giovedì 31 ottobre 2013

I pensierini della ser(v)a: No Euro?

(credit varesenews.it)

Direi di cominciare da...

CHAMPIONS LEAGUE: al momento questa Europa non ci appartiene, abbiamo davanti troppe squadre più in condizione, più rodate a questi livelli o semplicemente più forti. Certo, abbiamo avuto sfiga nei sorteggi: fossimo capitati in un girone merdo con Bacau, Dabrowa Gornicza, Rappresentativa Vaticana o Sambenedettese (il gruppo F, insomma) forse potremmo raccontare una storia diversa, ma la realtà è questa. La sconfitta con l'Imoco è ineccepibile, ora serve ritrovare la concentrazione perchè l'unico modo di restare almeno aggrappati alla coppa "di servizio" è vincere le prossime partite casalinghe. E servirà la migliore Busto, con il migliore contorno.

Il che mi porta a parlare di...

ATMOSFERA: prima stagionale al Pala, brividi autentici, perchè aprire le porte di casa con una Champions non è cosa di tutti i giorni. Peccato per il risultato, appunto, ma qualche interessante indicazione si è avuta.

Il che mi porta a parlare di...

IMPRESSIONI: Bianchini promettente ma acerba, Marcon sicurezza a tutto tondo. Assiomi che si sono rivoltati come un calzino in un palpitante martedì sera. Marika mette sostanza nella sua prima uscita continentale, tanta violenza e una sicurezza da fare impallidire pure il responsabile 626. Captain Cisky incappa invece in una di quelle serate che vanno storte proprio quando non devono... Balla sia in ricezione (ma qui è in grande compagnia) che in avanti, dove si fa rispedire tanti di quei colpi che sembra di giocare al tamburello.

Il che mi porta a parlare di...

MURO: 5 Busto, 18 Conegliano. Un po' come un match di basket dove catturi 15 rimbalzi contro i 50 degli avversari, o come una partita di calcio con 3 rigori a sfavore: puoi pure vincerla, ma le tue speranze sono ridotte a un moncherino di candela. Va detto che il dato è drogato dalla performance della palleggiatrice ospite, che s'è portata a spasso col guinzaglio Garzaro e Arrighetti.

Il che mi porta a parlare di...

CARLI LLOYD: scommetto che neanche il suo miglior tifoso avrebbe potuto immaginarsi un'accoglienza migliore (no, neanche il mio angioletto custode). Giornali e siti che hanno coperto la partita parlano per la maggior parte di indifferenza: a me è parso di sentire uno scroscio di applausi, a fronte di meno di una decina di fischi che - mi è permesso? - ci possono pure stare. Finita 'sta colossale odissea nello spalto, è iniziata la partita; e Carli ha cominciato a spiegarla meglio di un professore del Cepu.

Wolosz, impara alla svelta, chè se solo ti avvicini a questo livello possiamo toglierci delle soddisfazioni.

Il che mi porta a parlare di...

CONEGLIANO: ahò, attualmente solo una spanna sopra di noi perchè a tratti han dato l'impressione di giocare col freno a mano tirato. E non dimentichiamoci di quello che hanno a disposizione in posto 4, e cosa hanno fatto finora: Barcellini ha avuto un 2011/12 schifido a Novara e ha fatto la stagione della vita appena sbarcata in Veneto, idem Fiorin che non azzeccava un'annata probabilmente dal 1934. Martedì è entrata Tirozzi e ha spaccato la partita. Ci manca solo che Bechis si trasformi in Fofao, e si chiude il cerchio dei miracoli. 

Ora come ora hanno tutto: entusiasmo, affiatamento, talento. Se tutto regge sarà scudetto in carrozza, ma è un SE grande come Buckingham Palace. Parere personale da 2 centesimi bucati: arriveranno spompate nel finale. Mi gioco la reputazione (che non ho), al massimo mi scaverò una buca sottoterra per espiare le colpe.

Il che mi porta a parlare di...

TALPE: ero praticamente in linea con la visuale del secondo arbitro, anche se molto più in alto e molto più lontano. Ecco, io il tocco a muro su Bianchini l'ho visto limpido. Probabilmente è stata un'illusione ottica che è svanita nello stare più in basso e più vicini. O forse no. Va bè che non cambiava niente, però santoddio, se un pallone bicolore cambia giro si dovrebbe appena appena notare.

Il che mi porta a parlare di...

