venerdì 29 novembre 2013

Gimme Hope, Joanna!


credit www.volleybusto.com


E' incredibile come il gioco del volley diventi piacevole, quando la squadra per cui fai il tifo inizia a potersi definire davvero "squadra". Nel match contro la Foppa, infatti, si è dimostrato quale differenza possano fare ricezione e muro-difesa - hai detto niente! - nell'economia di una partita, e allo stesso tempo quanto questi due aspetti vadano ad influire nel rapporto tra palleggio e attacco (bonjour, monsieur La Palisse). Leonardi e Garzaro fuori dal letargo sono una vera e propria gioia per gli occhi.
Ben poco casualmente il match di domenica ha avuto un'altra piacevole costante, ovvero l'alto rendimento di Wolosz. Una botta di culo? Non credo proprio: il 14 biondo sta facendo vedere che con la biglia in mano ci sa fare, quando agevolata da una seconda linea al di sopra dell'umana decenza.
Parliamoci chiaro, Asia ci ha messo molto di suo (e i margini di crescita restano larghissimi) per lasciare Busto al di sotto della china in certe occasioni, leggasi trittico di gare con Casalmaggiore; sommando le sue mancanze a una mole di palloni sbilenchi dalle retrovie che sarebbe stata sufficiente a far rinnegare a Velasco la famosa cultura degli alibi, l'ovvio risultato è stato un pacchetto di batoste da k.o., poca fluidità e un gioco pulito quanto la cucina di un ristorante cinese. Anche l'alzatrice dalle mani più fatate del regno va aiutata: la riprova ce l'ha data Lloyd alla guida del Titanic-Conegliano, colato a picco in supercoppa di fronte all'iceberg delle sbavature in copertura. A tal proposito credo che nella zona di Busti Grandi e limitrofi sia saltato qualche tappo di spumante (o di prosecco), ma questa è un'altra storia...
Insomma, la squadra aiuta il regista e il regista fa salire di tono la squadra: dalla vittoria con Bergamo le farfalle paiono uscite alla chetichella dal giretto a scrocco sulle montagne russe. Tolta dal conteggio l'ampiamente giustificabile Ortolani, per la quale non dev'essere facile arrivare a ogni finale di partita con una condizione fisica pari a quella di Giampiero Galeazzi dopo tre rampe di scale, era ora che lo starting six trovasse una quadra.
E lo dico con tutta l'onestà del mondo: ho visto grossi progressi anche nel match di Champions, segno che non sempre uno 0-3 è sinonimo di totale sventura. Di certo non fa allegria, ma potrebbe alzare il morale se preso nel modo giusto: la sconfitta contro il Galatasaray (un gruppo che fino a qualche anno fa avrebbe comodamente trovato casa in Italia, e invece oggi ci tocca vedere Angeloni titolare...) ha visto comunque proseguire in parte alcuni dei trend messi in luce domenica scorsa. Francamente ho riscontrato la grinta messa sul taraflex domenica anche nei primi due set di mercoledì, pur con Buijs ai minimi termini, la solita monodimensionalità di Marcon (ma ormai credo che ce la dovremo tenere così) e l'avversario leggerissssssssimamente più forte; sotto l'aspetto della lucidità e della continuità c'è invece da lavorare parecchio, soprattutto nella gestione dei finali di set (ad esempio il braccio a banana di Arrighetti nei momenti in cui la boccia scotta grida ancora vendetta), ma anche qui si sono visti decisi passi avanti rispetto alle prime uscite stagionali.


