venerdì 16 ottobre 2015

Il segno dei tempi

Trofeo Bruna Forte fissato a giovedì 22 ottobre, contro il Club Italia.

Giovedì.

Contro il Club Italia.

Punto primo, il trofeo Bruna Forte ha visto transitare dal PalaYamamay squadre di una certa caratura europea: i primi esempi che mi vengono in mente sono l'Asystel che primeggiava (secondeggiava...) in campionato, la Foppa ancora in odore di Champions, il Sopot, il Lokomotiv Baku di Anetona bella, fino al Volero Zurigo che nell'ultima tornata europea è arrivato a un golden set dalla final four. Oppure ha portato sul nostro taraflex un tocco di esotico, come le cinesi dello Zhejiang.
Capisco la necessità di non voler fare brutta figura davanti ad eventuali nuovi sponsor che verranno intortati da una pseudo partita ammaliati dalla superiorità delle biancorosse, ma affrontare il Club Italia, con tutto il rispetto, è il punto più basso raggiunto dalla manifestazione. Non dal punto di vista dei valori in campo, ma da quello dell'appeal.

Punto secondo, la partita è inclusa nell'abbonamento: ci è stata messa proprio per mantenere lo stesso numero di match della scorsa tessera e, di conseguenza, lo stesso prezzo. Quindi una partita a suo modo "storica" per Busto viene spogliata del proprio fascino (grazie, come detto, alla scelta di un avversario che non attira, anche perchè lo si potrà vedere per tutto l'anno sul campo di casa) e giocata in mezzo alla settimana, con un prevedibile calo delle aspettative sugli spettatori e con un calendario che già prevede altri 4 appuntamenti fuori dal weekend.
Pensare di declinare la partecipazione a qualche torneo della fava giocato là sui monti con Annette, per potere quindi organizzare questa partita durante un weekend con tempi e modi consoni, evidentemente non era in cima alle priorità dei capoccia. E non venitemi a dire che si è aspettato per avere la squadra al completo, perchè non ci credete neppure voi.

Punto terzo, sulla locandina è scritto in piccolo "l'incasso della gara sarà devoluto in beneficenza".
Forse è scritto in piccolo perchè si vergogna. La partita è gratis per gli abbonati e costa 5 euro per gli altri (già questo dovrebbe far alzare qualche sopracciglio, ma ehi, guai a parlare male della Uyba!), quindi chissà a chi saranno devoluti quei circa mille euro - e ho arrotondato per eccesso - che si raccoglieranno.

Punto quarto, inviterei a ragionare sul nome che il trofeo porta con sè.
Sarà un caso, ma proprio nell'anno di insediamento di un nuovo presidente sembra che il trofeo Bruna Forte sia trattato come una pezza da piedi, un intermezzo fastidioso, o ancora peggio come uno specchietto per le allodole buono solo ad abbindolare i paganti.

Grazie.

GRAZIE.



domenica 11 ottobre 2015

Pillole di veggenza: il classificone totalone del campionato

Ohè, buongiorno! Pare che tra tornei in alta montagna, supercoppe e buoni sconto che la nostra società (non) ci ha (ancora) gentilmente fornito, la stagione tricolore del volley stia per iniziare: cosa c'è di meglio nel farsi perculare vita natural durante con un bel pronostico sull'andamento del campionato?
Ah, classifica inversa ovviamente. Prima che vi aspettiate davvero che il Club Italia possa portarsi a casa lo scudetto.

TERZA FASCIA - "La speranza è l'ultima a retrocedere"

CLUB ITALIA

Non una speranza: LA speranza.
Ma cosa vuoi pronosticare qui?!? Il Club Italia si tifa a prescindere, anche se è stato imposto atavolino dalla Federazione Spaziale che ha avuto l'incredibile lungimiranza di far partire il campionato di volley femminile più bello e più difficile del mondo (non guardatemi strano, è ancora così) con un numero dispari di squadre.
D'altronde le ragazzine presenti in squadra non hanno nessuna colpa. E noi potremo tifare per Guerra, per la nostra ex "Paperino" Spirito e per il fenomeno del futuro Paola Egonu direttamente dal divano di casa. Eh sì, perchè una delle prime mosse della UYBA duepuntozero è stata portarsi le partite casalinghe del Club Italia sotto il tetto legnoso del PalaYamamay! E una delle seconde mosse della UYBA duepuntozero è stata lo sconto sui biglietti del Club Italia per gli abbonati Futura! E con il risultato di queste due mosse della UYBA duepuntozero si rischia di incrinare il rapporto tra società e tifoseria!