MOLTEN: l'Italia, l'unica nazione al mondo che si prende a revolverate i maroni decidendo di giocare il campionato con un pallone diverso dal Mikasa. Eh, però il Molten è tricolore, molto patriottico. Poi mandiamo le squadre nostrane in giro per il continente a realizzare il 2,63% di ricezione positiva, ma l'importante è distinguersi...

martedì 29 ottobre 2013

L'eterna lotta tra il bene e il male - Col fischio o senza?


PalaYamamay, 29 Ottobre 2013, ore 20.15.

"Amici della pallavolo ben ritrovati, e benvenuti a questo incontro odierno, valevole per la fase a gironi della Champions League, tra Imoco Volley Conegliano e Unendo Yamamay Busto Arsizio.
Le squadre in campo: Imoco Volley Conegliano..."


* PUFF! *

"Miche'..."

"...Eh?"

"Sta per annunciare Lloyd."

"Sì..."

"Fischia."

"Ma..."

"Niente ma. Lingua tra i denti e soffia forte, svelto."

* PUFF! *

"Michelino caro, sai di non doverlo fare."

"Io... Boh..."

"Dentro di te sai che c'è una sola strada da seguire, ed è quella dell'applauso."

"Ma... è che..."

"Miche', per che squadra tifi?"

"Io... Per la Yama..."

"Ecco. Fischia."

"Michelino, ti piace la pallavolo?"

"Direi di sì..."

"Carli è la pallavolo, quindi devi applaudire."

"Ma sì, ha ragione il piumato. Applaudi, applaudi... Con la faccia di Lloyd in mezzo, però. Due belle pizze ben assestate..."

"Potrei sapere il motivo di tutto questo astio?"

"Uhm... Potrebbe essere perchè l'ha menata su un po' a tutti con questa storia dell'infortunio distruggicarriera, e dopo due giorni a Conegliano già faceva il fenomeno sotto rete. O perchè se n'è andata nel bel mezzo della stagione senza una spiegazione, un grazie, un arrivederci. O forse perchè s'è fregata 10 mesi di stipendio alla faccia nostra, che stavamo sempre a pensare "ora torna, ora torna". Sono un diavoletto, ma non sono mica pirla."

"Interessante analisi, peccato tu sia accecato dalla faziosità. Ti sfido a provare che Carli non sia stata veramente infortunata, e che l'estate di riabilitazione non abbia risolto gran parte dei problemi. Una spiegazione sull'assenza l'ha data, eccome, ed è stata anche molto chiara. Quanto alle affermazioni sullo stipendio, sono incommentabili: c'era un contratto che andava rispettato, i malanni fanno parte dei rischi. Non ha salutato? Il comportamento di Carli è stato irreprensibile, se poi sei incarognito perchè ha cambiato squadra... Si sa: le vie del professionismo sono infinite."

"In casi come questo, il "professionismo" mi ricorda un mestiere ben preciso..."

"Ah sì? E quale?"

"Quello più antico del mondo."

"Eh no. Eeeeeeehhhhhhh, no. Proprio non te lo permetto. Carli si è sempre comportata da vera PROFESSIONISTA, ha stretto i denti finchè ha potuto, e l'anno scorso senza di lei col cavolo che tornavamo a casa da Istanbul con un bel cadeau di bronzo! La sua classe superiore è stata decisiva, diciamo le cose come stanno!"

"Eh già! E prima? E dopo? Te lo dico io: era tutto un piagnisteo, un continuo "ho la bibi alle tibie"! Intanto la carretta fino alle finali di Champions l'ha tirata qualcun altro... E poi, abracadabra!, appena si accendono i riflettori del continente, ecco che la PROFESSIONISTA da un giorno all'altro si dimentica il dolore e si rimette a sgambettare per il taraflex! C'erano ancora coppa Italia e scudetto da giocarsi, ma chissenefrega... Giusto?"

"Coppa Italia e scudetto, dici? Proprio quei trofei che non sarebbero mai arrivati senza le mani di Carluccia a regalare cioccolatini da scartare per le attaccanti? Ma dai!!! Per tutto quello che ha vinto qui, dovrebbero farle un monumento!"

"Sono d'accordo, un bel monumento! Così almeno i piccioni potrebbero..."

"INSOMMA!! C'è da portare rispetto a un pezzo di storia del nostro volley!"

"Un pezzo di storia?!? Forse volevi dire un pezzo di m..."

