lunedì 24 febbraio 2014

Spu(n)ti di conversazione

 
credit:www.corrieredellosport.it
 
Allora... Di che si parla? Parliamo di Piacenza, e del suo essere favorita-ma-non-troppo alla vigilia?
Secciao. SECCCCCIAO PROPRIO. Preoccupa (a livello sportivo) che 'sta squadra abbia trovato la reale consapevolezza della propria forza proprio quando più contava: se fino a ieri si poteva pensare a una lotta a tre-quattro per lo scudetto, oggi il back-to-back piacentino è l'unica opzione umanamente percorribile. Le Caprara Girls, più che un cobra letale al primo morso, paiono più un boa che stritola le prede, e questo è importante perchè sono tra le pochissime a non dover basare le proprie fortune sull'exploit di una singola; quando ne salta una (vedi Van Hecke in finale), le altre salgono in cattedra.
 
Parliamo di Caprara?
Per metà secondo set della finale non l'ho più visto e pensavo fosse uscito dall'inquadratura per andare chissà dove, magari a indottrinare una riserva nel quadrato.
Beh, era in panchina, tranquillo come solo lui in quel momento poteva permettersi. Anche il maestro Karpol andava in panchina, ogni tanto: ci si fermava quel tanto che bastava per imbracciare un kalashnikov nascosto nei paraggi, eh, però ci andava.
 
Parliamo di Bosetti MVP?
Magari il premio non è meritato sui due giorni, ma in finale è stata un'autentica iradiddio. E questo riconoscimento fa scopa con l'elezione a miglior giocatrice della scorsa stagione, se ce ne fosse stato bisogno si è dimostrata una certezza nel momento più caldo. Se ci sommiamo pure le mirabilie che si raccontano sulla sorella Caterin made in Brazil, roba che Holly Hutton e Roberto Sedinho levatevi, mi sa che papà Beppe e mamma Franca possono essere orgogliosi del lavoro svolto. E manca ancora una figlia all'appello...
 
Parliamo di palleggio?
Oltre a Ferretti, che spero torni in nazionale con qualsiasi CT la federazione voglia mettere (attualmente il ballottaggio è tra Renzo "Trota" Bossi e il Gabibbo, tutta gente autorevole e degna di cotanti vertici), pure Rondon mi ha fatto un'impressione più che buona: almeno finchè le hanno retto le laterali (Fabris mette in campo un quintale di potenza e una tonnellata di pasticci!) Modena è rimasta ampiamente in gioco.
 
Parliamo di Diouf?
Croce e delizia: praticamente in semi si è presa in carico un quantitativo di palle che sarebbero bastate per due partite. E infatti, al secondo match che però per lei era un po' il terzo, sono bastati due stamponi e un filo di stanchezza (e cacchio, due metri di donna faticano a reggere certi ritmi) per farla sparire dai radar meglio di un aereo stealth. Se impara a gestirsi, e soprattutto se imparano a gestirla, tanti cari auguri a chi se la troverà di fronte.
 
Parliamo di liberi?
Di Cardullo ormai si conosce anche il numero di peli inguinali, inutile approfondire; la scena però se la sono presa le due nanette salterine giunte in finale. Sansonna è in linea con le compagne, mette il 120% sul taraflex e difende ogni palla come se fosse l'ultima. Se pagellassi le darei un otto, ma Merlo si meriterebbe almeno un nove. Non la si scopre mica oggi (e se sei la capitana virtuale della Foppa, qualcosa dovrai pur avere dimostrato), però l'Enrica ti dà sempre un nuovo motivo per lasciarti a bocca aperta, alla faccia della sua palpebra calante che pare debba cadere in catalessi da un momento all'altro. Sempre parlando di nazionale in ottica mondiali, lei DEVE essere la titolare nel ruolo di "giocatrice che si mette la maglia diversa, non attacca e viene sempre sostituita da una tizia alta alta".
 
Insomma, questa final four ha generato un sacco di spunti. Qualcuno, però, potrebbe legittimamente chiedersi per quale motivo non c'è neanche un accenno alla prestazione di Busto in coppa.
 
Mi scuserete, ma beh... Stamattina avevo voglia di parlare solo di pallavolo.


giovedì 20 febbraio 2014

Marchette e canzonette

A proposito di Festival di Sanremo, ieri sera una pallavolista è salita sul palco dell'Ariston insieme a nomi grossi e pluripremiati dello sport nostrano, come Zoeggeler, Cagnotto/Dallapè e Clemente Russo.

L'onore è spettato a Veronica Angeloni.

 
 
Sportivi pluripremiati.
Veronica Angeloni.
PALLAVOLISTA.
 