...Ah, ma stavamo parlando del Club Italia? Tanto futuro, tanta tenerezza, speriamo che gli squadroni abbiano pietà di loro.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: arrivare in tempo alle partite, e giocarle. Fine degli obiettivi.


OBIETTIVO RISARCIMENTO VICENZA

Erano al completo, poi Valentina Serena ha rescisso e ciao.
Il lato negativo sarebbe stato rimanere per troppo tempo in attesa di un rimpiazzo, tutto scongiurato dall'arrivo dell'ex Azerrail Kitipova.
Il lato positivo è che non palleggerà Valentina Serena.
Il resto è un mix di gente scafatissima (Cella e Lanzini), possibili sorprese serbe (Popovic, Busa, Drpa), e il destino che potrebbe essere deciso dalle prestazioni di Partenio e Wilson.
L'impressione è che per mantenere un posto al sole ci saranno da sudare non sette, ma settanta camicie.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: salvezza all'ultimo tuffo.

SUDTIROL NERUDA BOLZANO
Paura e delirio in Alto Adige. Squadra tutta da scoprire, che per ora al centro schiera...
(inspira, espira, inspira, espira, inspira, espira)
...Garzaro e Manzano come titolari.
(Uff, ce l'ho fatta.)
Ah, grazie ai buoni uffici del neo-ds Babbi è arrivata anche Mari, l'opposto brasiliano che tanto bene fece a Pesaro anni fa.
Questo è il mio umile giudizio a proposito di quanto penso possa influire Mari nell'annata di Bolzano:



Anche perchè avere lei e Ikic come punte di diamante, affidate alle mani di Brcic che non è esattamente un drago nella gestione delle laterali, mi sembra oggettivamente pochino.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: visti i casini estivi, per il momento è già buona se partecipano.

METALLEGHE SANITARS MONTICHIARI

Titolari confermate per cinque settimi, meno Olivotto, meno Vindevoghel, più Sobolska, più una a scelta tra Barcellini e Lombardo.
Non so... Per una squadra che lo scorso anno ha dimostrato di avere più cojones di tutte nei momenti caldi, e che ha persino messo in riga una Bergamo alla-deriva-ma-non-troppo, mi sembra un po' poco soprattutto dal punto di vista caratteriale dei nuovi innesti. Non si lotta certo per il vertice ma dovranno stare attente a non avvicinarsi troppo al burrone di fondo classifica.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: playoff, ma la vedo tosterella.

SECONDA FASCIA - "Salirò, salirò, non so ancora bene quando ma provando e riprovando salirò"

SAVINO DEL BENE SCANDICCI

Il team che ha subìto l'upgrade più netto rispetto al recente passato: si sono liberate di mestieranti, carneadi e Garzaro (non sapevo in che categoria inserirla) per prendere gente del calibro di Merlo, Nikolova, Loda, Rondon, Fiorin e Toksoy. Roba che se Busto avesse fatto una campagna acquisti del genere saremmo ancora tutti incastrati l'un l'altro nel bel mezzo di un'orgia.
Basterà per mettersi in linea con i top team? No. Però una semifinale scudetto potrebbe anche essere a portata, se ad esempio Nikolova risorgesse dalla stagione orrenda che l'ha vista dare l'addio a Conegliano.
Basterà per strappare un posticino in Europa? Nemmeno, salvo autodistruzione di un paio di squadroni.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: la parte sinistra della classifica.