"Ok, ok, ho perso le speranze. Sapete cosa vi dico? Fate quello che volete! Dimostrate la vostra inciviltà, fischiate! Fischiate pure! Chissà che bella figura faremo davanti agli occhi dell'Europa!"

"Ma quale bella figura, vai a fare le tue prediche in Azerbaijan, lì sì che stanno messi male a sportività! Qui si tratta di sostenere una squadra in un momento importante, e se i fischi possono deconcentrare la peggiore avversaria, allora ben vengano. Quel che conta è il risultato, qui ne va della nostra stagione!"

"E credi che il risultato si raggiunga così??? L'aiuto dagli spalti deve arrivare dal tifo per la mia squadra, non dai fischi verso le avversarie... La cività impone che per le ospiti, simpatiche o meno, vadano riservati solo applausi! Guarda, meno male che non ho ancora cenato, perchè certi discorsi mi fanno girare lo stomaco!!!"

"Effettivamente, ora che mi ci fai pensare, c'avrei un languorino..."

"A chi lo dici! Quasi quasi me ne vado a cena..."

"Ti faccio compagnia? Mio cugino ha un ristorante che è un angolo di parad... Ehm, insomma, si mangia bene."

"Affare fatto!"

"Uh... Scusate..."

"Miche', che ti serve ancora?"

"Beh... Quindi io che faccio?"

"Ma Michelino caro, fai un po' come ti pare. Insomma... Ce l'avrai una coscienza, no?"

* PUFF! *
* PUFF! *


"...Numero 3, Carli Lloyd..."

sabato 26 ottobre 2013

Presentazione di Forlì... For Dummies


1 - LA STORIA

Forlì è una delle formazioni di spicco del movimento italiano negli ultimi 10 anni, con un palmares esagerato: sempre in serie A, mai sopra il quart'ultimo posto, 3 ultimi posti, 3 penultimi posti, 3 ripescaggi (di cui uno addirittura doppio nel 2011/12: dalla retrocessione in B1 alla promozione in A1).
E' chiaro che Bergamo si rode il fegato al pensiero, eh!

2 - IL RECENTE PASSATO


Sì, la Idea Volley 2002 è la stessa squadra che l'anno scorso giocava al PalaDozza di Bologna, il mitico 'Madison' di piazza Azzarita.
Sì, è la stessa squadra che ha portato al quinto le vicecampionesse d'Italia di Villa Cortese alla prima giornata.
Sì, è la stessa squadra che si è dimenticata che c'erano da giocare altri 23 turni di campionato.

3 - IL PRESENTE


Il sestetto titolare è composto da Giulia Pincerato,


Paola Paggi,


Carmen Turlea


in diagonale con Carmen Turlea,



quindi Carmen Turlea


e infine, Carmen Turlea.


mercoledì 23 ottobre 2013

Francesca, la storia e il "fattore C"

(credit varesenews.it)


E così, ieri c'è stato l'esordio ufficiale di Cisky Marcon in veste di capitano UYBA. Non è arrivata una vittoria (e sticazzi, un punto l'abbiamo portato via!), ma comunque una buona prova "tostezza" - o tostitudine? - per una squadra ancora rabberciata nel sestetto titolare.
La nativa di Conegliano è al quarto anno in biancorosso, conosce l'ambiente come nessuna e da tempo ha mandato a memoria la lezione del coach; non potevano esserci grossi dubbi sull'assegnazione dei gradi alla numero 7. Certo, non ha la fama internazionale nè lo sguardo cattivo di un'Arrighetti, ma già le gesta di Piske nelle ultime fasi della partita contro l'Azeryol (punto dell'11-13, esultanza in disparte e susseguente servizio-mozzarella sulla schiena di Garzaro nel momento topico del match) dovrebbero essere sufficientemente emblematiche: il centralone di Genova è una guerriera solitaria, non una trascinatrice.
Nello sport ammeregano si fa un continuo riferimento agli intangibles, ovvero tutte le caratteristiche tecniche che non vanno a referto ma che aiutano il team a vincere, relativamente a ciò che avviene sul terreno di gioco; allo stesso modo l'investitura a capitano nasconde i suoi segreti, le sue pieghe impossibili da trovare su un foglio di statistiche (e per questo, appunto, non tangibili). Cisky ha più volte dimostrato di saper mettere il proprio talento al servizio della squadra e di fare la cosa più utile nel momento del bisogno, già questo è un ottimo punto di partenza; sarà però in grado di prendere in mano il bastone del comando?
Tra tutte le farfalle che si sono avvicendate nel ruolo dall'approdo in A1, infatti, a mio avviso solo una è stata in grado di emergere chiaramente come "total package" da condottiera della Futura.


