martedì 28 aprile 2015

15 anni di Futura Volley: la formazione ideale... Ma non troppo

HAPPY BIRTHDAY FUTURA! La società verso la quale rivolgiamo tifo, preghiere e bestemmie a nastro continuo compie 15 anni: un bel traguardo, giustamente celebrato dai canali ufficiali con un sacco di immagini amarcord che rendono onore alla nostra storia.
Oltre ai festeggiamenti, sulla pagina Facebook della società biancorossa è partito un sondaggio parecchio interessante: si chiede ai follower di votare lo starting six ideale tra le atlete che negli ultimi 3 lustri hanno vestito la casacca bianca e rossa.
Sondaggio parecchio interessante, dicevo, che purtroppo resterà tale solo nelle intenzioni: i voti andranno inevitabilmente alle fanciulle che sono passate di qui nelle ultime quattro stagioni (tranne un caso), perchè il grosso della folla giudicante arriva da quegli anni lì.
Ecco perchè mi sono lanciato nella composizione di uno starting six "alternativo": troverete tutta una serie di ragazze che non ha nessuna possibilità di finire nominata nel suffragio ufficiale, causa memoria corta o mancante. Non troverete pallavoliste arrivate sotto la volta del PalaYamamay dall'anno del triplete in avanti, dunque, e non troverete neanche l'unica ragazza pre-triplete che potrebbe essere votata dal grande pubblico, cioè Saara Loikkanen-Esko.
Una formazione che è stata un piacere da selezionare, perchè mi ha riportato ai tempi ruspanti, quando il parcheggione nei giorni piovosi diventava una tappa del Camel Trophy, o quando ci si poteva accomodare in un rudimentale parterre senza dover vendere un rene a loschi individui dall'accento balcanico. Prendetela come un ringraziamento verso chi ha scritto dei bei capitoli di storia, prima che la massa arrivasse a frotte a trattare le ultime arrivate come le uniche autrici del librone biografico bustocco.

Ah, e siccome i nomi da ricordare erano davvero troppi ci ho aggiunto anche la panchina: piuttosto che lasciare fuori dei nomi dalle magnifiche sette mi sarei tagliato le vene (o avrei visionato un dvd con tutti i posizionamenti a muro di Garzaro, una pratica che Amnesty International considera tortura).

Pronti?


SCHIACCIATRICE - NATALIA VIGANO'
Il suo ruolo è di sicuro il più in vista, e nella sua posizione le verranno preferite come minimo la summenzionata Loikkanen, Havelkova e anche Cisky Marcon.
E qui scatta il parallelismo: lei è stata appunto ciò che adesso è Marcon, però 5 anni prima. Prototipo di quella "defensive forward" che tanto piace a Sor Carletto, ha servito la causa per 4 stagioni - di cui tre da capitana - mettendosi sempre al servizio del team in ogni modo, anche come libero. Prevedibile colonna nel biennio in cadetteria, inaspettato punto di forza nella stagione da matricola in A1 per la Yama, è andata in calando nel 2008/09, sua ultima stagione in biancorosso.
Per sostituirla è arrivata Barbara De Luca, cha ha pensato bene di presentarsi al Palayamamay con due lisci in bagher. Tanto valeva tenersela.




SCHIACCIATRICE - LIESBET VINDEVOGHEL
In qualche modo, il volley italiano dovrebbe ringraziare Busto (e Virrie De Carne) per averla portata sui nostri taraflex.
Un'autentica iradiddio negli anni non troppo luminosi, in cui l'allora Di Meglio si aggrappava alle prestazioni della belga come un bebè si attacca alla tetta della mamma, ha composto una coppia perfetta con un'altra ragazzona "made in Futura" che troverete in panchina; e ha frantumato i muri avversari sempre con quell'espressione lì stampata in faccia, metà catatonica e metà truce.
In Italia, come detto, c'è rimasta anche dopo il biennio in biancorosso, facendo la differenza ovunque. Dal 2012, ad un'età in cui qualsiasi atleta comincia ad avere un fisiologico decadimento fisico, Lise affronta per la prima volta la massima serie tricolore: è stata tra le poche a non sfigurare a Chieri, ha fatto in tempo a vincere uno scudetto da rinforzo speciale con Piacenza, ed ha appena finito di zompettare in maniera più che egregia a Montichiari. Trentasei anni e non sentirli.