UNENDO YAMAMAY BUSTO ARSIZIO
Il grande boh. E' tutto nuovo, sia fuori che dentro, ma stavolta è del "dentro" che voglio parlare (perchè mi crea meno acidità di stomaco): l'ho già detto, lo ripeto e lo sanno tutti, per
Dalle sue ditine passa mezza stagione.
impostare un programma pluriennale con giovani da far emergere non c'è nessuno migliore di Mencarelli. E forse il vero cardine di questa UYBA che riparte da (duepunto)zero è proprio il direttore delle operazioni sul taraflex, perchè il resto è fatto di dubbi concatenati ad altri dubbi.
SE Hagglund riuscisse a mantenere una tenuta di gioco soddisfacente anche nel campionato italico.
SE la matassa tra titolari e riserva al centro dovesse districarsi al meglio.
SE Lowe fosse in grado da subito di fare i buchi per terra.
SE la ricezione del precampionato fosse solo stata una brutta copia di quella che vedremo successivamente.
SE Yilmaz confermasse le attese di mezza Europa che la voleva nel proprio club, e SE Papa confermasse le attese del Menca che non ne ha potuto fare a meno.
Fino alla scorsa stagione, nonostante tutte queste incertezze si sarebbe anche potuto puntare alla quarta piazza; quest'anno è decisamente più complicato. Dubito che qualcuno si illuda di rimpolpare la bacheca, anche perchè l'unica competizione alla portata (la Challenge Cup) è stata bypassata.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: vincere più scommesse possibile e dare fastidio a tutte. Secondo me una final four di coppa Italia non sarebbe così assurda.

IL BISONTE FIRENZE

Nel sestetto, all'ossatura confermata delle senatrici (Calloni, Negrini e la sempiterna Turlea, che da novembre dispenserà classe direttamente dall'età degli "anta"), hanno aggiunto il braccione di Vanzurova e due signori colpi di caratura continentale, cioè Van De Vyver e Ninkovic.
Prima considerazione: il palleggio vale cinque spanne in più del precedente, e mi sono contenuto.
Seconda considerazione: fosse rimasta Bertone, al centro avrebbero avuto uno dei reparti più forti del torneo.
Terza considerazione: se Parrocchiale cresce ancora, e può benissimo farlo, si risolve quello che sulla carta è il problema più gravoso, la ricezione.
L'anno scorso hanno chiuso terzultimi, a 100 anni luce dalle ultime due ma pur sempre terzultimi; ora si preparano ad essere la mina vagante del torneo.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: playoff, ovviamente. Dopodichè sarà tutto grasso che cola.

FOPPAPEDRETTI BERGAMO
Se la campagna acquisti si fosse fermata solo a ciò che ha generato il maggior eco
"Beh, ciao ragazzi, allora io vado. Auguri eh!"
mediatico, ovvero Lo Bianco, Cardullo e Barun, allora avrebbero potuto cambiare main sponsor e chiamarsi "Gerovital Cocoon Osservatrici di cantieri Bergamo". Purtroppo - anzi, per fortuna loro - ci hanno pure attaccato due signori colpi in prospettiva: Gennari, il sogno bagnato di Busto, e Aelbrecht, il ginocchio sbriciolato di Busto. Senza contare il fatto che il botto vero è in realtà una riconferma, ovvero l'immensa Celeste Plak.
Squadra bella ai limiti del romantico, da zone sicuramente alte, ma che resta ad un centrale di distanza dalle zone altissime (la stessa Aelbrecht più Frigo e Paggi? Si può dare di più).
OBIETTIVO NON DICHIARATO: divertirsi, far divertire, e spaccare diversi culi; tenete sempre a mente che Bergamo ha rischiato di sparire, suvvia.

PRIMA FASCIA - "Where the big girls play"


LIU-JO MODENA

E' rimasta Ferretti, ed è un bene.
Hanno rimpiazzato la coppia Piccinini-Rousseaux con Di Iulio-Rivero: mbah, potrebbe anche funzionare.
Però la stagione è appesa a un unico filo: se gira Diouf, gira tutta la stagione di Modena.
Il problema è che, attualmente, "Diouf che gira" è una scommessa quotata più alta di "Grecia che esce dalla crisi entro il 2016".
OBIETTIVO NON DICHIARATO: qualificazione in Champions, ma si rischia di stare freschissimi...

