tanto quest'anno non si va da nessuna parte"
Quest'anno va per la maggiore. Segue da anni con passione, ne sa ed è consapevole di saperne, per questo i pronostici che "azzarda" non sono neanche quotati alle agenzie di scommesse causa eccesso di ribasso della quota. Sostiene con il cuore, impreca con l'anima, ma è smaliziato e disilluso come nessun altro. Lo scettico capita per caso su questo blog, lo legge, e spesso ne approva i contenuti.


Il para-scettico
"Il gioco non si può vedere, in coppa Italia ci hanno asfaltato, ma se in semifinale becchiamo Conegliano passiamo sicuro il turno e ci giochiamo lo scudetto"
Esattamente come il cugino del piano appena sopra (anche come numero di adepti, più o meno), con la differenza che vede il bicchiere mezzo vuoto ma per lui finirà in trionfo. La squadra è pazza? La previsione deve essere pazza anch'essa. Sostiene con il cuore ma anche con lo stomaco, impreca con l'anima però piano piano, ed ha già i "ve l'avevo detto!" pronti all'uso se tutto girasse al meglio. Il para-scettico capita per caso su questo blog, lo legge, si fa una risatina solo se è sicuro di non essere visto da nessuno, ma solitamente non ne condivide i toni irrispettosi.


Il Peter Pan
"Nn v lascerò maiiiii, siete la mia unika ragione di vita! FORTISSIMEEEEEE!!!1!!11!"
Nel calcio c'è l'ultrà, individuo legatissimo ai colori della propria squadra e generalmente mal considerato dalla società civile. Nel volley, soprattutto nel volley femminile, ma ancor più in particolare a Busti Grandi, c'è il Peter Pan: l'ultrà a cui è stata sì tolta qualsiasi connotazione violenta, ma anche una bella fetta di cervello, generalmente quella in cui risiede il pensiero critico. Questo tifoso fa della Yama la sua unica ragione di vita, passa la settimana tra il Pala e Facebook, e della Yama stessa riconosce solo il bello: il capitan Uncino da combattere è quello spettatore che appena appena si risente quando Leonardi si piazza male in difesa o Marcon non riesce a chiudere un attacco... Giusto per fare due nomi proprio a caso.
Il Peter Pan capita su questo blog solo dopo segnalazione indignata di qualche suo simile, lo legge, gli si alza la pressione, muore, risorge, esorcizza il pc assieme a padre Karras, si cava gli occhi e va a vedere gli allenamenti del pomeriggio.


L'occasionale
".......DAI!......."
L'occasionale, nell'edizione morigerata, si trattiene. Vorrebbe esporsi ma si vergogna, vorrebbe esprimere tutta la sua gioia tifando ma poi ci ripensa, vorrebbe disperarsi per un punto perso dopo un'azione infinita ma l'aplomb prima di tutto. Parla poco, ragiona molto, compra il biglietto per la partita successiva, si smalizia ed entra a far parte di una qualsiasi delle altre famiglie (tranne quella appena sotto).


L'occasionale senza vergogna
"Oh, ma quanto è brava questa numero undici! Va' che roba, sembra l'Italia di Velasco! Quand'è che entra la Piccinini?"
La versione molesta dell'occasionale è uno dei motivi che più volentieri mi spingono in zone Gabardi da tre-quattro anni: se lo prendi in simpatia ti fai due risate e lo erudisci sui fondamenti del volley made in Busto, altrimenti ti fai due risate e basta. In ogni caso si ride. Di solito è un uomo over 40 o una ragazzina under 18, di solito smetti di vederlo dopo la seconda sconfitta in fila, di solito non lo rimpiangi.


La pentola di fagioli
"CAMBIAAAAAAAAA!"
Lo stereotipo dell'italiano medio trapiantato nella pallavolo. Sono sempre stato a favore del sostegno attivo ma liberale, è giusto tifare la squadra ma abbandonarsi ogni tanto a qualche espressione di sconforto non è reato. Ecco, la pentola di fagioli è praticamente il codice penale del tifoso medio: non sostiene MAI le ragazze per cui "tifa", e dalle panche ai seggiolini, dal campo alla panchina, dall'acustica alla posizione del posto, non va MAI bene niente. I Parisimerda, di cui ho già parlato tempo fa, ne sono i capibanda; li si trova spesso in parterre, nascosti dietro un laconico "pago di più, ergo pretendo".


Il fatalista
"sono contento di essere qui, tanto l'anno prossimo Yamamay se ne va, perdiamo gli sponsor e chiudiamo"
E' tutto già scritto: il fatalista sa che a stretto giro di posta non ci saranno più Molten da far volteggiare sotto la cupola legnosa. Appena aprono bocca, prima che li riconosca tu ci ha già pensato la tua mano, impegnata a stringere i gioielli di famiglia.