E' proprio vero... Tira più un pallonetto di figa che un carro di Bosetti.
 
 


mercoledì 19 febbraio 2014

Monuments women

 credit: www.volleybusto.com

Vittoria con Ornavasso non certo inaspettata, le farfalle stanno avendo una continuità di gioco che fa ben sperare in vista di un appuntamento mica da poco. Ma sulla partita ci torno dopo: l'evento di domenica si è disputato non sul terreno di gioco ma appena fuori, zona parterre. Due capitoli di storia pallavolistica in salsa biancorossa, una accanto all'altra.

Una american by birth, passo sicuro e indole della donna che non deve chiedere mai.
L'altra mezzosangue, un po' scandinava e un po' transalpina, con la curiosità e l'interesse di chi vorrebbe girare il mondo trenta volte solo per impostare il trentunesimo tour.


Una che prima dell'esordio si diceva “Sì, magari inizia Caracuta da titolare, ma poi sarà fissa nello starting six”.
L'altra che “Figuriamoci, con Crisanti e Campanari davanti, che speranze vuoi che abbia?”.


Una che, appena ha messo piede in campo, si è capito che forse stava davvero per cambiare qualcosa negli albi d'oro.
L'altra che ha saputo aspettare una final four indecente e un derby della redenzione per spiccare il volo.


Una predestinata: mani di velluto, fondamentali più lindi della tunica papale, tutto impiantato su un'impalcatura in titanio. La migliore all-around player del campionato nello spot di palleggio.
L'altra brutto anatroccolo: lunghissima, sgraziata, di quelle che pensi vengano bene solo ad alzare il muro (sempre che imparino a farlo) e poi ti ritrovi in squadra l'arma meno convenzionale dai tempi di Gioli. L'autentico capolavoro di Parisi in un doppio lustro sulla panca di viale Gabardi.


Una accompagnata dallo zio, star della tv yankee anni '90.
L'altra che a volte condivideva la scena con il padre e i suoi epici show dalle tribune.


L'una aveva la dolcezza: aspettava che Cisky e Giulia domassero la tonda bestia tricolore o gialloblu, e poi l'accarezzava. Tutto mentre il popolo biancorosso teneva il fiato sospeso.
L'altra ci metteva la violenza: la tonda bestia, ormai irretita, veniva sbattuta a terra a suon di schiaffi. Tutto mentre il popolo biancorosso esplodeva di felicità.


Una, dopo quell'anno lì, è sparita dai radar biancorossi e ancora non si sa il perchè. Come nasce il rancore.
L'altra, nella stagione post-quell'anno lì, ci ha messo il faccione sempre e comunque. Come cresce la stima.


Una si è accasata all'interno di quello che è palesemente il team peggio sopportato dalla città, in contumacia Villa Cortese.
L'altra è finita alla corte del coach più sbeffeggiato durante quell'anno magico.


Una che, se avesse tenuto un comportamento un pelino più chiaro, potrebbe ancora essere accolta sotto er cupolone de legno come una reginetta del ballo.
L'altra che, se fosse un pelino più bella, a quest'ora sarebbe così famosa da poter presentare Sanremo (e sì, lo so che la Littizzetto non è proprio quel grazioso fiorellino di campo).


Una ha saputo suscitare un tale sentimento di amore-odio che a volte si fa fatica a decidere da che parte stare.
L'altra gode di quell'assoluto amore-amore che solo una piazza come Busto sa concedere, e che non è appannaggio esclusivo dei fanboy di questa o quell'atleta più abile nelle relazioni esterne che sul taraflex.


L'una e l'altra: tra record e controversie, tra trofei conquistati e tonfi inaspettati, Carli Lloyd e Christina Bauer rimangono due autentici monumenti del volley bustocco.

Ah già: la partita, dicevamo... Allora, c'è quell'alzatrice, quella che è stato l'acquisto più atteso dell'estate Uyba, che ha giocato di fioretto e si è portata a casa l'MVP.
E c'è quella centrale, quel Paperino partito in sordina nelle retrovie, che sta macinando punti nelle gerarchie del coaching staff e nell'affetto della gente sugli spalti.

Uhm, un po' come l'incipit di una storia appena raccontata.

Un revival poverello? E' probabile, in fondo il campionato italico offre questo al momento.
Casualità? Sicuramente.
Però, quelle due in campo a farsi voler bene proprio sotto gli occhi di quelle due fuori: corsi e ricorsi storici...

martedì 11 febbraio 2014

L'eterna lotta tra il bene e il male - Sopra la panca...



Busto Arsizio, domenica 9 febbraio, ore 19.15 circa.

*PUFF!*

EHI TU!!!