Sta per arrivare quindi il fatidico Wolosz-time? Anche alcune parti della canzone che dà il titolo a questo post indurrebbero a ben sperare, benchè le tematiche originarie messe in rima da Eddie Grant non si defecassero il volley neanche di striscio (incredibile a dirsi: pare che, ai tempi, una bazzecola come l'apartheid in Sudafrica fosse considerata un pelino più importante del rendimento di una palleggiatrice dal capello pomatato); la controprova l'avremo martedì, in cui la UYBA dovrà provare ad aggiustare il bilancio tra le mura amiche di una vittoria, due sconfitte e un pareggio - suvvia, il tie break di coppa Italia contro la Pomì era solo un apostrofo rosa tra le parole "t'elimino" - all'interno delle mura amiche contro un avversario mostruoso (no, non sto parlando dell'aspetto fisico di Montano).
La speranza di vincere e proseguire il cammino in Europa - qualsiasi Europa - è tale e quale al pallone da gara: passa dalle mani del regista in campo. E quindi, cara Joanna, regalaci una notte da sogno... Before the morning come.


lunedì 25 novembre 2013

Il commento tecnico

Mercoledì perdi con Casalmaggiore facendoti prendere a pernacchie dalla prima Zago che passa.
Quattro giorni dopo vinci con Bergamo, praticamente senza neanche far mettere il piede in campo alle avversarie.

Ecco il mio commento tecnico:


giovedì 21 novembre 2013

Frutti della crisi: il bigino delle giustificazioni bustocche

 
 

CAPITOLO 1: LA GIUSTIFICAZIONE ESOTERICA
 
1.1 - La maglia nera (se si è usata la maglia nera)
 
"Eeeeeeh, si sa che la maglia nera porta sfiga!"
 
1.2 - Il rinculo della maglia nera (se nel match precedente si è usata la maglia nera)
 
"Eeeeeeh, ci portavamo dietro ancora le scorie della maglia nera... La prossima andrà meglio!"
 
1.3 - La maglia nera in quanto tale (evergreen)
 
"Eeeeeeh, l'esistenza della maglia nera - che, si sa, porta sfiga - condiziona le nostre prestazioni: bisogna tornare alla bianca, come nell'anno del triplete!"
 
CAPITOLO 2: LA GIUSTIFICAZIONE STORICA
 
2.1 - Eye of the tiger
 
"Non sono preoccupato, perchè finalmente oggi ho rivisto negli occhi di [giocatrice con una certa esperienza] lo stesso sguardo che aveva nella stagione in cui giocò benissimo".
 
2.2 - Art Attack
 
"Non sono preoccupato, perchè [giocatrice che attacca] sta ricominciando a piazzare quei colpi che l'hanno resa celebre nel panorama del volley... Siamo chiaramente in crescita!"
 
2.3 - Repetita iuvant
 
"Non sono preoccupato, perchè anche [squadra random] nella stagione [campionato disputato prima del 1974, per ostacolare eventuali ricerche] è partita così e poi ha vinto in carrozza lo scudetto".
 
ATTENZIONE: in caso di utilizzo di giustificazione 2.3 nei confronti di persona con sufficiente memoria storica o particolare celerità nell'utilizzo di internet tramite smartphone, passare immediatamente al capitolo 5.
 
CAPITOLO 3: LA GIUSTIFICAZIONE ABITUDINARIA
 
3.1 - Tifoso dispettoso
 
"Per me la colpa è di [persona a caso del pubblico, meglio se conoscente comune]: io gliel'ho detto di sedersi al posto in cui si era messo quando [ricordo di vittoria epica] per farci uscire dal tunnel, ma non mi ha voluto ascoltare!"
 
3.2 - Tifoso astioso
 
"Per me la colpa è di [persona a caso del pubblico, meglio se conoscente comune]: quando abbiamo [ricordo di vittoria ancora più epica] ha insultato la mamma dell'allenatore ospite. Gli ho detto di infamare l'albero genealogico di [coach avversario] fino alle radici per farci uscire dal tunnel, ma non mi ha voluto ascoltare!"
 
3.3 - Tifoso schifoso
 
"Per me la colpa è di [persona a caso del pubblico, meglio se conoscente comune]: lo sai che il giorno in cui [ricordo di vittoria EPICISSIMA] non si era lavato? Gli ho chiesto di restare puzzone anche oggi per farci uscire dal tunnel, ma non mi ha voluto ascoltare!"
 
ATTENZIONE: evitare la giustificazione 3.3 in caso di conoscente suscettibile e interlocutore chiacchierone.
 
