martedì 4 febbraio 2014

Crossroads

credit: www.volleybusto.com
 
Casalmaggiore, evidentemente, deve rappresentare la cartina di tornasole del volley bustocco, il termometro che ne determina l'effettivo stato di salute. Se nelle prime 3 sfide di inizio stagione il campo ha sentenziato che la Parisi band non sembrava ancora in grado di gestire tutto il potenziale presumibilmente presente nel sottobosco (se avete letto questa frase interpretandola con un più prosaico "facevamo cagare", ecco, siete maliziosi ma avete capito tutto), il match di domenica ha lasciato tre elementi lungo la strada che porta alle Final Four: una costante, una novità, una certezza.
 
La costante: l'incostanza. Giusto, no? E' normale che la costante sia l'incostanza. O almeno, è normale per chiunque lavori alla domenica pomeriggio indossando una maglia rossa con il castello di Cislago stampato sopra, e abbia quell'impercettibile propensione nel far scivolare improperi fuori dal cavo orofaringeo dei propri tifosi. Il perchè è abbastanza semplice, almeno nella comprensione spiccia: basta sempre e solo un episodio per rovinare una gara. A Conegliano, Campionato Edition, è stato il tabellone (o chi ci ha messo le manine sante) impazzito sul 24-22 del primo. Su analogo punteggio, ma nel quarto, sono arrivate un paio di difese di Gennari per girare la serie a favore della Pomì nel ritorno dei preliminari Coppitaliani.
Domenica la Yama stava spiegando, e con ben poca discrezione, i motivi che le hanno permesso il grande ribaltone di Treviso: buona difesa, Wolosz concretissima, scelte offensive impeccabili. Poi è arrivato il terzo set, e con esso il momento in cui Zago si è schierata palla in mano dietro la linea dei nove metri. Paura e delirio a Viadana: sei ace in un set, l'onda lunga del cambio d'inerzia che si trascina fino - e oltre - al punto venticinque del set quattro. In mezzo, un allegro trenino di conseguenze: Ortolani palesemente fuori dai giochi, Buijs pure, Garzaro idem (ma questa è stata una benedizione, if you know what I mean). Wolosz è uscita di senno come neanche la gattara dei Simpson (e nei primi due set è andata talmente bene che, nonostante tutto, alla fine l'attacco ospite recitava 45%, oh). Ci sarebbe da parlare anche di Leonardi, ma non mi ci azzardo proprio: visti i tempi, pure Santo Stefano Martire preferirebbe tenersi dentro qualche critica di campo, al grido di "lapidato sì, ma che sia almeno per una giusta causa!".
Insomma, un po' troppo per un paio di turni di servizio gestiti maluccio.
 
La novità: la zampata vincente. e qui sì, l'impresa del Palaverde ha avuto il suo seguito. Nella Marca l'urlo dell'Imoco è stato ricacciato in gola pure dopo la rimonta altrui nel golden set, l'altro ieri invece s'è ripresa per i capelli una partita prima stravinta e poi strapersa. Totale in cui il medesimo evento si è ripetuto in questa stagione: DUE, ovvero l'ultima coppia di match. Il che farebbe ben sperare, visto che verso la fine di febbraio ci sarebbe da giocarsi un trofeo il cui esito è incerto che più incerto non si può; riuscire a gestire i cali di tensione di cui sopra, però, sarebbe un altro paio di maniche.
Ah, tra le novità ci metto anche la Ciara che s'è presa la briga di indirizzare il tiebreak, così, come una veterana qualunque. Michael che si fa voler bene e Garzaro in panca, effettivamente gli dei del volley ogni tanto ci regalano una soddisfazione.
 
La certezza: sia che svetti verso l'iperspazio come l'Enterprise, sia che arranchi come una Trabant nel traffico di Berlino Est, il propulsore caratteriale di questa Uyba è uno solo. Ed è un motore che, fino a poco fa, veniva considerato di razza ma troppo bizzoso per tirarsi dietro tutti i componenti. A Viadana sono arrivati 8 stamponi e 21 punti complessivi, ma tutto il buono di questa giocatrice sta in ciò che non viene indicato dai tabellini.
La prima partita di ritorno riassume l'impressione (pressochè unilaterale, ad avviso mio e dei miei abituali vicini) di tutto il girone d'andata: VALE ARRIGHETTI CAPITANO!

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