Non lo è stata Viganò, prima capitana dell'era Yamamay: è stata coadiuvata da personalità debordanti sia sotto il profilo dell'esuberanza (Nico Luciani) che sotto quello della tranquillità infusa alle compagne (Jettie Fokkens), tutte doti non sue. A metà dell'ultimo anno di Naty a Busto, il cambio in corsa Buckova-Ritschelova ha regalato alle farfalle il definitivo salto di qualità: calma, consapevolezza dei propri mezzi ed esperienza da vendere, un autentico totem.
Non lo è stata Borri, lucida follia troppo spesso fine a sè stante: nel 2009/10 è venuta fuori un'annata a dir poco bizzarra, la peggiore cavalcata in A1 assieme al primo trionfo europeo. Da fuori non è sembrata una squadra molto unita negli intenti nè particolarmente affiatata, come mostrato dalla chiusura di stagione assai burrascosa.
Non lo è stata Serena, fresca regista biancorossa nel 2010/11. E se nell'anno precedente era evidente un basso livello di affiatamento, qui si è rasentato il fondo scala... A prima vista si è trattato di un comandante mai in grado di guadagnarsi il rispetto di tutta la ciurma.
Non lo è stata Bauer, e mi piange il cuore ammetterlo: sia ben chiaro che sulle nostre sponde non si era mai visto un centrale così decisivo, ma sono state troppe le occasioni importanti in cui alla francese è sembrata difettare la cattiveria agonistica. E quando i "cojones" mancano a chi dovrebbe trascinare le compagne, beh: tanti auguri!


Consentitemi ora un salto temporale per spendere due parole su Barbara De Luca, co-capitana con Borri nell'anno della prima CEV. Ricordo le sue prestazioni sul taraflex con lo stesso piacere che potrei provare infilandomi un paio di forbici nel dorso della mano. In una stagione ha azzeccato 3 partite; certo, due di queste sono il primo storico derby e il ritorno dei quarti CEV contro Schwerin, però il totale si può contare sulle dita di una mano (la stessa mano di prima, a cui avrei potuto tagliare pure 2 inutili falangi con le suddette forbici). Eppure, EPPURE, pare che sia stata proprio lei a insegnare qualche cosina in fatto di leadership a un cerbiattino 20enne nato in Repubblica Ceca... Di cui parlo appunto ora.

Lo è stata Helena Havelkova? Assolutamente sì, e i frutti si sono visti.
Giovane ma già matura, sfacciata ma col sorriso, fortissima nella mente prima che nel corpo. In grado di guadagnarsi il totale rispetto dei fan (vogliamo parlare del "gran rifiuto" a Modena e Villa Cortese?), ma soprattutto dell'intera squadra. Un esempio da seguire, una fame di vittoria da fare invidia ai mostri sacri della disciplina. E portatrice sana di una caratteristica che ritengo fondamentale, ovvero la totale sicurezza nelle proprie azioni. Un tacito modo di comunicare a qualsiasi compagna "tranquilla, ci sono qua io"... Per non parlare di ciò che queste sue serafiche certezze incutevano al di là della rete. Il merito di Helena non è stato quello di portarsi tutto il team sulle spalle, quanto piuttosto quello di indicare la via lastricata d'oro alle fanciulle in maglia rossa, di responsabilizzarle una per una.


Questo il recente passato con cui Marcon dovrà confrontarsi: non si tratta di condurre le farfalle a chissà quali trionfi, ma di dimostrare di saper onorare uno dei ruoli più iconici nel mondo dello sport. Occorrono doti come Carisma e Coraggio; anche un pizzico di Culo (così accontento pure i birbantelli che hanno frainteso il titolo di questo post) può aiutare a mettere tutto al posto giusto, ma serve un Campione per sfruttare gli assist della dea bendata. Un campione con un Cuore grosso così.
Insomma, mille significati e mille sfaccettature si possono associare a quella "C" stampata sui referti.


..."C" come Cisky, giusto?

venerdì 18 ottobre 2013

And the Oscar goes to...