IGOR VOLLEY NOVARA
Qui può succedere davvero di tutto. Alle reduci dell'ultima debacle di Supercoppa, ne sono convinto, brucerà talmente tanto il sedere che si porteranno dietro il fastidio per tutta la prossima stagione: il quesito maggiore sarà capire se l'infiammazione fungerà da stimolo per vendicarsi di un destino cinico e baro, oppure da ostacolo sotto forma di "treno che ormai non passa più".
Rivoluzione sulle esterne: via Barun e "core ingrato" Hill, via Klineman e via pure Partenio, sostituite dai primi 2 terminali offensivi di Modena, da Cruz e dalla scommessa più "scommessosa" di tutta la massima serie, cioè Caterina Bosetti. La quale, giusto per viaggiare con la coscienza leggera, è all'ultimo gettone per quel che riguarda una considerazione di altissimo profilo.
Un consiglio disinteressato: se Novara dovesse per caso trovarsi ancora a giocare la partita che vale il tricolore, e se dovesse per casi trovarsi tra le mani pure il match point, ci sarebbe solo un comandamento da osservare: non dare la palla ad aury Cruz. MAI.
Io ve l'ho detto.
Però, con Signorile ancora in palleggio, è un'ipotesi da non sottovalutare.
Anzi, con Signorile ancora in palleggio mi sa che a questo scenario non ci si arriva.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: fare meglio, con una squadra forse peggiore, e con più concorrenza. Sinceri auguri.

POMI' CASALMAGGIORE
Questa l'avevo scritta prima della Supercoppa:
"Hanno tenuto Super Tirozzi.


I due opposti della Pomì. Contenti loro...
Hanno Lloyd, che sul gioco veloce sta ai livelli (alti) di Skorupa.
Hanno tenuto la coppia d'oro al centro, e non era facile.
Hanno di nuovo Sirressi e la sua esuberanza difensiva.
Hanno messo quel volpone di Barbolini a guidare la ciurma, e quella volpona di Piccinini a dare ulteriore dimensione europea.
Hanno il tricolore sul petto, la champions da giocare, e un palazzetto che probabilmente stavolta reggerà il peso dell'inverno.
Quello che sulla carta non c'è, ed è imprevedibile, è l'ingrediente principale della scorsa, pazzesca stagione casalasca: la coesione tra tutte le proprie interpreti.
My two cents: prendete i pronostici su Casalmaggiore che potevate ipotizzare 12 mesi fa e traslateli sulla nuova annata, perchè il miracolo delle rosa non si ripeterà. con buona pace di una dirigenza dimostratasi leggerisssssssimamente ambiziosa.
Ah, infine: la Pomì ha viaggiato per buona parte della stagione con una situazione atipica in posto 2, tra Ortolani e Bianchini. Stavolta hanno deciso di risolvere ingaggiando Kozuch e Rossi-Matuszkova: in pratica 2 opposti che, quando la palla scotta, non ne fanno uno intero.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: Supercoppa, coppa Italia, Scudetto e Champions. Se arriva anche solo la prima, tirate fuori lo champagne e fate il trenino."


Ecco, la penso ancora uguale.

NORDMECCANICA PIACENZA

Una nuova inezione di soldini ha generato una squadra che sulla carta è da infarto. Potenzialmente ha la coppia di schiacciatrici più bilanciata del torneo (Meijners-Marcon), la coppia di centrali più intrigante (Bauer-Belien, e Melandri a fare il backup extra-extra-lusso), l'azzurra forse più convincente dell'estate pre-europei (Sorokaite), ottime interpreti al palleggio (Ognjenovic) e nelle retrovie (Leonardi). Se la panchina riesce a dare fiato a ragazze che saranno impegnate pure in Europa, questi arriveranno comodi all'ultimo giro con l'asso di briscola ancora in mano.
Ma con "sulla carta è da infarto" intendo anche altro, ovvero che appena Leonardi leggerà sul foglio delle statistiche la sua percentuale di ricezione nelle partite casalinghe (a Piacenza usano un metro diverso rispetto al resto dello stivale), siccome ci tiene poco poco ai suoi numeri, le verrà come minimo un coccolone.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: finale scudetto, a prescindere dalla tenuta cardiaca della ex Tiger Giulia.