CAPITOLO 4: LA GIUSTIFICAZIONE STATISTICO-SABERMETRICA
 
4.1 - Livello studente
 
"Sì, siamo in difficoltà, i numeri però dimostrano che in fase di [fase di gioco anche solo appena appena accettabile secondo il tabellino della partita] la squadra è migliorata tantissimo: vedrai, si ripartirà da qui per ricominciare a vincere".
 
4.2 - Livello Pico della Mirandola
 
"Sì, siamo in difficoltà, i numeri però dimostrano che l'ottima fase difensiva di [giocatrice che riceve] consente al palleggio di giocare maggiormente su [giocatrice che attacca] e aumentare al tempo stesso la pericolosità offensiva del 18%: siamo sulla strada giusta".
 
ATTENZIONE: alla voce "Giocatrice che riceve" è sconsigliabile menzionare Buijs.
 
4.3 - Livello John Nash
 
"Sì, siamo in difficoltà, i numeri però dimostrano che la somma di muri subiti da [giocatrice random] diminuisce quando si copre maggiormente il posto 6 sugli attacchi delle avversarie più alte di 1 metro e 84; moltiplicando quindi il rapporto tra partenze da titolare e ricezioni perfette al voltaggio dell'impianto di illuminazione, si evince in maniera palese che il muro può aumentare di efficacia in rapporto pari alla radice quadrata dei decibel espressi dalla voce del libero ospite".
 
CAPITOLO 5: LA SUPERCAZZOLA
 
"Come si esce da questo brutto periodo? Sicuramente sedendosi al solito posto della maglia nera sotto i riflettori di sbidigiuda, questo sempre che [giocatrice random] continui a non lavarsi come nella stagione [campionato random] in cui la pericolosità offensiva di [altra giocatrice random] sfiorava l'altezza dell'albero genealogico di [allenatore random] con scappellamento a sinistra; in fondo lo dice anche [giornalista random] che le scorie di sfiga del torneo precampionato giocato a [città random] si possono eliminare con numeri come se fosse Antani".
 
ATTENZIONE: usare con cautela e solo in caso di repentina possibilità di fuga. Dopo l'utilizzo, areare il locale.

lunedì 18 novembre 2013

My head is a jungle



Una prestazione bella però brutta, in una partita che si divide in due, per un giudizio univoco ma anche no, a fronte di un'eliminazione che poi tanto ci ripescano.

E che minchia di casino, scusate il francesismo.

Ieri mi è venuto da ripensare a tutto il proselitismo che da anni attuo verso i miei amici tigrotti o presunti tali, per invogliarli a seguire "uno sport bello, senza esasperazioni, e soprattutto sano!". E meno male che in tanti non mi hanno neanche cagato di striscio, perché ci hanno guadagnato in salute: ormai è una certezza, seguire questa squadra fa diventare bipolari.

Per quanto sia una bestemmia per i puristi, analizzare la partita tabellino alla mano è una gioia per gli occhi. C'è però da dire che tutto quel che si legge su carta si è visto in campo: attacco sopra al 44%, pochissimi errori per una partita ai 5 set, addirittura una somma di muri (16) che forse non si vedeva dai tempi di Pertini presidente. Una palese percezione di superiorità anche nei tratti di gara in cui le avversarie comandavano il punteggio. L'unico fondamentale fuori statistiche, ovvero la difesa, è risultato insolitamente sotto tono ma di sicuro non ha affossato le farfalle; anche l'aspetto mentale, pur tra alti (Arrighetti e Supermamma Ortolani) e bassi, è parso assai meno ondivago delle uscite precedenti.
Un match gradevole in cui la UYBA è stata in grado di tenere a bada la Pomì, che comunque, a differenza di otto giorni prima, si è dimostrata decisamente meno Lipicer-dipendente: l'ascesa di Sirressi e di Gennari, tornata a mostrare ottime cose in A1 (e meno male, perchè serve al campionato), ha reso molto più combattuta una sfida in cui Busto ha prevalso in maniera continuativa su parecchi fronti. Anche il secondo set vinto dalle ospiti è risultato funzionale al "disegno", in quanto 1)Casalmaggiore se l'è meritato soprattutto nelle ultime battute, e 2)avrebbe dovuto rendere più epico il finale, con un 3-1 già scritto e un golden set all'ultimo sangue.


