venerdì 5 dicembre 2014

Croci, delizie, misteri

 
credit: www.varesenews.it

Eh la peppa, 2500 contatti solo per aver fatto mezzo riferimento al tifo organizzato! Forse sarei riuscito a suscitare più reazioni solo se avessi dato al post un titolo tipo "Marcon è un capitano alla Schettino" (rogo e impalamento del cadavere), "Perry ha il culo flaccido" (scomunica), oppure "Parisi vattene" (beatificazione)... Purtroppo avrei dovuto pensarci prima. I signori in rosso stiano tranquilli per il futuro: anche se l'argomento a quanto pare tira parecchio, prometto che non parlerò più del pubblico.
Infatti, in questo post, parlerò del pubblico (hi hi). Ma non del lato ultras, quello lo escludo proprio altrimenti apriti cielo: semplicemente degli spettatori che affollano le sedute in viale Gabardi, perchè nell'ultimo match sono successe cose interessanti. E ancora, è giusto partire un'altra volta da alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa: stavolta le parole arrivano proprio da coach Parisi, e ogni periodo apre un tema primario sul momento biancorosso.

"Questa per noi era una partita molto difficile e complicata perché c'era solo da perdere: siamo in difficoltà e si sono visti ancora i nostri problemi, ovvero che a causa della troppa tensione non riusciamo a esprimerci (...) Busto è diventata una piazza molto esigente."

Da tre stagioni a questa parte giocare al Palayamamay è difficile per le avversarie, ma è difficilissimo per le biancorosse: figuriamoci l'ambientino che salta fuori quando ci si riesce a mettere nei guai pure contro Forlì, team che, in contumacia Aguero e Cardullo, sarebbe forse da B2. E non è che la piazza sia diventata esigente a caso, intendiamoci... Come già detto in precedenza la stagione è iniziata con proclami roboanti e lotta dura senza paura annunciata su ogni fronte, ci si è ritrovati a lasciare per strada una supercoppa e a soccombere in campionato contro Montichiari e Casalmaggiore; normale che, senza riuscire ad acquisire un risultato certo neanche con una delle squadre più scassate della lega, il popolino abbia iniziato ad agitarsi. A farne le spese è stata Wolosz, forse non nella sua peggior serata, ma di certo vicina alle prestazioni di una palleggiatrice di vertice più o meno quanto Galeazzi è vicino al suo peso forma.

"Quando l'ho rimandata in campo non l'ho fatto per recuperarla. Non ho pensato agli applausi del pubblico. Ho scelto per quel che ho visto: Camera non ha dato la qualità che volevo in posto 4 e quindi, visto l'andamento del set, ho rimesso Asia (...) Ma non è solo un suo problema: in generale bisogna riuscire a liberarsi dalla preoccupazione per giocare più sciolti."

Il secondo set è una tortura e Parisi toglie dal campo proprio la regia titolare: fuori Wolosz, dentro Camera, da TUTTO il palazzetto si solleva un applauso più di amara goliardia che di sostegno.
Se ne sono dette di ogni e ne ho sentite diverse, durante e dopo: chi ha sostenuto che gli scrosci erano tutti per Asia, per la sua mirabile capacità di mandare fuori giri pure Lyubushkina e per evitare che attaccasse lo stesso virus anche all'unica che stava mettendo palla di là, ovvero Diouf.
Chi invece affermava che no, Wolosz stava andando pure bene, e il battimani era tutto per il coach che finalmente è riuscito a percorrere la strada della sostituzione. Onestamente pensare che un allenatore venga applaudito, sarcasticamente o no, per aver tolto dal campo una giocatrice che non se lo meritava mi pare una roba da Darwin Award, oppure una (dis)abile arrampicata sugli specchi a difesa dell'atleta stessa, ma ormai non mi stupisco più di nulla.
Di fatto quegli applausi hanno riscattato entrambi: la biondina polacca ha succhiato linfa vitale dai gesti di scherno e s'è mangiata il taraflex nell'immediato rientro, il burbero calabrese ha dimostrato - ancora una volta - che se la folla pretende un conducator malleabile, forse dovrebbe guardare altrove.
Intanto la partita prosegue, le ospiti pareggiano e la Uyba si sgonfia come un soufflè bucato.

"Comunque sono contento per i tre punti e per la reazione che ha avuto la squadra dalla metà del terzo set."

Ordunque, cosa sarà mai successo a metà del terzo set? Dai, non fate finta di non ricordare. E non s'offendano i sostenitori duri e puri, che ce l'hanno messa tutta (spero di non avere urtato la sensibilità di nessuno almeno con questa frase!).

Chiariamoci, è un atto che odio, è irrispettosa; di certo è ciò che più si allontana dal mio pensiero riguardante l'"invito a reagire" dello scorso bastonatissimo post. Però in quella famigerata metà del terzo set, due secondi dopo un pallone toppato in difesa, sono partiti dei fischi dagli spalti, pochi ma udibilissimi. I primi della stagione.

Casualmente in quel momento Forlì conduceva di 4 punti, e il set è finito 25-17 per Busto. Altrettanto casualmente il set successivo praticamente non si è giocato. Di conseguenza si può affermare che Marcon e compagne hanno chiuso ermeticamente la partita da quel preciso istante.




Non condivido per niente il suono emesso da quel nugulo di tifosi adirati; però, chissà perchè, mettere un pizzico di pepe sopra certi tonici deretani porta sempre a effetti benefici. Altro che il Chrüterchraft nelle caramelle Ricola...


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