OPPOSTO - CARMEN TURLEA
Senza tema di smentite credo che, nel sondaggio ufficiale, finirà dietro Havlickova (sacrosanto) e Diouf (sacrilegio). Forse il primo acquisto targato Futura Volley a fare un certo rumore, il suo avvento ha avuto un unico obiettivo: condurre la Yama al primo alloro europeo, la coppa CEV. Innesto azzeccato? Fate voi: 53 punti tra semifinale e finale in quel di Baku, MVP della manifestazione con la seconda arrivata diciottesima per la vergogna, e naturalmente coppa che fa ancora bella mostra di sè in via Maderna.
In campionato avrà pure avuto alti e bassi, certo che ad essere fermati nel bel mezzo del maggior delirio di onnipotenza visto fino a quel momento alle nostre latitudini (ovvero i primi 2 set del primissimo derby di santo Stefano, dall'inizio all'infortunio) c'è da prendersela parecchio con la sorte. Sempre in termini di longevità: ha 40 anni e se la gioca ancora con le migliori. Prosit.



PALLEGGIATRICE - JETTIE FOKKENS
Il playmaker giusto al momento giusto. Lontana anni luce dalla fisicità di una Lloyd, priva delle pazzie di una Fè, è stata la chiave di volta della trionfale campagna italica culminata con la promozione in A1: pulita, lineare, senza fronzoli, in una parola affidabilissima. Niente male per una che era stata presentata quasi come l'anello debole in fase di mercato, ed era stata bollata come piantagrane a Pavia; è stata una componente fondamentale tanto in campo, dove è riuscita a mettere in ritmo pure Giuliona Benini (e ho detto tutto), quanto in spogliatoio. Inoltre, alle nostre latitudini e a certi livelli già raggiunti, è stata probabilmente la prima farfalla a preferire l'ambiente bustocco alla moneta tonante in arrivo da altrove: due anni da backup, prima a Dirickx poi a Fernandinha, e mai un gesto fuori posto. In un volley che iniziava a puzzare di soldi e ipocrisia, lei ha portato il profumo del pane fresco.



CENTRALE - MARCELA RITSCHELOVA
Come introdursi dall'entrata di servizio, uscire dalla porta principale e rivoltare come un calzino il destino di un team in soli quattro mesi: considerarla un ripiego è palesemente offensivo, valutarla come l'acquisto in corsa più determinante della storia biancorossa, forse anche più di Lyubushkina, è doveroso.
Ricapitolando, per chi l'ha visto e per chi non c'era: nel mezzo della vacanze di Natale, con la Yama impegolata in un campionato da montagne russe, Katerina Buckova si chiama fuori per motivi di salute e lascia Parisi nelle canne. In 48 ore si concretizza l'alternativa, sotto forma di un rimpiazzo ceco dal curriculum lunghissimo, ma di primavere 36: un azzardo, tra il morale a terra della squadra e le pernacchie di mezzo mondo del volley. Pernacchie trasformate in applausi in 120 giorni, con un finale di stagione da 15 punti in 5 match, le prime semifinali targate Futura e la qualificazione alla seconda coppa europea per importanza: a fare la differenza, l'anima guerriera di chi ha saputo impattare l'ambiente come meglio non avrebbe potuto.


CENTRALE - RAFFAELLA CALLONI
Parlando di anime guerriere. Raffa è stata la prima giocatrice bustocca a colpirmi davvero, in quegli anni che erano un po' Dimeglio e un po' Brums; 20 anni e zero esperienza alle spalle, e già stava in campo come una veterana. Ci ha messo una stagione a prendere le misure di una serie che all'inizio sembrava un po' forzata, da lì in poi è stato un crescendo rossiniano. Un'arma illegale quando votata all'offesa, scarico prediletto di Lalla Venturini (che avrebbe meritato anch'ella l'inserimento in questa formazione, purtroppo i posti sono limitati!); una certezza a muro, dove non era raro vedergliene stampare sei o sette in una gara e non concedere alle avversarie neanche uno sguardo di pietà.
Dall'immediato post-biancorosso in avanti non ha mai perso nè la massima serie nè lo spot da titolare, ma fatevelo dire: ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato. Anche se il sedere a strisce ce lo ha fatto diverse volte.