Tutto buono (o quasi), tutto giusto (o quasi). Fino al 24-21 del quarto.
Da qui in poi, possiamo buttarci di testa in una vagonata di discussioni assortite meglio di un sacchetto di cioccolatini Lindt: sulla parte difensiva che non ha alzato l'asticella quanto quella di Casalmaggiore, su Wolosz che - nonostante tutto - almeno un paio di palloni avrebbe potuto darli al centro, su Buijs unica opzione seria in attacco, su Ortolani arrivata a quel punto del match con la lingua penzoloni, su Bianchini che magari una passeggiatina in campo se la sarebbe pure potuta fare, su Parisi e la sua scelta di tenere invariato il posto 2.
Come è valso (all'opposto) per quei 2 minuti e mezzo che ci hanno portato allo scudetto 2012, il pollice alto è virato pericolosamente verso sud a causa di una manciata di azioni, tutte decisive. Perchè è inutile prendersi per i fondelli: se una di quelle quattro palle avesse toccato il quadratone rosa sponda Pomì, a quest'ora si parlerebbe di un grande recupero, di vecchio cuore biancorosso, di giocatrici senza macchia e senza paura che se la sono giocata fino in fondo. E probabilmente a mancare è stata la componente che, più di tutte, avrebbe dovuto annichilire proprio quella macchia e quella paura, alla faccia di tatticismi e tecnicismi.


...Ops, stavo parlando di cosa è mancato e ho scritto "quattro palle"? Lapsus freudiano, tanto per restare in tema psicologico...

Va beh, poco male: si è dimostrato un turno di coppa Italia pressochè inutile per la nostra qualificazione ai quarti, a meno che non si riesca nella mission impossbile di arrivare terzultimi alla fine del girone di andata.
Ohi ohi, tanto male: vincere la doppia sfida sarebbe stato un boost morale utile anche a mettere paura alle avversarie di prima fascia. Ora siamo noi, in campo e fuori, ad essere timorosi di pressochè chiunque. E meno male che con Forlì si è già giocato...


C'è anche un episodio fuori campo che meriterebbe di essere analizzato, ed è quello dell'abbandono di parecchi alla fine del famigerato quarto set. Ieri m'è capitata a poca distanza una coppia sulla trentina, pur trepidante ma assolutamente pacata per tutto il match. Durante la transumanza del secondo anello, il lui del duo si è scatenato: applausi ironici verso chi prendeva la via dell'uscita, frasi pepate ad indicare lo scarso attaccamento al vessillo biancorosso.
Il mio primo pensiero: "Bravo ragazzetto, digliene quattro! Hai tutto il mio appoggio!".
Ovviamente, a sostegno del consistente filo logico che lega le sinapsi del mio cervello, la seconda conclusione è stata "Certo, però... Con nulla in palio, a questi qua chi glielo fa fare di restare?".
Bipolarismo is running wild. E in questo caso è proprio il gioco della pallavolo che bastardamente ti porta sulla via del disturbo mentale, accompagnandoti pure con la manina: non mi sembra che altri sport sfruttino la differenza set su sfide di andata e ritorno, rendendo a volte inutile un pezzo di sfida che però va comunque disputata (e con questo non sto dicendo che le regole Cev in vigore fino allo scorso anno fossero cosa buona e giusta, ANZI!). Onestamente: io non ho mai pensato di andare via, anche solo per una certa morbosa curiosità nel vedere il piglio che avrebbe messo la mia squadra nel tie break di cartone (in cui devo dire di aver molto apprezzato Garzaro, poi spero che in un futuro prossimo si ricordi che le partite iniziano dal primo set). Però, altrettanto onestamente: se andaste al cinema a vedere un thriller-poliziesco dove il cattivone iperpubblicizzato nei trailer viene debellato a metà pellicola e i protagonisti se ne stanno poi a bighellonare tra loro senza un reale perché, non vi verrebbe la voglia di alzare le chiappe e farvi una bella cioccolata calda al bar di fronte?