IMOCO VOLLEY CONEGLIANO
Sì, ok, lo scheletro ammerregano (Glass-Adams) non solo è rimasto, ma si è pure arricchito di
La coppia tricolore: cin cin.
Hodge e Robinson. E va bene, han riportato in Italia la classe lucente e la bestemmia tonante di Vale Arrighetti. E si sono pure liberati di gente che, quando c'era da vincere un solo match per arrivare alla finalissima, è stata di aiuto quanto potrebbe esserlo un cubo di porfido piantato in mezzo al campo (coff coff cough coffBarcellini coff coff cough... Scusate, un colpo di tosse).
Ma la mossa migliore qual è stata? Sicuramente portarsi a casa la famiglia Mazzanti, specializzata in scudetti inattesi. E portare uno scudetto inatteso nella seconda piazza che lo attende con più ansia (la prima sta appena dopo il Ticino e ci saluta con l'altra mano) potrebbe essere un finale carino, per questo campionato.
OBIETTIVO NON DICHIARATO: scritto appena sopra, l'ultimo atto è ampiamente alla portata.


martedì 21 luglio 2015

Le parole sono importanti! (a.k.a. l'azionariato popolare indiretto e altre leggende metropolitane)


Ma come parla! COME PARLAAAAAAAA!!!

E mentre rimetti piede nel blog dopo un paio di mesi, un commento si staglia, bello come il sole, in attesa di essere approvato:

"Sì ma io aspetto, come l'anno scorso, i voti alla nostra squadra"


Uhm... Richiesta legittima: quasi quasi...
...Ma figuriamoci se devo farmi venire il sangue acido, le palpitazioni e le verruche dopo 3 mesi dalla fine del nostro campionato! ANNO NUOVO, VITA NUOVA!

Piuttosto, ero già pronto a proseguire nello spirito buonista che ha caratterizzato gli ultimi post; avrei dovuto mettere su blog il vivo apprezzamento che provo nel cambio di guida tecnica e nei relativi movimenti di mercato. E' stato ingaggiato il miglior allenatore sulla piazza per quel che riguarda la crescita tecnica di giocatrici non ancora nel pieno del potenziale (e quanto fatto con il Club Italia è stato un vero e proprio Miracolo, con la emme maiuscola); trovato il condottiero, gli si sono affiancate delle amazzoni che hanno tutto da dimostrare, a partire dalle straniere che risiedono in pianta stabile tra le selezioni nazionali fino ad arrivare alle mestieranti che hanno messo sotto i denti tanta cadetteria. Un bel mix, dal medio potenziale sulla carta, che però potrebbe generare tantissimo entusiasmo.
Si è quindi scelto - giustamente - di risparmiare moneta tonante, per mettere giù una base utile al futuro prossimo e spingersi nuovamente nel gotha nazionale (o europeo).

E' che nel frattempo è successo altro: infatti giovedì scorso è partita la campagna abbonamenti! La quale, per noi retrogradi che già UYBA è una roba inascoltabile (a meno di far parte dei Village People), è stata mirabilmente chiamata "UibaDuePuntoZeroQuindiciBarraSedici" da quelle teste calde del marketing. Con un grande accento posto sul "2.0", come a dire che la Futura versione 1.0 è un brutto ricordo da eliminare in fretta.

Una diapositiva della Futura 1.0 all'apice del suo schifo: for your consideration.
I motivi per abbonarsi li ho esposti nel paragrafo in cima, chi da anni segue con passione le biancorosse sa che questa stagione non potrà mai essere peggio dei tempi pseudo-pionieristici in serie cadetta, e soprattutto c'è gente che ha tanto da dimostrare.
Ma questa campagna abbonamenti mi sta davvero invogliando a rinnovare una tessera che, per atto di fede, rinnoverò comunque? Mica tanto...