LIBERO - MAURIZIA BORRI
"Never underestimate the heart of a champion", disse un coach americano di basket, ex giocatore, che dalla vita aveva subìto almeno un colpo di troppo. Possiamo stare a questionare di quanto Maurizia sia stata "campionessa", ma due elementi non possono essere messi in discussione. Il primo: è stato il libero ideale per una squadra in crescita, diretta emanazione in campo di Parisi in quanto entrambi possessori della stessa etica, tanto da essere eletta capitana nonostante le regole ancora oggi lo impediscano. Il secondo: nelle partite cruciali giocate durante il suo biennio in biancorosso, ha sempre innalzato l'asticella della qualità. Se nella già citata final four di Baku è stata fantastica, in gara 3 dei quarti di finale 2008/09 contro Jesi (il match che ci ha di fatto consegnato la semifinale e la qualificazione alla CEV) è stata MOSTRUOSA. E' quindi tornata a fare la profeta in patria, mentre Busto ha puntato le sue fiches su Carocci: come detto per Viganò, tanto valeva tenersela.
Nel sondaggio ufficiale troverà Leonardi a prendersi il 97% dei voti, ma il suo contributo alla causa (come il suo cuore) non va sottovalutato.

In panchina:


P - FERNANDINHA - Uno spruzzo di fantasia carioca per il biennio che ha condotto la Yama al primo alloro continentale. Spesso osannata, a volte contestata, ha avuto l'indubbio merito di fare meglio del predecessore nel ruolo (Dirickx) e di farsi rimpiangere alla vista del successore (Serena).
C - NICOLETTA LUCIANI - Il braccio che sovrasta la mente: Nico è stata un'ultrà da curva becera nel corpo di un centrale dal coraggio infinito e dal colpo letale. Di gran lunga la più amata dal precedente gruppo di tifo, si è fatta voler bene a tutto tondo dal popolo bustocco (vogliamo parlare del suo polsino targato Pro Patria?) che l'ha seguita con affetto anche nell'anno a Villa cortese.
S - LUCIA BACCHI - Ai tempi in cui la Futura si destreggiava come un indio tra le paludi della A2, lei - insieme a Raffa Calloni -  era la ragazza terribile. Due anni di militanza e gragnuole di punti nelle mani nonostante l'età, ancora oggi la spiega egregiamente in cadetteria.
S - ALICE BLOM - Nel primo anno del "grande pubblico" la stella assoluta era lei: primo, secondo e terzo terminale d'attacco, ha portato di peso l'ultima edizione della Dimeglio fino alla soglia della promozione. Assolutamente sprecata per la categoria, proprio come sarebbe successo a Loikkanen la stagione successiva.
S - FEDERICA VALERIANO - Professionista esemplare, ma occupa anche in questo schieramento la stessa posizione tenuta in 5 anni alla Futura, ovvero in panchina. E allora, perchè è qui? Perchè se si parla di storia, non si può non menzionarla: il pallone della promozione in A1 l'ha messo a terra proprio lei, che da sempre si destreggia meglio in difesa. Nelle ultime 3 stagioni si è regalata 2 scudetti, 2 coppe Italia e 2 Supercoppe... Bisogna avere Fede.



