HAPPY BIRTHDAY FUTURA! La società verso la quale rivolgiamo tifo, preghiere e bestemmie a nastro continuo compie 15 anni: un bel traguardo, giustamente celebrato dai canali ufficiali con un sacco di immagini amarcord che rendono onore alla nostra storia.
Oltre ai festeggiamenti, sulla pagina Facebook della società biancorossa è partito un sondaggio parecchio interessante: si chiede ai follower di votare lo starting six ideale tra le atlete che negli ultimi 3 lustri hanno vestito la casacca bianca e rossa.
Sondaggio parecchio interessante, dicevo, che purtroppo resterà tale solo nelle intenzioni: i voti andranno inevitabilmente alle fanciulle che sono passate di qui nelle ultime quattro stagioni (tranne un caso), perchè il grosso della folla giudicante arriva da quegli anni lì.
Ecco perchè mi sono lanciato nella composizione di uno starting six "alternativo": troverete tutta una serie di ragazze che non ha nessuna possibilità di finire nominata nel suffragio ufficiale, causa memoria corta o mancante. Non troverete pallavoliste arrivate sotto la volta del PalaYamamay dall'anno del triplete in avanti, dunque, e non troverete neanche l'unica ragazza pre-triplete che potrebbe essere votata dal grande pubblico, cioè Saara Loikkanen-Esko.
Una formazione che è stata un piacere da selezionare, perchè mi ha riportato ai tempi ruspanti, quando il parcheggione nei giorni piovosi diventava una tappa del Camel Trophy, o quando ci si poteva accomodare in un rudimentale parterre senza dover vendere un rene a loschi individui dall'accento balcanico. Prendetela come un ringraziamento verso chi ha scritto dei bei capitoli di storia, prima che la massa arrivasse a frotte a trattare le ultime arrivate come le uniche autrici del librone biografico bustocco.
Ah, e siccome i nomi da ricordare erano davvero troppi ci ho aggiunto anche la panchina: piuttosto che lasciare fuori dei nomi dalle magnifiche sette mi sarei tagliato le vene (o avrei visionato un dvd con tutti i posizionamenti a muro di Garzaro, una pratica che Amnesty International considera tortura).
Pronti?
SCHIACCIATRICE - NATALIA VIGANO'
Il suo ruolo è di sicuro il più in vista, e nella sua posizione le verranno preferite come minimo la summenzionata Loikkanen, Havelkova e anche Cisky Marcon.
E qui scatta il parallelismo: lei è stata appunto ciò che adesso è Marcon, però 5 anni prima. Prototipo di quella "defensive forward" che tanto piace a Sor Carletto, ha servito la causa per 4 stagioni - di cui tre da capitana - mettendosi sempre al servizio del team in ogni modo, anche come libero. Prevedibile colonna nel biennio in cadetteria, inaspettato punto di forza nella stagione da matricola in A1 per la Yama, è andata in calando nel 2008/09, sua ultima stagione in biancorosso.
Per sostituirla è arrivata Barbara De Luca, cha ha pensato bene di presentarsi al Palayamamay con due lisci in bagher. Tanto valeva tenersela.
SCHIACCIATRICE - LIESBET VINDEVOGHEL
In qualche modo, il volley italiano dovrebbe ringraziare Busto (e Virrie De Carne) per averla portata sui nostri taraflex.
Un'autentica iradiddio negli anni non troppo luminosi, in cui l'allora Di Meglio si aggrappava alle prestazioni della belga come un bebè si attacca alla tetta della mamma, ha composto una coppia perfetta con un'altra ragazzona "made in Futura" che troverete in panchina; e ha frantumato i muri avversari sempre con quell'espressione lì stampata in faccia, metà catatonica e metà truce.
