Le parole di Massimo Aldera, uno dei Master of Ceremony della Futura Volley, valgono tanto. Soprattutto quando arrivano dopo un match che sarebbe già dovuto essere un mezzo crocevia per la regular season.
"L'UYBA non esprime il gioco in modo costante: posso capirlo a inizio stagione, ma ora comincio ad avere un'opinione: da parte delle giocatrici bisogna affrontare con maggiore umiltà le situazioni perché di fronte avevamo ottime atlete, alcune che conosciamo bene, ma che sono di un livello sicuramente non superiore al nostro. Però Casalmaggiore ha giocato di squadra mentre noi abbiamo fatto tanta confusione (...) Non mettiamo in atto le contromisure tattiche che vengono preparate con cura; in campo non vedo fare quel che è richiesto: è tempo di armarsi di maggiore umiltà e cominciare a dare veramente tutto in ogni situazione e aiutarsi di più (...) Il sostegno della società non verrà meno ma c'è bisogno anche di cambiare registro".
Credetemi, nella scorsa stagione era pure divertente dissacrare certe sconfitte e sdrammatizzarci su, giacchè i limiti di quel roster risultavano a tutti abbastanza evidenti (alle prime 10 telefonate che inizieranno con "eh ma siamo arrivati in finale scudetto!", in regalo la action figure di Massimo Dagioni). La squadra attuale è stata invece progettata per arrivare all'ultimo giorno di novembre con una veleggiata comoda in Champions, una delle prime 3 piazze in campionato, e soprattutto una coppa già in bacheca: vedete voi se le attese sono state rispettate. E ci attende un dicembre con Bergamo, Piacenza e Modena tutte in fila, mica Scandicci e Montichiari. Per questo l'affondo di Aldera ci sta eccome: è una strigliata, come dice il titolo stesso che la Prealpina ha dato all'intervista, ma è anche una conferma nella fiducia in questo gruppo. Bastone e carota.
Questo modo di pensare, che presumo sia affine a quello dell'80% degli aventi diritto, non trova troppo seguito presso chi la voce ce la mette dagli spalti, in casa e fuori. La cui posizione è, diciamo così, leggerissimamente più morbida verso le giocanti e leggerissimamente più oltranzista verso i paganti.
Sui social, principalmente quello con la grossa Effe blu, ormai si leggono cose che neanche Ceausescu sotto peyote: chi non apprezza il rendimento in campo delle "splendidissime farfalle magnifiche love love smack smack" è caldamente consigliato di trovarsi altri passatempi domenicali, chi pone quesiti è un nemico (un NEMICO, oh: siamo in guerra e non me ne ero accorto...), chi accenna a un appunto sulla scelta cromatica delle scarpe di Diouf viene crocifisso in sala mensa. L'unica linea di pensiero accettata è: i problemi esistono ma è meglio dire che non esistano, la colpa è di tutti ma è meglio che non sia di nessuno, le ragazze devono scendere in campo cazzutissime e con il sangue agli occhi ma tanto per noi non cambia niente, aspettiamo fiduciosi quelle due settimane di playoff che ci faranno svoltare l'annata, sì sì.
Puf, a terra. (credit: www.volleybusto.com) |
Ho sempre apprezzato lo sbattimento di chi sostiene una società fino allo stremo, non solo a Busto (e detto apprezzamento vale anche per i 3 gruppi precedenti che si sono avvicendati al Piantanida) e non solo nel volley, per questo mi sento particolarmente a disagio nel muovere appunti verso chi ha scelto a gratis di metterci la voce e il tempo libero. Ma "sostegno" non può e non deve fare rima con "cecità", perchè...
Punto primo: accettare acriticamente certe prestazioni, e anzi far quadrato verso chi non sembra aver intenzione di cambiare registro, è uno schiaffo tirato in faccia a una città che per DNA è sì usa a lamentarsi troppo e troppo in fretta, ma che è soprattutto abituata a rimboccarsi le maniche e abbassare la testa di fronte a qualsiasi tipo di avversità.
Punto secondo: anche nel malaugurato caso (e nella remota speranza che "malaugurato" non si trasformi in "impossibile") in cui si arrivi a decidere di lanciare un piccolo-grande messaggio al team, ricordate che una manifestazione del genere non la si inscena per troppo odio, ma per troppo amore; e soprattutto, ricordate che cercare di far capire un paio di concetti alla squadra NON significa non tifare. Se il tutto non fosse abbastanza chiaro, il tifoso sfegatato può facilmente paragonare il suo attaccamento verso la Futura ad un affetto quasi filiale: tenete quindi bene a mente quest'immagine.
Provate per vostra figlia / la vostra squadra un amore viscerale ed estremamente protettivo. Il paragone regge ancora? Molto bene.
Ora, immaginate vostra figlia che torna da scuola con una pagella zeppa di insufficienze: di certo la vostra reazione non sarà quella di riempirla di coccole e caramelle, oppure di incolpare i professori rei di non comprendere il talento cristallino del sangue del vostro sangue. Nè, immagino, riterreste necessario riempirla di cinghiate inscenando metodi educativi che Montessori levati. Esiste la via di mezzo da cui tutti possono trarre vantaggio: si può mantenere la stessa linea - ovviamente affettuosa - di sempre pur essendo un tantino più rigidi del passato, in modo tale che il vostro tesorino in erba capisca di doversi impegnare nei propri compiti. Questo, signori miei, è AMORE.
Busto è sempre stata una piazza "avanti": la stabilità societaria è la causa di una tranquillità regalata a chi con il volley ci mangia, il tutto contornato da una piazza spesso esigente, ma sempre calorosa.
Ora pare che una certa mentalità del "volemose bene" stia facendo diventare Busto uguale al paese di Bengodi, dove, se indossi una maglietta rossa con paillettes e sei abilitata a mettere i piedi sul taraflex, niente ti è richiesto e tutto ti è concesso.
Bah, contenti voi contenti tutti. Io però non ho mica più tanta voglia di mettermi una benda sugli occhi dopo gare in cui si dura un set quando va bene.
Ineccepibile ... Si puo' dire ? :)
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Eliminahahahahahaha...... fatti vedere dalla parte del settore ADF che ho due parole da scambiarti.....Pagliaccio!!!!!
RispondiEliminaRifiuto l'offerta e vado avanti, signor U. Anonimo (oppure A. Utente, non ricordo mai se Blogger visualizza prima il nome o il cognome).
EliminaSapevo che il momento della caccia alle streghe sarebbe arrivato sin da quando ho premuto il tasto "pubblica" sul primissimo post di questo blog: poi ci si chiede per quale motivo non metto in calce dati anagrafici, codice fiscale e deviazioni sessuali... Relax, è solo volley: una risata seppellirà anche questo periodo un po' così. Nel frattempo provo a cimentarmi con naso rosso, clavette e monociclo: magari non risulterò più simpatico, ma di sicuro più appariscente!
Chiaramente non piacerà ai cultori del selfie a due dita orizzontali con le giocatrici. Ma la tua valutazione è lapalissiana!
RispondiEliminaUn tifoso della prima ora!!
In tutta onestà non vedo nulla di male nell'autofotografarsi con qualsiasi personalità sportiva. La cosa più divertente di tutte è però notare come questo post sia passato per una spietata accusa verso tutto il tifo organizzato. In realtà credo abbia dato fastidio solo a chi è uso ad altre pratiche di "selfie": non fotografico, non pornografico, ma mentale. Dubito con forza che certi soggetti facciano parte della maggioranza del pubblico che anche ieri si è espresso a proprio modo.
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