sabato 18 aprile 2015

Stringendo stringendo

Che poi, potremmo anche sederci in quel caffè e parlare di una squadra già soddisfatta di essere la runner up europea.
O del calendario raffazzonato e penalizzante, Legavolley cattiva e cattivella.
O del carburante (leggasi motivazioni) che nessuno è riuscito a inculcare o inculcarsi, e alla fine siamo rimasti inculCati.
O del virus che avrebbe steso un cavallo che salta gli ostacoli, figuriamoci Diouf che salt... Figuriamoci Diouf.
O di un ambiente che era già pronto a dire "grazie lo stesso" dall'ultimo pallone della finale di Champions, hai voglia a trovare mordente nei playoff.
O della Nordmeccanica Rebecchi "Cojones" Piacenza, che in tre giorni morì e resuscitó. E tutto questo a una settimana esatta dalla Pasqua.
O di qualche frescone che era convinto di riuscire a replicare le due settimane di gloria della stagione scorsa, e che ha picchiato sul cemento della realtà. Con la faccia.
O delle mille giustificazioni concesse in 6 mesi e mezzo di gioco.
O dei mille processi al termine degli stessi 6 mesi e mezzo.

Ecco, POTREMMO. Magari in un futuro molto prossimo.

Per il momento, stringendo stringendo, l'unico assioma lo lascio pronunciare al Gran Capo Estiqaatsi:




sabato 11 aprile 2015

The great volleyball swindle

"Avete mai avuto l'impressione di essere stati fregati?" 
(John Lydon, aka Johnny Rotten, al termine dell'ultimo concerto dei Sex Pistols)

Buona parte degli utenti di forum stranieri legati alla pallavolo, da sabato pomeriggio sul tardi, si era già fatta una propria idea del percorso che ha portato la Uyba dritta dritta
all'ultimo atto della Champions League. Più o meno tutti si sono fatti cogliere dalla sopresa, e la parola più presente che ho potuto leggere tra i vari topic è stata "incredible", quasi mai però con accezione positiva; una buona percentuale, sicuramente roba che raggiungerebbe comoda il quorum in un referendum, ha preferito attaccarci spesso anche "lucky" (che non richiede traduzioni, credo) e "undeserved".
credit: www.volleybusto.com


"Undeserved", per chi viene dal Kansas City come Alberto Sordi, significa "immeritato".

Ora: si può stare a discutere all'infinito sul fatto che la Futura abbia trovato davanti a sè un percorso più o meno agevolato, il che sta principalmente a significare che 1)Si sono evitate tutte le squadre turche fino alla final four, e 2)Proprio la qualificazione di due turche ci ha permesso di beccare in semifinale le padrone di casa, competitive come Rosy Bindi scosciata sul palco di Miss Italia.

Che l'approdo alla finale sia stato immeritato, però, è totalmente falso. Ed è presto detto il perchè: la Yama ha barato.

Non ve ne siete accorti? Le 13 in biancorosso in campo a Stettino non sono le stesse che vedete abitualmente alla domenica sui campi italiani! E vi dirò di più... Questa truffa va avanti dall'inizio della Champions!
Come spieghereste, infatti, il motivo che porta una stessa squadra a prendere legnate tra i denti a Montichiari e a dominare a Mosca?
Come riuscireste a concepire una campagna continentale in cui non si è sbagliata una singola partita (no, neanche le sconfitte nel girone contro la Dinamo: sono semplicemente servite a prendere le misure), in cui Leonardi s'è mangiata la concorrenza nonostante millantate antipatie con il signor Mikasa, in cui Havelkova è parsa - a differenza di tutte le altre competizioni - nella versione che più si avvicinava a quella in commercio nel 2011/12?
In quale altro modo giustifichereste un fenomeno che, nonostante il quinto posto nel campionato nostrano (ditero a gente che s'è giocata anche coppe minori, ma non è arrivata più in là dei quarti), è riuscita a estromettere dal gran ballo due potenze del volley internazionale come Azerbaigian e Russia, e che per un attimo è sembrato potersela giocare ad armi pari anche con l'impero ottomano?

Scherzi a parte, è evidente che le farfalle hanno buggerato tutti decidendo di innestare una marcia in più ogni qualvolta si sono ritrovate la patch blu della CEV stampata sulla maglia; quegli "undeserved" letti qui e là li interpreto così, come un moto di stupore nei confronti di un team che finora ha dimostrato poco sul suolo italico, ma tantissimo nell'evento più importante a livello di club dopo il mondiale. Non è arrivato il trofeo da esporre in bacheca, ma la prestazione è stata comunque da applausi. E chissà che lo stesso ruolino, e lo stesso scherzetto, non si riesca a giocare anche in postseason... Playoff che tra l'altro sono iniziati senza la già citata Helena ma con Rebecca "ignoranza" Perry, la quale è passata dal fare selfie sul podio europeo a bombardare il quadratone rosa del palaBanca. Un discreto passo avanti, per una che di mestiere fa la giocatrice e non la fotografa.