Ehi, sabato inizia il campionato: avete comprato popcorn e coca-cola?
Siccome per indole non riesco nemmeno ad avvicinarmi a giudizi semiseri sulle squadre che comporranno la serie A1, ho fatto un giochino hollywoodiano: ad ogni team è associata una star del cinema, sperando che nessuno del cast ci abbandoni prematuramente (tanto, visti i numerosi precedenti, in regia avranno già pronto qualche bel coccodrillo da mandare in onda...) e che la stagione non si trasformi in un horror di terz'ordine.


E quindi: Luci... Motore... Azione!

REBECCHI NORDMECCANICA PIACENZA: Anne Hathaway. Il nome nuovo dello starsystem pallavolistico, con l'oscar fresco fresco da esibire in bacheca. In cantiere? Solo grosse produzioni internazionali, per un successo che possa definirsi davvero planetario.
IMOCO VOLLEY CONEGLIANO: Chris Evans. Giovane e sulla cresta dell'onda, ha la possibilità di fare da protagonista in quello che potrebbe essere un velocissimo action movie di successo. Sempre che "Capitan America" Lloyd sia in grado di essere della partita...
FOPPAPEDRETTI BERGAMO: Sofia Loren. Per alcuni è il passato, una Cleopatra che ha smarrito l'impero. Eppure tutti sanno che lei è la Stella più luminosa del firmamento, è l'icona del volley italiano. Così come tutti sanno che, se decidesse di ritagliarsi nuovamente un ruolo da prim'attrice, potremmo trovarci di fronte a un capolavoro.
ROBUR TIBONI URBINO: Pierce Brosnan. Con scritture dal budget adeguato (e magari un po' gonfiato...), tra le mura amiche del PalaMondolce ha avuto licenza di uccidere, in Italia come in Europa. Però il momento magico sembra irrimediabilmente finito.
BANCA DI FORLI': Chuck Norris. Sta sempre lì, tra le grandi, nonostante anni e anni di recitazioni monoespressive in film di scarso successo. E' arrivata Pincerato, si sussurra l'approdo di Turlea: un calcio rotante sovvertirà i pronostici?
IGOR VOLLEY NOVARA: John Cusack. Nelle sue corde non ci sono interpretazioni da protagonista assoluta; ma la Igor è come quei caratteristi che vivono spesso sottotraccia, che hanno una grande fanbase e che godono dell'interesse di molti appassionati. E raramente steccano.
OPENJOB METIS ORNAVASSO: Jake Gyllenhaal. Come il protagonista di "Donnie Darko", si è issata fino al gotha dell'ambiente senza aver preso parte a produzioni mainstream. Ha tutto da dimostrare, e allo stesso tempo non ha niente da dimostrare: un bel paradosso, l'importante è non crogiolarsi sugli allori.
POMI' CASALMAGGIORE: Gru/Steve Carell. Dai tifosi sugli spalti alla società stessa (a suo modo ha fatto storia la sigla de "l'Ape Maia" lanciata a tutto volume dopo la vittoria su Ornavasso...), tutto somiglia a un ambiente in stile "Cattivissimo Me". Zago e compagne proveranno ad evitare le zone ostiche della classifica, per ammorbidire i caratteri fumantini e chiudere la stagione con un lieto fine.
LIU-JO MODENA: Roberto Benigni. Non ha mezze misure: o sarà boom o sarà flop, in entrambi i casi farà parecchio rumore. Se troverà l'amalgama e le migliori Piccinini e Cardullo, la Vita sarà Bella sotto la Ghirlandina; altrimenti il sontuoso mercato estivo si dimostrerà bugiardo... come Pinocchio.
IHF VOLLEY FROSINONE: Sandra Bullock. Stesso discorso di Modena, ma in tinte mooooooooolto più tendenti allo scuro. Con questi nomi (e una bella botta di fortuna) potrebbe anche saltare fuori la prova recitativa della vita, a ridosso della prima metà della classifica. Però le probabilità che venga fuori una cagata pazzesca alla "Miss FBI" sono belle altine, eh.


E per finire, la mia UNENDO YAMAMAY BUSTO ARSIZIO... Non si vive di certezze nè di proclami, le statuette non sembrano a portata di mano; però credo che ci si possa almeno divertire. Vaffancuore, dico Bradley Cooper e spero in una "Notte da Leoni" tutta biancorossa.