Premetto, anche in questo caso: la nuova dirigenza sta dando l'apparenza di lavorare BENE, anche perchè non si è prodotta in grossi voli pindarici o affini.

Altro appunto, perchè il dubbio verrà a qualcuno dopo aver finito di leggere il post: ho qualcosa contro Unendo Energia? Assolutamente no, a parte il piccolo accenno di comicità suscitato dall'aver tentato di vendere un fumetto il cui primo numero costava 7 euro ed essere arrivati nelle pubblicazioni fino al numero... Uno, se non vado errato. Riconosco che senza il loro ingresso saremmo stati di gran lunga ridimensionati, o forse defunti.

Detto questo, ecco le tre questioni che m'hanno generato qualche perplessità...

"Signora, c'è la crisi" - versione 2.0
 

Allora, che il costo degli abbonamenti non potesse ragionevolmente aumentare era abbastanza ovvio, in fondo sarebbe stao un filino controproducente ritoccare i prezzi dopo essere passato da Havelkova-Diouf-Leonardi a Papa-Lowe-Poma... E soprattutto, senza
Ok, il prezzo è giust... ehm... CEN-TO! CEN-TO!
neanche le coppe europee a fare da volàno per il tesseramento annuale.
Certo che, sempre per i motivi di cui sopra, mantenere gli stessi importi che si pagavano l'anno scorso per un team di tutt'altro lignaggio potrebbe rivelarsi una discreta martellata nelle palle una scelta abbastanza azzardata. Senza entrare nel merito di quanto già detto, ovvero tutto ciò che riguarda una differente costruzione del team dovuta a differenti obiettivi da raggiungere, basta confrontare le partite incluse nell'abbonamento: nel 2014/15 tutta la regular season e tutto il girone di Champions, nel 2015/16 regular season, prima gara di playoff e trofeo Bruna Forte. Pur non potendo garantire la validità della tessera per il quarto di finale di coppa Italia (che si giocherà su gara secca in casa della migliore classificata), e pur apprezzando il coraggio di avere incluso una data di playoff non così scontata come negli anni scorsi, non condivido l'introduzione del Bruna Forte. Perchè sì, serve per mantenere in abbonamento lo stesso numero di partite della stagione passata e quindi giustificare l'immobilità dei costi, però l'anno passato (e neanche quelli prima: i match legati al Bruna Forte e al Bianca Garavaglia hanno sempre avuto questo trattamento) quella partita non aveva le classiche fasce di prezzo 25/18/13/6 euro a seconda del settore; costava 5€ per un biglietto di posto unico.
Siccome nell'attuale promozione della campagna abbonamenti si presta una grande attenzione al risparmio con annessi, connessi, cazzi e mazzi, mi sembra giusto far notare la perdita di "peso economico" delle nuove tessere: il rinnovo di un abbonamento parterre costa sempre 230 euro, ma se lo scorso anno il risparmio sui biglietti singoli era di 120 euro (14 match a 25€ a biglietto = 350€) per la prossima stagione il vantaggio scenderà a 100 euro (13 match a 25€ a biglietto + Bruna Forte a 5€ = 330€). Senza contare il fatto che un'amichevole prestagionale non può avere lo stesso prestigio di una sfida di Champions... Neanche se l'amichevole prestagionale fosse disputata contro la Piacenza delle grandi ex (e se dovesse succedere sappiate che è merito mio per averlo proposto, hihihi).

Tutto scontato, tranne le modalità

Senza dubbio apprezzatissimi i 100 euro secchi di buoni sconto, suddivisi per i 4 sponsor che li mettono a disposizione.

Le foto oggi sono tutte vintage, fatevene una ragione (e studiate la storia!)
Non bastava presentarla così, chè già suona bene? Quando mai. Si tende leggerissimamente a strafare quando si afferma che "Sommando questi bonus allo sconto diretto sull'abbonamento garantito da Unendo Energia Italiana a coloro che stipuleranno un nuovo contratto di fornitura elettrica il costo della tessera può essere dunque abbattuto fino al 100%!".