A proposito di scherzi: sempre via web, stavolta alle nostre latitudini, si faceva notare la mancanza dei vertici del nostro volley alla kermesse di Stettino. Niente di scandaloso per chi ha un minimo di memoria storica (serve che rammenti a qualcuno le polemiche generate dall'accordo tra lo staff della Futura e la nazionale della Repubblica Ceca?), anche perchè di certe passerelle politiche se ne fa volentieri a meno, Fariolone docet.
Il problema è nato quando il presidente di Lega Fabris, rimasto sottotraccia durante le final Four, ha voluto uscirsene con l'asso di briscola ai microfoni di Sportitalia:
"Il prossimo campionato di A-1 sarà a 13 squadre: al massimo torneo partecipa anche il Club Italia femminile. La proposta della federazione è che la squadra sia basata a Milano, ma che possa giocare in diversi campi, in rappresentanza di tutto il Paese".


Le ragazze del Club Italia
Lo so che uno degli elementi più rappresentativi del mese di aprile è l'omonimo pesce, è che non mi sembrava il caso di farne uno così tardivo. Per carità: i risultati del Club Italia in questa A2 sono stati ottimi, e pare proprio che il lavoro sulle varie Egonu, Danesi e sulla nostra amata Spirito stiano dando dei bei frutti. Ma che senso avrebbe mandare queste ragazzine al massacro, in un campionato dove volutamente - e credo sia la prima volta nella storia, almeno dall'introduzione della legge Basaglia - non si mantiene la parità delle squadre partecipanti?

A questo punto, mi sembra giusto proporre qualche corollario a questa genialata:
-Le ragazze del Club Italia potranno attaccare dei diagonali tra le mani del muro avversario solo chiedendo "per favore". In caso contrario, l'intera squadra verrà punita con 10 bacchettate sui dorsi delle mani da parte della maestra Gioli.
-Le atlete della squadra che osserverà il turno di riposo saranno precettate per fare volantinaggio nelle piazze, in modo da convincere il popolo che un campionato a squadre dispari è la soluzione più corretta e più competitiva.
-Il Club Italia giocherà ogni partita casalinga in una città diversa. Senza però far sapere di quale città si tratta fino a 5 minuti prima del match. Un po' come è successo quest'anno per le date dei playoff, insomma.

Al solito: c'è chi le truffe preferisce giocarle agli avversari, e chi si diverte a perpetrarle al movimento che rappresenta a mo' di boomerang. Scegliete voi da che parte stare...

* Se avete colto il riferimento nel titolo, anche con l'aiuto della citazione di inizio post, sappiate che siete delle belle persone.



venerdì 3 aprile 2015

April Madness

Questa, per l'appunto, è pazzia.


C’è nelle cose umane una marea che colta al flusso mena alla fortuna: perduta, l’intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miserie. Ora noi navighiamo in un mare aperto. Dobbiamo dunque prendere la corrente finché è a favore, oppure fallire l’impresa avanti a noi.