A tutti gli amanti del volley femminile, BUONA VISIONE!

mercoledì 16 ottobre 2013

Quer pasticciaccio brutto dell'All Star Game all'itagliana




"Si avvicina il primo attesissimo appuntamento della stagione 2013-14. Una selezione delle migliori atlete del Campionato di Serie A1 si sfiderà domenica 13 ottobre al PalaBigi di Reggio Emilia nell'All Star Game Fondazione Umberto Veronesi, un evento organizzato da Lega Pallavolo Serie A Femminile e Master Group Sport che coniugherà lo spettacolo del volley di alto livello e tanto divertimento".

Ecco come la Lega Pallavolo Serie A Femminile ha deciso di promuovere il match che nello scorso weekend ha anticipato l'ouverture del campionato.


Non mi sembra che la presentazione abbia rispettato le attese...
I punti a favore di questa partita sono davvero pochi: l'incasso devoluto interamente all'associazione Veronesi, e la scelta della location che premia un territorio (quello lungo la via Emilia) parecchio attivo nel volley femminile, senza contare che la stessa Reggio ha avuto nel passato una certa voce in capitolo nel campionato di A1.

Pregi terminati. Stop. Finito.
Per analizzare i difetti, parto direttamente dal punto che ha fatto storcere il naso a molti: che senso ha mettere in piedi un All Star Game PRIMA dell'inizio della stagione??? Visto che questa partita prende il nome da una consuetudine tutta americana di "premiare" i giocatori più meritevoli nel campionato in corso, tutto risulta avere poco senso. Si potrebbe obiettare: questa partita è stata organizzata scientemente a una settimana dall'inizio del campionato, proprio per promuovere il campionato stesso. Ah, beh... Bella promozione! Chi, all'esterno del solito giro di appassionati, era al corrente dell'appuntamento? Zero pubblicità, zero tentativi di farsi vedere all'esterno: i fruitori ultimi dell'iniziativa avrebbero dovuto essere i neofiti o i tiepidi simpatizzanti in un tentativo di avvicinarli all'orbita del volley rosa, non certo coloro i quali costituiscono lo zoccolo duro sugli spalti. Visto il sapiente utilizzo dei mezzi di comunicazione, credo che qualcuno lassù in Lega si sia lasciato andare ad atti di autoerotismo dopo il servizio di un minuto mandato in onda a Studio Sport.
Giusto tornare a fare un confronto con gli States, l'idea dell'All Star Game arriva da lì: la definizione che dà Wikipedia afferma che


"All-Star Game, espressione di lingua inglese che significa 'partita delle stelle', è un termine usato in diversi sport di squadra per indicare una competizione in cui si fronteggiano due rappresentative formate dai migliori giocatori di un campionato o lega sportiva".

I migliori giocatori. Non gli avanzi, i debuttanti o le possibili sorprese, anche perchè una convocazione dovrebbe essere motivo di vanto per chi la riceve. Se non hai ancora dimostrato nulla nel Bel Paese (De Kruijf e Tokarska), o se da anni annaspi per emergere dal mucchio (mi viene in mente Angeloni, anche se la sua chiamata un senso mediatico ce l'ha...), la partita delle stelle dovresti sognartela. Pure la scelta di convocare almeno una giocatrice per ogni squadra non ha un nesso per una gara con questo nome: puoi permetterti di farlo dall'altra parte dell'oceano (dove il talento è livellato da un sistema economico attuabile solo con una struttura a franchigie, quindi completamente di proprietà della lega stessa), non certo in Italia. Apice della comicità, alla luce delle convocazioni, qualcuno si incazza ALL'INTERNO DELLA STESSA LEGAVOLLEY... Vedi la polemica innescata su facebook da un consigliere di lega e riportata da Volleyball.it, ennesimo segno di un movimento allo sbando che più allo sbando non si può.
Sempre a proposito di migliori giocatori, credo sia umano e comprensibile che gli sportivi possano soffrire di infortuni e acciacchi che ne consiglierebbero il riposo; chi non è in condizione non viene convocato, pace e amen. Ma per quale diavolo di motivo si prendono in giro gli appassionati con le chiamate di Cardullo e Ferretti, tanto per fare due nomi, come specchietti per le allodole? Chissà come ci saranno rimasti quelli che hanno votato le due nei relativi starting six e poi le hanno viste uscire definitivamente dal campo dopo il primo pallone. O ancora peggio, chissà cosa sarà passato per la testa a chi ha pagato il biglietto domenica.
E siccome la voglia di imitare è tanta ma fino a un certo punto, negli USA vengono messi in pratica diversi tipi di divisione dei due team, tutti abbastanza consolidati e intriganti. Nel basket c'è Est contro Ovest; nell'hockey hanno messo in cantina la partita Nord America-Resto del Mondo per virare su un formato in cui due giocatori - tra i più rappresentativi della NHL - si scelgono i compagni di squadra quasi in stile fantacalcio. In Italy? Red Stars vs Black Stars, così, senza un criterio: un po' di qui e un po' di là (e tanti complimenti a chi ha scelto, son venuti fuori parziali da prima divisione). Creami un pochino di interesse, santodio... Se per motivi etici non si può fare Nord contro Sud (ma sai che figata vedere orde di leghisti sugli spalti? Lì altro che Studio Sport: un mese di servizi su tutti i tg!), se in calendario non puoi infilare il già collaudato Italia contro straniere, prendi le due madrine e usale: giocatrici scelte a turno, Team Aguero contro Team Cacciatori! 