Se vuoi abbattere il costo dell'abbonamento del 100%, fai una bella cosa: regalamelo!
Scherzi a parte: generalmente un buono è legato ad altre iniziative commerciali, che vanno dal classico "ti regalo n euro se fai almeno n x 10 euro di spesa" fino ai più elaborati "lo sconto è disponibile solo sui prodotti della collezione primavera/estate di colore verde acido ma tendenti al fucsia". E qui la cosa che preoccupa è, infatti, l'appunto in calce al comunicato stampa: "modalità e termini per il ritiro e l'utilizzo dei buoni sconto verranno comunicati successivamente sul presente sito". In sostanza: tu intanto accattati l'abbonamento, che poi ti diciamo noi cosa fare e quando farlo.
Un pizzico di chiarezza in più sarebbe stata gradita (anche perchè mica sono stati gli abbonati a mendicare questi sconti, è la Futura che li propone).

Filo (in)diretto con la Futura

E poi, dulcis in fundo, il tema che più mi sta a cuore... Perchè l'avrete capito da qualche dettaglio: le parole sono importanti.
"Azionariato popolare indiretto". E' un insieme di parole che leggo da inizio giugno, da un'intervista a Lugiato rilasciata a non ricordo quale quotidiano. Ora: io non mi intendo granchè di economia, ma nell'ultimo periodo ho imparato una cosa.

Il cosiddetto "azionariato popolare indiretto" NON ESISTE.

Pesco a caso da internet (diciamo da questo link) tanto le descrizioni sono più o meno simili:

Che cos'è l'azionariato popolare? - Parte dal concetto "l'unione fa la forza". Una miriade di soggetti che donano una quota ragionevolmente bassa per far crescere la propria società. Ogni socio è parte integrante della società. Ogni socio è la società. Wikipedia così definisce questo modello: “L'azionariato popolare è una pratica diffusa nel mondo sportivo internazionale e si può definire come una diffusione della proprietà azionaria presso il pubblico dei tifosi, che diventano anche investitori e "dirigenti".”
Ordunque, ove possibile, un supporter può acquistare azioni di un team e gestirlo direttamente (modello spagnolo) o tramite un trust (modello tedesco). L'organizzazione più famosa ad agire secondo questi dettami non è che sia la squadra di cricket del Poggibonsi: è il Barcellona. E a Barcellona succede che, pur in minima parte (sono in 134000...), i soci hanno voce in capitolo nella vita societaria del club.
Possiamo dire la stessa cosa a proposito del famigerato "azionariato popolare indiretto" proposto pochi giorni fa? Un parallelismo potrebbe essere più esplicativo:
-L'azionariato popolare classico permette al tifoso di POSSEDERE una minima parte del club, e di farlo sentire parte di esso.
-Il c.d. "azionariato popolare indiretto" permetterà al tifoso bustocco di POSSEDERE il proprio nome stampato su un libro, una macchina per il caffè e una maglietta autografata.
 

Capirete da voi che la differenza è minima, quasi impercettibile.

Ancora: l'azionariato popolare è finalizzato a una cosa sola, ovvero il club. Sono super-super-tifoso e la squadra mi permette una sottoscrizione del genere? Perfetto, sgancio la quantità di euro richiesti e mi sento parte attiva della mia fonte di supporto.
A Busto succederà lo stesso, ma con un passaggio in più: il soggetto a cui dovranno essere versati i soldi dell'azionariato non raccoglie contanti, ma sottoscrive con detto super-super-tifoso un contratto di fornitura energetica. I miei soldi arriveranno comunque alla cassa del club sportivo (indirettamente, appunto), ma l'azienda che fa da tramite tra il popolino e la squadra continuerà a guadagnare sul tifoso stesso, in termini numerici ed economici. Poniamo il caso che 1000 supporter decidano di donarsi anima e contatore ad Unendo, e la stessa azienda smetta di sponsorizzare la Futura tra 2 anni: i soldi alla voce "azionariato indiretto" verranno quindi versati per 2 stagioni, ma le utenze sottoscritte con questo scopo resteranno in carico ad Unendo fino al ripensamento dell'utente finale (ed è irreale pensare che TUTTI i sottoscrittori cambino gestore al termine della sponsorizzazione). Chi ci guadagna, quindi? Indovina indovinello.