In Italia, come detto, c'è rimasta anche dopo il biennio in biancorosso, facendo la differenza ovunque. Dal 2012, ad un'età in cui qualsiasi atleta comincia ad avere un fisiologico decadimento fisico, Lise affronta per la prima volta la massima serie tricolore: è stata tra le poche a non sfigurare a Chieri, ha fatto in tempo a vincere uno scudetto da rinforzo speciale con Piacenza, ed ha appena finito di zompettare in maniera più che egregia a Montichiari. Trentasei anni e non sentirli.
OPPOSTO - CARMEN TURLEA
Senza tema di smentite credo che, nel sondaggio ufficiale, finirà dietro Havlickova (sacrosanto) e Diouf (sacrilegio). Forse il primo acquisto targato Futura Volley a fare un certo rumore, il suo avvento ha avuto un unico obiettivo: condurre la Yama al primo alloro europeo, la coppa CEV. Innesto azzeccato? Fate voi: 53 punti tra semifinale e finale in quel di Baku, MVP della manifestazione con la seconda arrivata diciottesima per la vergogna, e naturalmente coppa che fa ancora bella mostra di sè in via Maderna.
In campionato avrà pure avuto alti e bassi, certo che ad essere fermati nel bel mezzo del maggior delirio di onnipotenza visto fino a quel momento alle nostre latitudini (ovvero i primi 2 set del primissimo derby di santo Stefano, dall'inizio all'infortunio) c'è da prendersela parecchio con la sorte. Sempre in termini di longevità: ha 40 anni e se la gioca ancora con le migliori. Prosit.
PALLEGGIATRICE - JETTIE FOKKENS
Il playmaker giusto al momento giusto. Lontana anni luce dalla fisicità di una Lloyd, priva delle pazzie di una Fè, è stata la chiave di volta della trionfale campagna italica culminata con la promozione in A1: pulita, lineare, senza fronzoli, in una parola affidabilissima. Niente male per una che era stata presentata quasi come l'anello debole in fase di mercato, ed era stata bollata come piantagrane a Pavia; è stata una componente fondamentale tanto in campo, dove è riuscita a mettere in ritmo pure Giuliona Benini (e ho detto tutto), quanto in spogliatoio. Inoltre, alle nostre latitudini e a certi livelli già raggiunti, è stata probabilmente la prima farfalla a preferire l'ambiente bustocco alla moneta tonante in arrivo da altrove: due anni da backup, prima a Dirickx poi a Fernandinha, e mai un gesto fuori posto. In un volley che iniziava a puzzare di soldi e ipocrisia, lei ha portato il profumo del pane fresco.
CENTRALE - MARCELA RITSCHELOVA
Come introdursi dall'entrata di servizio, uscire dalla porta principale e rivoltare come un calzino il destino di un team in soli quattro mesi: considerarla un ripiego è palesemente offensivo, valutarla come l'acquisto in corsa più determinante della storia biancorossa, forse anche più di Lyubushkina, è doveroso.
Ricapitolando, per chi l'ha visto e per chi non c'era: nel mezzo della vacanze di Natale, con la Yama impegolata in un campionato da montagne russe, Katerina Buckova si chiama fuori per motivi di salute e lascia Parisi nelle canne. In 48 ore si concretizza l'alternativa, sotto forma di un rimpiazzo ceco dal curriculum lunghissimo, ma di primavere 36: un azzardo, tra il morale a terra della squadra e le pernacchie di mezzo mondo del volley. Pernacchie trasformate in applausi in 120 giorni, con un finale di stagione da 15 punti in 5 match, le prime semifinali targate Futura e la qualificazione alla seconda coppa europea per importanza: a fare la differenza, l'anima guerriera di chi ha saputo impattare l'ambiente come meglio non avrebbe potuto.