No, eh?
No.
Troppo difficile.


Ultimo punto, ma proprio di quelli marginali: un All Star Game è spettacolo. Nasce per quello!
Ecco: può definirsi spettacolare una partita che ha avuto il suo zenit nel momento in cui Marcon e Leonardi si sono scambiate di maglia? A mio avviso no. Momento che fa scopa con la "partita delle stelle" dello scorso anno, l'unico ricordo è Faucette che canta "Girl on fire". Dovrebbe essere un match con la supposta crème del campionato, la trattano come la sagra delle castagne...
Può definirsi spettacolare una partita in cui l'agonismo in campo viene quasi osteggiato? Sulle pagine della Gazzetta, Mario Salvini (tra l'altro autore di uno dei miei blog preferiti a tema sportivo) ha scritto che "forse non avevano detto a Emiliya Nikolova che si faceva per scherzare". Cacchio, va bene che non è un momento in cui ci si scanna, però se ci scappa della bella pallavolo combattuta dovrei esserne ben contento. Così come in quel gioco con il canestro ci si sbizzarisce a suon di passaggi no look e alley-oop, nel volley questo dovrebbe essere il momento per regalare alla folla diagonali strettissime e recuperi miracolosi. Senza un minimo di impegno non c'è divertimento, nè in campo nè fuori.
Può definirsi spettacolare una partita che dura nientepopodimeno che tre set, di cui l'ultimo a 15 punti e pure inutile ai fini del risultato? Se la tv ti propone uno slot limitato, forse dovresti pensare a venderti meglio.


In conclusione: volete fare un match di presentazione al campionato? Fatelo. Ma NON CHIAMATELO ALL STAR GAME!