Sì. O forse no. Dottori, dov'è il mio litio?

lunedì 11 novembre 2013

L'eterna lotta tra il bene e il male - Il pomofiore

credit Volleybusto.com (a parte le due eteree entità)



PalaPomì di Viadana, sabato 9 novembre, ore 22.40.

* PUFF! *

"Sostegno."


"...Sostegno?"

"Sostegno. Sostegno. Sostegnosostegnosostegno."


"Oh cacchio! Che ti è successo, sei stanco? Ti sei fatto male? Appoggiati pure qui, sostieniti a me..."

* PUFF! *

"Guarda che l'azzurrino non ha nulla, vuole solo dire che devi sostenere comunque la squadra..."

"Ah, meno male!"

"...E il fatto che tu non ci sia arrivato, dovrebbe farti capire che sta dicendo una vaccata."

"Beh, diciamo che non è un bel momento..."

"Certo che no, è un PESSIMO momento! Un po' di sana contestazione, dai: magari queste belle addormentate si svegliano e ci sciorinano un po' di sano volley polenta e bruscitti, come piace a noi."

"Sostegno! SOSTEGNO!!! Cosa c'è da contestare?!? Non sarà certo il miglior momento nella storia della Futura, ma che senso ha criticare adesso? Troppo comodo salire e scendere a piacimento sul carretto dei vincitori!"

"Giusto, massimo sostegno! Così nessuna si leverà mai la paglia dal sedere. Quando sono andate a raccogliere l'applauso ho allungato l'occhio sulla panchina e ho visto certe facce abbastanza eloquenti... Mi sa che la pensano come me, ma non lo possono dire."

"L'importante è esserne convinti, mio piccolo amico cornuto. Chi sta in panchina è il primo a sapere che le cose miglioreranno lavorandoci su, magari anche a brutto muso; serve solo avere fiducia e attendere. Tanto, sarà mica questa la vera Yama..."

"Noooo, infatti, è quella finta. Guarda, in banda ci sono le Winx, al palleggio Sailor Moon, mentre al centro siamo ben coperti da Barbie e sua sorella Skipper. Il pupo siciliano coi fili annodati a fare da coach, poi, è uno spettacolo. Quand'è che inizia la vera partita di Coppa Italia, quindi? Con delle vere giocatrici e un vero tecnico?"

"Simpatia portami via... Intendevo dire che da qui in poi si possono solo fare passi avanti. Ammettilo: Wolosz non può crescere? E Garzaro? E' solo una questione di intese e di forma fisica, non è che sono diventati tutti brocchi all'improvviso!"

"Quel che mi chiedo non è il quando, è il se. Garzaro che saltella a casaccio anche quando Camera ci prova con delle finte di sopracciglio non ha nulla a che fare con la forma fisica, così come la svagatezza di Wolosz nei momenti caldi non ha nulla a che fare con l'intesa tra lei e le compagne. Oh, gli unici due set tirati li abbiamo persi, e fanno scopa con il tiebreak contro Ornavasso. E non parliamo di come è finito il match stasera, chè anche le veterane si sono ricordate di stare in campo solo quando ormai il baratro si era già superato da un pezzo. Che c'entra lo stato di forma? C'è da cambiare la testa! E c'è da farglielo capire!"

"Arriverà anche la giusta mentalità, insieme a tutto il resto che ho già menzionato: tempo al tempo. E bisogna sempre considerare che siamo incompleti, manca un opposto di ruolo che possa tenere stabilmente il campo e rendere il gioco più imprevedibile."

"E certo, invece Casalmaggiore era proprio a pieni ranghi, eh? Bacchi stampellata a bordo campo non la consideriamo, no no... Non consideriamo neanche che siamo passati in vantaggio solo perchè loro hanno fatto zero su tredicimila in attacco e perchè Marcon ne ha messa una via l'altra. E figurati se poteva durare più di un set..."

"Ok, ok, ma non è tutto nero come lo descrivi: ci sono state anche delle note positive! Vogliamo parlare di Buijs, che ormai è un punto di riferimento?"