CENTRALE - RAFFAELLA CALLONI
Parlando di anime guerriere. Raffa è stata la prima giocatrice bustocca a colpirmi davvero, in quegli anni che erano un po' Dimeglio e un po' Brums; 20 anni e zero esperienza alle spalle, e già stava in campo come una veterana. Ci ha messo una stagione a prendere le misure di una serie che all'inizio sembrava un po' forzata, da lì in poi è stato un crescendo rossiniano. Un'arma illegale quando votata all'offesa, scarico prediletto di Lalla Venturini (che avrebbe meritato anch'ella l'inserimento in questa formazione, purtroppo i posti sono limitati!); una certezza a muro, dove non era raro vedergliene stampare sei o sette in una gara e non concedere alle avversarie neanche uno sguardo di pietà.
Dall'immediato post-biancorosso in avanti non ha mai perso nè la massima serie nè lo spot da titolare, ma fatevelo dire: ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato. Anche se il sedere a strisce ce lo ha fatto diverse volte.
LIBERO - MAURIZIA BORRI
"Never underestimate the heart of a champion", disse un coach americano di basket, ex giocatore, che dalla vita aveva subìto almeno un colpo di troppo. Possiamo stare a questionare di quanto Maurizia sia stata "campionessa", ma due elementi non possono essere messi in discussione. Il primo: è stato il libero ideale per una squadra in crescita, diretta emanazione in campo di Parisi in quanto entrambi possessori della stessa etica, tanto da essere eletta capitana nonostante le regole ancora oggi lo impediscano. Il secondo: nelle partite cruciali giocate durante il suo biennio in biancorosso, ha sempre innalzato l'asticella della qualità. Se nella già citata final four di Baku è stata fantastica, in gara 3 dei quarti di finale 2008/09 contro Jesi (il match che ci ha di fatto consegnato la semifinale e la qualificazione alla CEV) è stata MOSTRUOSA. E' quindi tornata a fare la profeta in patria, mentre Busto ha puntato le sue fiches su Carocci: come detto per Viganò, tanto valeva tenersela.
Nel sondaggio ufficiale troverà Leonardi a prendersi il 97% dei voti, ma il suo contributo alla causa (come il suo cuore) non va sottovalutato.
In panchina:
P - FERNANDINHA - Uno spruzzo di fantasia carioca per il biennio che ha condotto la Yama al primo alloro continentale. Spesso osannata, a volte contestata, ha avuto l'indubbio merito di fare meglio del predecessore nel ruolo (Dirickx) e di farsi rimpiangere alla vista del successore (Serena).
C - NICOLETTA LUCIANI - Il braccio che sovrasta la mente: Nico è stata un'ultrà da curva becera nel corpo di un centrale dal coraggio infinito e dal colpo letale. Di gran lunga la più amata dal precedente gruppo di tifo, si è fatta voler bene a tutto tondo dal popolo bustocco (vogliamo parlare del suo polsino targato Pro Patria?) che l'ha seguita con affetto anche nell'anno a Villa cortese.
S - LUCIA BACCHI - Ai tempi in cui la Futura si destreggiava come un indio tra le paludi della A2, lei - insieme a Raffa Calloni - era la ragazza terribile. Due anni di militanza e gragnuole di punti nelle mani nonostante l'età, ancora oggi la spiega egregiamente in cadetteria.
S - ALICE BLOM - Nel primo anno del "grande pubblico" la stella assoluta era lei: primo, secondo e terzo terminale d'attacco, ha portato di peso l'ultima edizione della Dimeglio fino alla soglia della promozione. Assolutamente sprecata per la categoria, proprio come sarebbe successo a Loikkanen la stagione successiva.
S - FEDERICA VALERIANO - Professionista esemplare, ma occupa anche in questo schieramento la stessa posizione tenuta in 5 anni alla Futura, ovvero in panchina. E allora, perchè è qui? Perchè se si parla di storia, non si può non menzionarla: il pallone della promozione in A1 l'ha messo a terra proprio lei, che da sempre si destreggia meglio in difesa. Nelle ultime 3 stagioni si è regalata 2 scudetti, 2 coppe Italia e 2 Supercoppe... Bisogna avere Fede.
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