ARGH!!! Ma ti sembra il modo?!? Mi hai fatto spaventare!

E ne ho ben donde, anche tu mi hai fatto prendere un colpo! Guarda che ora è: si può sapere perchè non sei al Pala? Oggi si gioca in casa, e tu invece dove diavoletto mi hai portato???

Ehi, sveglia... Guarda che siamo al PalaYamamay, eh.

Ma che cacchio stai dicendo??? Come facc... Uhm...

...

...Tetto in legno... Gradoni... Pannellone rosso... Sembra proprio il PalaYamamay...

E io che ti avevo detto?

...Però poco fa guardavo il taraflex, e c'è ancora una cosa che non mi è chiara...

Dimmi...

...MA CHE E' 'STA ROBA?!?!?!

E non mi urlare nell'orecchio! Si dà il caso che "'sta roba" sia Busto-Forlì: cosa pensavi che fosse?

...Busto-Forlì?

Esatto.

...Di serie A1 femminile?

Certamente.

...QUESTA SAREBBE UNA PARTITA DI PALLAVOLO???????

E basta urlare! Che già la gente mi vede parlare da solo e crede che sia più malato mentale di Wolosz quando alza tre palloni consecutivi a Marcon...

*PUFF!*

Tu, spiritello rosso di cui sarei la nemesi, basta agitarsi. E tu, mediocre figuro umano di cui sarei la coscienza, basta sarcasmo.

Effettivamente devo ammettere che questa era un po' gratuita...

Sì va beh, meno male che anche questo scempio è gratuito, o almeno incluso nell'abbonamento! Ma come fa una squadra del genere a partecipare al massimo campionato nazionale?

Intanto le atlete ospiti meritano un applauso, proprio per aver dignitosamente calcato il campo nonostante l'organico non sia propriamente da A1... E poi, sarà mica colpa della Futura se l'Idea volley non è un avversario temibile!

Tolta la questione che per me quest'agglomerato di giocatrici non si può neanche definire avversario, non sto dicendo che sia colpa della Futura: però tra due settimane ci si gioca la coppa Italia, mi incazzo nel vedere che si perde tempo con questi pseudoallenamenti! Sarà stata una partita senza nessuna utilità e senza nessuna indicazione valida!

Sono convinto che il coach avrà tratto molti spunti utili per il prossimo futuro, ogni gara è importante per sistemare e migliorare alcuni aspetti.

Esatto, di cose positive ce ne sono state...

E quali sarebbero, sentiamo?

Ad esempio la ricezione è stata grandiosa, tanto per cominciare.

Uuuuuh, certo, grande ricezione contro Forlì... Ci sarebbe da girare col tabellino appuntato sulla giacca per la felicità. Sta arrivando anche Ary Graca, presidente della FIVB, a consegnarci una medaglia al merito... Lo sapevi? Lo accompagnano pure il Dalai Lama e la regina Elisabetta!

Pur non condividendo i toni del rossastro, caro Michelino, sicuramente ci saranno altri avvenimenti da tenere maggiormente in considerazione, giusto?

Certamente: la nostra Asia si dimostra sempre più concreta!

Ehm...

Dai pennuto, tira fuori la voce e dillo: concretezza qui? Oggi? Mi sta bene che il periodo è buono, ma il tuo attacco non può che essere concreto se di fronte si trova le povere Bezarevic o Lamprinidou!

...C'è altro?

Uhm... Arrighetti ha messo in campo tutta la sua grinta!

Buono, ma per fortuna è la normalità...

Marcon è stata ottima anche in prima linea!

Non farmi tornare sul discorso di prima...

Le nostre maglie sono più belle di quelle di Forlì!

Gentilmente, chissenefrega: mi sa che aveva ragione il gingerino, sembra essere stato un match inutile...

Michel è entrata su Garzaro ed è stata eletta MVP!

...

...

...Credo di non aver sentito bene. Come hai detto, scusa?

Michel MVP, 5 su 7 in attacco e 4 muri praticamente tutti nel terzo set.

...E Garzaro fuori.

Esatto.

...

...

...OH MIO DIO! OH MIO DIO! OH MIO DIO!

...OH MIO DATORE DI LAVORO! OH MIO DATORE DI LAVORO! OH MIO DATORE DI LAVORO!

GARZARO ANCORA PANCHINATA E CIARA MVP! DAI CHE STAVOLTA PARISI SE NE ACCORGE!!!

BISOGNA FESTEGGIARE, ANDIAMO AD UBRIACARCI DI VIN SANTO! Michelino, vieni anche tu?

No. Siete due beceri.