"Brava eh, un bel braccione. Peccato che in difesa sia un punto di riferimento per le avversarie, visto che è 'na pera cotta."

"Certo, ci sono solo difetti per te. Non vogliamo anche dire che questa squadra ha un potenziale da prime quattro posizioni in campionato?"

"Non vogliamo anche dire che questa squadra ha una mancanza di idee da fare invidia a un bimbominkia di fronte a un telegiornale?"

"UMPF! Ti ricrederai, sarai costretto a ricrederti! La Yama risorgerà dalle sue ceneri, e dovrai ammettere i tuoi torti: per questo le ragazze vanno sostenute sempre, vanno spronate a fare sempre meglio!"

"Certo che vanno spronate, ma non a carezze e bacetti! Stasera abbiamo preso una salva di pomodori marci nella terra della Pomì, nonostante tutto c'è chi se li mangerebbe con gusto, pur di non ammettere l'evidenza. Sarei ben felice di vedere un po' di bel gioco, quindi il messaggio va inviato chiaro a queste principesse sul pisello!"

"Non transigo: SOSTEGNO!"

"CONTESTAZIONE!"

"SOSTEGNO!!!"

"...Scusate..."

"CHE C'E'! Non vedi che siamo impegnati?!"

"...Qui non c'è più nessuno, sono andati tutti a casa. Me ne andrei anch'io..."

"Benissimo, un'altra occasione persa per far sentire la voce del tifoso. Complimentoni, Miche'!"

"Michelino, certo che quando ti ci metti non ne fai una giusta... Quanta pazienza ci vuole con te!"

* PUFF! *

* PUFF! *



lunedì 4 novembre 2013

La sindrome di Harvey Dent

(credit varesenews.it)
 
"Two faces... just like this mirror. Two faces and two minds. Can't fix them until they're one. Right? Right?"
 
Diciamocelo: era da un pezzo che non si vedeva una partita così. Diciamoci anche che non avremmo voluto vedere una partita così per un altro pezzo ancora, e chiudiamo il circolo delle considerazioni ovvie. Partiamo dai primi due set fotocopia? Farfalle inesistenti e incostintenti, nel finale del secondo si è assistito a un tentativo di salvataggio talmente comico... Ma comico grezzo, alla Soliti Idioti per intenderci... Che pensavo sarebbe sceso il tendone di "scherzi a parte" nel giro di 20 secondi al massimo.
Beh, non è sceso. E' caduta ogni palla che la squadra di casa ha anche solo immaginato di attaccare, non quello stramaledetto tendone. E mentre Parisi si chiedeva ancora se si fosse nel bel mezzo di una burla, per stemperare il clima ha usato la panchina (oltre a una probabile mezza dozzina di bestemmie). Ortolani praticamente da subito per Bianchini, che merita il campo - e non certo in posto 2 - tanto quanto Serena ha bisogno di trovare una condizione stabile. Petrucci per Wolosz, che nella sua vita ha gestito il gioco così male solo dopo essere stata reduce da un rave di 6 giorni nelle brulle campagne di Katowice. Michel per l'unica centrale sacrificabile senza provocare una guerra termonucleare, ovvero Garzaro.
Tra un'alzata di paletta e un abbassamento della mia sacca testicolare, tanta ma tanta pochezza. Non aspettava altro Ornavasso, che sa pungere proprio come la sua mascotte. Questa è una squadra che sembra essere in missione, ha coraggio, sicurezza e l'aggressività di un cane antidroga di fronte a Lapo. Ha in campo giocatrici che hanno iniziato la cavalcata dalla B1; ed è lì a portare al quinto Modena, a scherzare Frosinone e a piazzare il 2-0 davanti a tutto un paese sceso dal verbano. Sempre a punti nelle prime tre giornate, in cui ha affrontato due squadre della cosiddetta "prima fascia". Se i due centrali biancorossi sono andati in crisi davanti a Lloyd martedì, qui sono stati buggerati da Noemi Signorile: meriti dell'alzatrice al pari dei demeriti altrui, ma francamente il nome basta per capire che non si sarebbe potuto andare avanti così.
E infatti: improvvisa virata dalla metà del terzo set, che viene da chiedersi se abbiano ritrovato un minimo di motivazione o se abbiano nascosto le controfigure in qualche sgabuzzino del Palamico. La Yama si riscopre concreta, e pure bella. La metà difensiva biancorossa sembra impenetrabile, Asja sembra riprendersi in mano le redini del puledro imbizzarrito, Ciara sembra addirittura una giocatrice di volley. Terzo e quarto set vinti in carrozza e fischettando, basterebbe arrivare alla fine sulle ali di un entusiasmo ritrovato. E invece no: ennesimo blackout e due punti meritati alle giallonere.
 

