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Riparto dalla fine dello scorso post: "e Conegliano che quando la incontri inizi sempre con un "ma..." e alla fine non la batti mai". Una smentita in carta semplice sarebbe stata assai gradita, invece oh, mai 'na gioia.
Cosa c'è di nuovo da dire su questa partita? Purtroppo niente. Inferiorità palese e promesse disilluse ormai la fanno da padrona contro l'Imoco, che a questa stregua avrebbe vinto anche partendo dalla Siberia a piedi di domenica mattina: non ha funzionato il fattore stanchezza - posso comunque immaginare che le ospiti avessero in corpo una discreta carogna dopo i calci nel didietro presi in Champions - , non è servito nemmeno il fattore campo e la bella cornice sugli spalti, sia in termini di coreografia che in termini di presenze (tremiladuecentoequalcosa spettatori tutti paganti non è proprio una roba che la vedi in qualsiasi piazza). Niente di niente è risucito a fermare Conegliano, che ormai sta al bustocco medio come Diabolik sta all'ispettore Ginko. O, per gli sbarbatelli, come "il mona che sbatte la porta urlando" stava a Germano Mosconi (scatenandone eguali reazioni).
"Abbiamo perso ancora? MACHEOOOOH!"
L'impressione peggiore è che con l'Imoco, solo con l'Imoco, la coperta sembra essere sempre troppo corta. Finora la stagione ha visto punti altissimi e bassissimi, dalle vittorie contro la premiata ditta Bergamo-Modena-Piacenza alle mazzate prese da Casalmaggiore, Urbino e Frosinone: match in cui Busto, con la propria prestazione (o non-prestazione), ha dimostrato di saper indirizzare fin da subito la gara, se verso la gloria o verso lo schifìo poco importa. Con le venete, invece, c'è sempre quell'idea che ce la si possa tranquillamente giocare: solo che, nella morra cinese di meriti e demeriti, il punto vincente lo hanno sempre Calloni e socie. Nell'andata di Champions la Yama ha ballato in ricezione ma ha sopperito nel resto, mentre le ospiti se la portavano a casa primeggiando in battuta e nel muro-difesa; 10 giorni fa in campionato c'è stata una continuità di gioco nel primo e nel terzo set, ma le "pantere" c'hanno aggiunto pure la zampata vincente. Idem con patate domenica: Leonardi ha messo in campo una straripanza difensiva che Baresi levati, Marcon l'ha seguita a ruota nel fondamentale e alla fine del secondo set la sfida era in totale equilibrio. Finchè anche Conegliano ha deciso di alzare l'asticella in seconda linea e ha annullato la parte offensiva Uyba che, tolta Ortolani, era già deficitaria di suo (se poi Wolosz vede le centrali solo come due splendidi complementi d'arredo per migliorare il suo feng shui, la frittata è bella che fatta): sommateci la solita Lloyd, la solita Nikolova e Barazza che vince il duello di trash talk con Arrighetti, ed ecco che un'altra sfida prende la via del nordest.
Una grande squadra sa adeguarsi all'avversario e migliorare anche a partita in corso: e qui ci vedo tanto merito di Gaspari, il migliore - insieme a Pedullà - nel fare scopa contro il gioco di Parisi.
Intanto stasera si gioca il ritorno dei quarti... Due 0-3 e due 1-3 nelle prime gare la dicono lunga sul frazionamento delle forze in campionato (forse l'unica sorpresa potrebbe arrivare dalle nostre, ma con la final four che si disputerà a Treviso, chi ci crede?): le gare di stasera avranno lo stesso appeal di un paginone centrale di Playboy con Dagioni nudo.
E ora vi tocca pure immaginarvelo discinto e con espressione lasciva: la strada del tifoso biancorosso è lastricata di sofferenza.
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