Miche', ma quali beceri? Siamo solo due esserini a cui piace il volley! Penna bianca, per sdebitarmi del vin santo che mi offrirai ti porto a cena al ristorante di un amico: stasera la specialità è la mozzarella..

...In carrozza?

No, IN PANCHINA! AHAHAHAHAHAHAHAH!!!

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!

*PUFF!*

*PUFF!*

martedì 4 febbraio 2014

Crossroads

credit: www.volleybusto.com
 
Casalmaggiore, evidentemente, deve rappresentare la cartina di tornasole del volley bustocco, il termometro che ne determina l'effettivo stato di salute. Se nelle prime 3 sfide di inizio stagione il campo ha sentenziato che la Parisi band non sembrava ancora in grado di gestire tutto il potenziale presumibilmente presente nel sottobosco (se avete letto questa frase interpretandola con un più prosaico "facevamo cagare", ecco, siete maliziosi ma avete capito tutto), il match di domenica ha lasciato tre elementi lungo la strada che porta alle Final Four: una costante, una novità, una certezza.
 
La costante: l'incostanza. Giusto, no? E' normale che la costante sia l'incostanza. O almeno, è normale per chiunque lavori alla domenica pomeriggio indossando una maglia rossa con il castello di Cislago stampato sopra, e abbia quell'impercettibile propensione nel far scivolare improperi fuori dal cavo orofaringeo dei propri tifosi. Il perchè è abbastanza semplice, almeno nella comprensione spiccia: basta sempre e solo un episodio per rovinare una gara. A Conegliano, Campionato Edition, è stato il tabellone (o chi ci ha messo le manine sante) impazzito sul 24-22 del primo. Su analogo punteggio, ma nel quarto, sono arrivate un paio di difese di Gennari per girare la serie a favore della Pomì nel ritorno dei preliminari Coppitaliani.
Domenica la Yama stava spiegando, e con ben poca discrezione, i motivi che le hanno permesso il grande ribaltone di Treviso: buona difesa, Wolosz concretissima, scelte offensive impeccabili. Poi è arrivato il terzo set, e con esso il momento in cui Zago si è schierata palla in mano dietro la linea dei nove metri. Paura e delirio a Viadana: sei ace in un set, l'onda lunga del cambio d'inerzia che si trascina fino - e oltre - al punto venticinque del set quattro. In mezzo, un allegro trenino di conseguenze: Ortolani palesemente fuori dai giochi, Buijs pure, Garzaro idem (ma questa è stata una benedizione, if you know what I mean). Wolosz è uscita di senno come neanche la gattara dei Simpson (e nei primi due set è andata talmente bene che, nonostante tutto, alla fine l'attacco ospite recitava 45%, oh). Ci sarebbe da parlare anche di Leonardi, ma non mi ci azzardo proprio: visti i tempi, pure Santo Stefano Martire preferirebbe tenersi dentro qualche critica di campo, al grido di "lapidato sì, ma che sia almeno per una giusta causa!".
Insomma, un po' troppo per un paio di turni di servizio gestiti maluccio.
 
La novità: la zampata vincente. e qui sì, l'impresa del Palaverde ha avuto il suo seguito. Nella Marca l'urlo dell'Imoco è stato ricacciato in gola pure dopo la rimonta altrui nel golden set, l'altro ieri invece s'è ripresa per i capelli una partita prima stravinta e poi strapersa. Totale in cui il medesimo evento si è ripetuto in questa stagione: DUE, ovvero l'ultima coppia di match. Il che farebbe ben sperare, visto che verso la fine di febbraio ci sarebbe da giocarsi un trofeo il cui esito è incerto che più incerto non si può; riuscire a gestire i cali di tensione di cui sopra, però, sarebbe un altro paio di maniche.
Ah, tra le novità ci metto anche la Ciara che s'è presa la briga di indirizzare il tiebreak, così, come una veterana qualunque. Michael che si fa voler bene e Garzaro in panca, effettivamente gli dei del volley ogni tanto ci regalano una soddisfazione.
 
La certezza: sia che svetti verso l'iperspazio come l'Enterprise, sia che arranchi come una Trabant nel traffico di Berlino Est, il propulsore caratteriale di questa Uyba è uno solo. Ed è un motore che, fino a poco fa, veniva considerato di razza ma troppo bizzoso per tirarsi dietro tutti i componenti. A Viadana sono arrivati 8 stamponi e 21 punti complessivi, ma tutto il buono di questa giocatrice sta in ciò che non viene indicato dai tabellini.
La prima partita di ritorno riassume l'impressione (pressochè unilaterale, ad avviso mio e dei miei abituali vicini) di tutto il girone d'andata: VALE ARRIGHETTI CAPITANO!