-William Shakespeare, The Life and Death of Julius Caesar-



Esiste, al di là dell'oceano, una cosuccia sportiva che dura circa venti giorni, da metà marzo a inizio aprile: è il torneo finale del campionato di basket NCAA, sostanzialmente i playoff per decretare il miglior programma di basket tra le università statunitensi. E gli yankee ne vanno non pazzi: di più, è uno degli eventi più considerati della nazione. E tutto ciò, visto da un osservatorio a queste latitudini, è pazzesco: tutto assume proporzioni
generalmente incomprensibili per la "cultura sportiva" europea e soprattutto italiana (e mi rendo ben conto che le parole "cultura sportiva" e "Italia" si prendono a sputi già a distanza). Punto primo: non è un evento che vede coivolte squadre professionistiche, ma è seguito quanto i playoff NBA. Punto secondo: branchi di pazzi rinsaldano l'amore con la propria alma mater facendo un tifo sfegatato per il college di appartenenza. Ve l'immaginate un gruppetto di cinquantenni che gira la nazione al grido di "Forza LIUC"? Ecco, neanch'io.
Punto terzo: tutti, ma proprio tutti, provano a compilare il "bracket" (ossia il tabellone delle 68 partecipanti, turno per turno) per indovinare il vincitore finale.
Questo evento, questa venti giorni di speranze sportive e ignoranza cestistica, ha un nome non ufficiale ma che spiega bene l'andazzo: negli USA la chiamano "March Madness", follia di marzo.
Ora: noi abbiamo un movimento sportivo che nel migliore dei casi è "sono fortunato perchè dal tetto della mia palestra non filtra acqua quando piove", le squadre nei playoff di volley sono solo 8, e soprattutto trattiamo certi momenti come una battaglia al fronte più che un passatempo. Però ci sono in ballo dei bellissimi quarti di finale, e io il bracket lo voglio compilare lo stesso, oh. E per altri tre motivi:
Punto primo, è divertente.
Punto secondo, voglio dar modo ai miei amati detrattori di spernacchiarmi alla prima previsione sbagliata e di tacciarmi di gufaggio coatto. E' giusto che anch'io faccia qualcosa che possa mettermi in ridicolo, mica deve essere un'autosputtanamento a senso unico.
Punto terzo, chi tifa per la squadra che pronosticherò per la vittoria finale si prodigherà in gesti scaramantici che neanche il Duca Conte Semenzara.



"MENAGRAMO D'UN MENAGRAMO!"

Via alla nostra personalissima Madness, dunque!

QUARTI DI FINALE

IGOR VOLLEY NOVARA - FOPPAPEDRETTI BERGAMO

Innanzitutto ditemi voi se, solo leggendo i nomi delle città che si affronteranno, sarebbe potuto esistere un quarto più affascinante di questo.
Il fascino però si ferma qui, perchè i rapporti di forza non sono certo quelli dei primi anni 2000: la sfida è impari sulla carta, e impari sarà nell'esito. Due a zero secco per il pronostico a quotazione più bassa, con la Foppa che riuscirà a prendersi un set nella gara casalinga; gara, peraltro, in cui Plak si congederà dal pubblico orobico con una prestazione monstre. Tutto nell'ovvia speranza che questo non sia davvero l'ultimo ballo per le rossoblu.

ESITO: 2-0 NOVARA

REBECCHI NORDMECCANICA PIACENZA - UNENDO YAMAMAY BUSTO ARSIZIO

La finale dello scorso anno, dove non ci fu praticamente partita, si trasforma nel quarto più complicato da prevedere. Faccio una premessa: Busto è l'unica squadra che per il momento ha ancora qualcosa d'altro in palio, è ovvio che molto dipenderà dalla spedizione in terra polacca. Se le finali di Champions dovessero andare estremamente bene, sarebbe normale prendere sottogamba il turno e uscire con chi tra l'altro ha il vantaggio del campo. Per cui, sperando che si verifichi il caso appena enunciato, mi gioco l'altra metà di pronostico: senza trofeo europeo, la UYBA passa il turno in due gare, la prima con il sangue agli occhi e la seconda sul velluto. Mettendo sul campo un po' di garra non ci si potrà mica spaventare davanti alla prima Kozuch che passa, giusto?

ESITO: 2-0 BUSTO

POMI' CASALMAGGIORE - SANITARS METALLEGHE MONTICHIARI

Il turno meno suggestivo, sia in termini di blasone che di parità di forze in campo: eppure un motivo di interesse potrebbe saltare fuori proprio dalla settima classificata, che attualmente è la squadra più in palla del campionato. Infatti la mia previsione, pur restando fedele alla Pomì che di certo sa il fatto suo, vede la serie allungarsi fino a gara 3, con quelle vecchie volpi di Montichiari che andranno a strappare la vittoria sul campo di casa guidate in attacco da una strepitosa Brinker (sì, l'ho detto. Il problema è che l'ho pure immaginato). Pillola dolcissima fino alla bella, dove Casalmaggiore rimetterà tutto in carreggiata con un 3-0 senza storia.