Francamente, una squadra che passa così facilmente dagli altari alle polveri ha problemi ben più gravi della tenuta fisica. Una storia alla Harvey Dent, nemesi di Batman meglio conosciuta dai più come "due facce" (mi riferisco alla storia dei fumetti DC, non alle trasposizioni cinematografiche che hanno calpestato il personaggio): procuratore distrettuale tutto d'un pezzo e poi efferato criminale, quindi riabilitato e infine nuovamente caduto. Il tutto dettato da una psiche fragile, che lo costringe a passare con spietata facilità da bene a male e viceversa.
Qual è il problema che attanaglia le farfalle e le costringe ad assumere questa doppia personalità? C'è sicuramente da crescere, ma gli automatismi ci sono e non lo si può negare, a meno che i set vinti siano stati così mendaci da far arrivare messaggi distorti; la nostra resta una squadra che può giocarsela con tutti, ma che allo stato attuale sarebbe anche capace di perdere contro chiunque... Perchè? Verrebbe da pensare che talune sicurezze andrebbero infuse dall'alto, poichè gli stessi problemi si vedono da un pezzo. E non necessariamente dal coach, ma anche da tutto ciò che naviga intorno al mondo Uyba. Problemi di continuità del progetto non dovrebbero essercene: so che il d.g. Aldera ha detto che economicamente si naviga a vista, ma a meno che non abbia pronunciato queste parole mentre piangeva rannicchiato a terra (ne dubito, avrebbe fatto più notizia) non mi sembra una situazione così disperata. Cosa ci impedisce di conservare una mentalità vincente come avviene ad esempio a Bergamo? Non sarebbe neanche male evitare episodi poco edificanti: Lucchetta in telecronaca ha fatto capire che il nuovo cambio Wolosz-Petrucci sia stato "caldamente" suggerito da una giocatrice, leggiucchiando qui e là ne avuto la conferma del nome. Ecco, in altri ambiti credo che questo non sarebbe successo.
Chiariamoci, non è il caso di fare drammi e nessun obiettivo ci è precluso: si può e si deve migliorare anche dal punto di vista mentale, per lasciarsi alle spalle i parziali negativi e ripartire di slancio. Anche perchè Busto Arsizio, in queste giornate uggiose, assomiglia fin troppo a Gotham City...

sabato 2 novembre 2013

Scream

Oltre al ricordo di Giulia Albini, che un brutto dì ha deciso di non potercela fare, per il sottoscritto Ornavasso è una reminescenza ben più dolce.
Non è la storia della pallavolo pane e cipolle che sale al piano dei divoratori di caviale. Non è il bel tifo giallonero, non è Ikic che nel 2010 ci massacró con la sua Pavia, non è il furto (inteso come colpo di mercato) Chirichella, non è la comunque ex Ghilardi.
E' uno scroscio di applausi. Spontaneo, superficialmente indecifrabile ma logicamente ineccepibile.
Uno scroscio di applausi che durante tutta la scorsa stagione ha accolto ogni ingresso in campo di una ragazza meritevole di calcare i palcoscenici di A1 con più costanza, ma chiusa tra due mostri sacri del ruolo. Dimostrazioni di affetto dal pubblico bustocco, ormai di bocca buonissima, che ha vissuto gli alti delle sue urla e i bassi del suo infortunio.
Una genuinità e un'esuberanza da Triplete; impossibile non affezionarcisi.

Ecco perchè, anche se non sarà della partita, Ornavasso ha il sapore di Giulia Pisani.