Si vive allegri e felici.
Detto così sembra una cazzata, e visto il periodo in effetti lo è. In realtà mi riferivo al nostro piccolo mondo, fatto di palloni Molten colpiti da donne in pantaloncini elasticizzati: si vive allgri e felici, in verità, in quanto a Busto ci si può permettere di prendere il volley a cuor leggero (concetto che vale "per molti ma non per tutti", però sono assai più attirato dall'intellighenzia). E perchè? Perchè si è tutelati da scossoni societari, buchi di bilancio, decisioni avventate e quant'altro attanaglia lo sport italiano in quasi tutte le altre piazze. Perchè chi comanda, sì, avrà sicuramente messo a segno magagne a cui prima o poi non si può sfuggire, tra colpi di mercato che si sono rivelati colpi di sole e altre fesserie magari oscure ai comuni mortali; ma ha sempre tenuto in connessione veloce il cervello prima di agire, non ha mai ragionato "di pancia".
Perchè la serenità che si respira qui, credo non ci sia da nessun'altra parte. Tra le 8 e le 10 della mattina ogni tanto verso Borsano si respira anche odore di soffritto, ma questa è un'altra storia.
Dunque: qui abbiamo un allenatore che ha avuto a disposizione quello che voleva (fino ad esaurimento scorte, ovviamente), è partito lento, ha fallito il primo appuntamento stagionale, ha insistito fino alla morte sulle stesse sei e si è fatto massacrare su ogni non-sostituzione, ha preso un paio di imbarcate che francamente avresti avuto voglia, a lui e alle dodici sottoposte, di far loro cantare l'Aida a suon di calci nel culo come accompagnamento. E non è neanche la prima volta che succede, perchè lo stesso soggetto poggia le terga sulla stessa panchina da un numero di anni che non si può contare con due sole mani.
La reazione della Futura Volley a questo inizio di stagione: fiducia totale, come sempre. Ora la Uyba è in una serie positiva spaventosa, in final 4 di coppa Italia, quasi ai playoff 6 di Champions (toccatina di cojones) ed è tornata la squadra, o una delle squadre, da battere.
Spostandosi di qualche chilometro verso il segno S della bussola, c'è un allenatore che s'è trovato a gestire un team che neanche sarebbe dovuto esistere. Bicampione d'Italia e qualificato al massimo torneo continentale, certo; ma in bilico societario fino al limite consentito. E soprattutto, svuotato dei maggiori contenuti tecnici: via la migliore palleggiatrice tricolore, via tre delle quattro top scorer. Il suddetto allenatore s'è ritrovato a barcamenarsi con alternative di medio-alto livello - più medio che alto, francamente - e non si può dire che gli abbia detto così male: inizio sfolgorante, recessione contenuta e quasi obbligata per essersi spesso trovato a dover fare le nozze coi fichi secchi (o con le pere cotte, nel caso di Angeloni), causa infortuni e concause che gli hanno azzoppato mezzi scarichi laterali e azzerato il reparto centrale. Nonostante tutto: squadra al sesto posto e in piena corsa per la quarta piazza, qualificazione alla final four di coppa nazionale affrontata da underdog e sfuggita per un soffio, ma soprattutto ingresso ai playoff di Champions centrato con merito. Discreto andamento, quantomeno.
Insomma, a Piacenza c'è questo allenatore. Anzi, c'era: ieri è stato esonerato dopo la sconfitta contro Mosca, non esattamente Tortolì, in un match che ha visto l'esordio di una giocatrice che una volta ambientata potrebbe fare la differenza, cioè Kozuch.
Decisione di pancia o questioni più profonde? Fate voi. Però Alessandro Chiappini, almeno fino al giorno 1 del mese a venire, resterà l'unico allenatore del campionato italiano ad aver messo in bacheca una coppa nella stagione in corso. E l'ha fatto da totale, completo sfavorito. Quindi, qualcuno mi spiega il senso di questa mossa?
Solidarietà, coach.
UPDATE: Piacenza ha preso Gaspari, pensando forse di rifare la stessa magata di 2 stagioni fa con Caprara. TANTI CARI AUGURI.
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