martedì 15 ottobre 2013

Quel che conta è... L'incomincio


Pronti a fare sul serio? Francamente non se ne vedeva l'ora, come ogni anno è estenuante attendere per quasi 6 mesi l'inizio della stagione successiva. Insomma, il precampionato si è chiuso con il trofeo Bruna Forte e la vittoria contro le cinesi del Nonmiricordoilnome; nonostante il rinvio della nostra season première in A1, da martedì è già tempo di Champions.
Al netto delle senatrici (Marcon, Leonardi e Arrighetti hanno ricominciato esattamente da dove avevano finito) e delle comparse Mingardi e Degradi, una carrellata di impressioni sulle facce nuove e seminuove nell'ordine in cui mi vengono in mente, ovvero ad minchiam.
ILARIA GARZARO - Tra le titolari è stato forse il nuovo acquisto meno in vista, ma punto netto su di lei come "bella sorpresa" per la stagione: ammiro la sua capacità di introdursi nella tenzone con applicazione indefessa e indomito temperamento. In parole povere, questa ha le palle cubiche. S'è portata sulle spalle Urbino con quell'educanda di Petrauskaite in spogliatoio, in più ha da riscattare un'annata in chiaroscuro a Villa: nulla vieta che possa dare una gran mano caratteriale alla capitana Marcon.
ANNE BUIJS - Per dirla alla Pozzetto: eh la madonna! Una concretezza dalla seconda linea che ti viene da chiederti quando è stata l'ultima volta che hai visto una pipe non trasformarsi in pallonetto. Una mano così di pietra che ti viene da chiederti perchè sia rimasta in Germania "addirittura" due anni (sì, lo so che lo Schweriner è un team appena appena vincente. E sì, lo so che è la figlia dell'allenatore). Ottima a Castellanza, ben più che sufficiente a Castelletto, mvp al Bruna Forte dove ha messo giù bombe pure grattandosi l'ombelico. Va valutata anche contro avversari di altra caratura, ma l'inizio è promettente. Stendiamo un velo sulla parte difensiva con un distensivo "chissenefrega", per ora.
JOANNA WOLOSZ - E' giovane, è un nome non nuovo ma inaspettato, ha un palleggio pulito, grande tendenza al gioco spinto, e le è bastato un set al Bellomo per mettersi in luce. Identikit che nei cuori bustocchi potrebbe ricalcare alla perfezione quello di Carli Lloyd, se non dovessimo tener conto della simpatica propensione del popolo biancorosso a sputare in faccia all'americana. Senza girarci intorno, da quel viso angelico e da quel caschetto biondo passa gran parte del destino sponda UYBA.
GIULIA ANGELINA - Lo starting six non è il suo posto, lo sa lei e lo sa il coach; eppure, al di là delle statistiche, questa fiducia - pur in situazione di emergenza - deve spronarla ancora di più nell'impegno, insieme a tutto il buono che sinora ha dimostrato in B1 (dove continuerà a fare i numeri).
ALESSANDRA PETRUCCI - Una giocatrice d'esperienza come lei dovrebbe avere tutte le carte in regola per stare in A1 da backup di Wolosz. Il problema è che l'unica carta che finora ha messo sul tavolo è stata quella del palleggio in posto 4 dopo ricezione perfetta. Può e deve dare una mescolata, prima che Piske inizi a rincorrerla con l'asso di mazze.
CIARA MICHEL - Spot di terzo centrale per la sellerona inglese. Dopo due partite chiunque, anche il barista del foyer, è pronto a dirti che è inesperta come Bauer quando arrivò a Busto, che ha belle potenzialità come Bauer quando arrivò a Busto, che si farà come Bauer quando arrivò a Busto. E ho capito, però Bauer quando arrivò a Busto c'aveva 22 anni, mica ventotto! Speriamo abbia facilità di apprendimento, perchè i suoi tentacoli potrebbero schiaffeggiare un bel po' di avversarie.
ILARIA SPIRITO - Come Angelina non è un nuovo acquisto, ma ora il suo ruolo è di certo ben definito all'interno del roster. Vice-libero e per questo gran specialista del giro dietro, merita un sacco di apparizioni non solo per le capacità tecniche, ma anche a parziale risarcimento dell'enorme sfiga che l'ha colpita finora. Forza Ilaria!
MARIKA BIANCHINI - La pubalgia l'ha rispedita ai box quasi subito, le cronache parlano di un gran carattere e un'elevazione siderale; Mastro Parisi potrebbe aver trovato dell'ottima plastilina? Seria candidata a Miss Sorriso UYBA 2013/14, almeno la positività non le difetta.
LONNEKE SLOETJES - Faccio il tifo per l'unica squadra che, prima dell'inizio del campionato, ha già effettuato l'acquisto per il mercato di riparazione. Sono grandi soddisfazioni. A parte gli scherzi, c'è da dire che la sua defezione ha fatto virare l'attenzione verso Serena Ortolani: colpo che potenzialmente è assai interessante, visto che la neomamma potrà giocare (da novembre?) senza l'enorme pressione da 'eterna promessa' che l'ha sempre circondata.


Benvenuti!

Ciao a tutti! Mi chiamo Mick, sono a ridosso dei famigerati "anta", e da tempo (lo capirete leggendo il blog) sono appassionato di volley femminile, oltre che tifoso della Unendo Yamamay Busto Arsizio.
Messa così, sembra quasi una presentazione degna degli Alcolisti Anonimi...
Vabbeh: in questo spazio si parla quasi esclusivamente di pallavolo in rosa, prevalentemente di Busto, quantunquemente infattamente di quel che mi passa per la testa. Niente più che impressioni e pensieri del momento, riportati su carta... digitale.
Ma perché chiamarlo proprio "La Seconda Linea"? Un po' per gli scritti da uomo/tifoso medio, un po' per la posizione sugli spalti; ma soprattutto perché, come in ogni sport di squadra che si rispetti, nel volley le vittorie si conquistano a partire dalle retrovie.

Enjoy!