ESITO: 2-1 CASALMAGGIORE

LIU-JO MODENA - IMOCO CONEGLIANO

E qui mi gioco la reputazione, sempre che ne abbia mai avuta una. Avete presente quell'aura mistica che la divina Ferretti ha portato nei dintorni del PalaPanini? Ecco, durerà addirittura lo spazio di UNA partita di playoff, la prima. Tutto verrà rimesso in carreggiata dallo strapotere di Oszoy nella bolgia del Palaverde, quindi le venete tireranno fuori il coniglio dal cilindro in gara 3 e si confermeranno squadra impronosticabile. Ah, Piccinini vivrà una serie non alla frutta: proprio all'ammazzacaffè.

ESITO: 2-1 CONEGLIANO

SEMIFINALI

IGOR VOLLEY NOVARA - UNENDO YAMAMAY BUSTO ARSIZIO

Si può compiere il miracolo di estromettere dalla corsa scudetto la favoritissima per la vittoria finale? Certo che si può. Solo che non sarà questo il caso. Sarà però la serie più bella di tutte: incerta fino all'ultimo, con Busto che troverà il pareggio alla prima in casa, e con un paio di gare che si prolungheranno fino al tie break. Una di queste gare da quinto set sarà proprio l'ultima della serie, sempre al PalaYamamay, dove la Igor troverà la finale con un guizzo da campioni e la Yama uscirà tra gli applausi, questa volta convinti e unanimi, del suo pubblico.

ESITO: 3-1 NOVARA

POMI' CASALMAGGIORE - IMOCO CONEGLIANO

Abbandono della reputazione parte seconda: anche questa serie si chiuderà alla quarta gara, solo che finirà nel trionfo delle momentanee padrone di casa, ovvero le sfavorite alla vigilia. L'Imoco riuscirà da subito a sfruttare un servizio mortifero per tagliare i rifornimenti alla centrale, a quel punto basterà gestire l'esuberanza di Tirozzi per trovare una vittoria corsara a Cremona, che verrà bissata 3 giorni dopo a Treviso. Spalle al muro, la Pomì tirerà fuori una reazione di tutto cuore che basterà per vincere in carrozza la terza sfida, ma che non le garantirà l'accesso alla finalissima.

ESITO: 3-1 CONEGLIANO

FINALE

IGOR VOLLEY NOVARA - IMOCO CONEGLIANO

Curiosamente l'avevo pronosticata anche a inizio anno, tengo fede alle mie parole. Sarà equilibrata? No, sarà un massacro. Tolta la prima sfida, con Novara che riuscirà a sconfiggere i vecchi fantasmi solo al tie break, gara 2 sarà una passeggiata per la Igor, di fronte all'Imoco ancora scottata dall'esito del match precedente. Sul 2-0 per le primatiste in regular season, e con gara 3 in programma al Pala Terdoppio, non ci saranno prosecchi che tengano: Novara potrà così festeggiare un trionfo che attende da 15 anni, secolo più secolo meno. Barun MVP della serie a mani bassissime.

ESITO: 3-0 NOVARA


Finora mi sono concentrato sul campionato e ho volutamente ignorato quella che per le farfalle sarà una sfida imponente, ovvero la scalata alla vetta d'Europa. E non l'ho certo fatto perchè non nutra nessuna speranza: anzi, direi tutto il contrario. E infatti ciò che più mi spaventa è immaginare le 12 biancorosse già appagate dal raggiungimento della final Four: non può e non deve succedere, perchè la strada è impervia ma non impossibile, bisogna essere in grado di sfruttare qualsiasi spiraglio ci venga concesso dagli squadroni che costano venti volte più del nostro. Sulla carta partiamo sfavoriti, e allora? Così come il mio bracket verrà smentito quasi subito, allo stesso modo vedere il tricolore sul primo gradino del podio deve essere considerato come una reale possibilità. Perchè è passato il tempo della soddisfazione per i piazzamenti... Ora bisogna vincere!