Insomma, riassumendo: il classico azionariato popolare è una sorta di finanziamento che parte da un gruppo più o meno ampio di persone (tifosi), i quali aiutano finanziariamente l'entità beneficiata (società) e, pur nell'assoluta consapevolezza della differenza di ruolo, entrano con quest'ultima a far parte della vita sportiva del club (società+tifosi).
Il so-called "azionariato popolare indiretto" made in UYBA propone invece che i tifosi sottoscrivano l'offerta di uno specifico sponsor (capeggiato da Pirola), il quale verserà in maniera forfettaria per ogni sottoscrittore una quota di denaro nelle casse della società (capeggiata da Pirola) così da gestire in esclusiva (Pirola) la vita sportiva di quest'ultima.

In definitiva c'è un'azienda che stampa il proprio marchio sulle maglie di un club, cerca di vendere i propri servizi tra i tifosi, e promette un maggiore gettito nelle casse del suddetto club al raggiungimento di determinati obiettivi commerciali.
Quello che a Busto viene definito "azionariato popolare indiretto", scusate, io lo chiamo semplicemente "sponsorizzazione".

In questo, considero i responsabili marketing di Unendo come dei veri e propri geni della comunicazione. Lo scorso anno, tra aumenti di prezzo e sconti solo previo abbonamento all'utenza energetica, si sono fatti passare gli spettatori non-Unendo come degli straccioni ingrati; quest'anno invece, con la storia dell'azionariato popolare farlocco, i supporter che non si arruoleranno all'esercito del pannello solare vengono neanche troppo velatamente accusati di essere stronzi.

Alla faccia di quello che ha scritto "La Prealpina" in un editoriale di giovedì, alla presentazione della campagna abbonamenti:

(...) "Come pure Unendo Energia non è più un brand che cerca visibilità e clienti in modo più o meno passivo" (...)

Passivo?!? Altrochè: Unendo li cerca senza dubbio in modo attivo!




Non sto neanche a dirvi chi in questa storia recita il ruolo del passivo. Altrimenti, che cazzo, poi dicono che sono volgare.

martedì 19 maggio 2015

Casalmaggiore, una storia... normale

 
Esiste, nella lingua inglese, un'espressione curiosa quanto significativa: "overcome the odds". Google ce lo propone in italiano come "superare le avversità", ma il significato si perde un po' nel tragitto: è più un far fronte ad ostacoli, imprevisti e pronostici avversi con la freddezza necessaria per mangiarseli a colazione. Significa distruggere la visione che gli altri hanno di te, e proporne una migliore. Uno stato mentale che dovrebbe essere l'essenza prima dello sport.
Nell'annata di volley conclusasi da poche ore c'è stato un team, alla seconda avventura in A1 e semisconosciuto alle masse, che ha saputo insegnarci qualcosa a riguardo.
Casalmaggiore ha dovuto affrontare questi "odds" durante tutto l'arco della stagione, in cui nessuno - o meglio, nessuno che non fosse sotto effetto di simpatiche sostanze da laboratorio abusivo - ha mai pronosticato per loro non solo lo scudetto, ma addirittura dei playoff da protagonista. Perchè in regular season è stata una sorpresa vederli superare Modena sul filo di lana per la seconda piazza; ed era già sembrata un'impresa titanica la rimonta dal 2-0 in semifinale contro l'Imoco, squadra che ha già all'attivo più suicidi di Bill Murray nel giorno della marmotta in "Ricomincio da capo". Figuriamoci pensare che potessero scucire il tricolore alla super Igor.
E non dimentichiamoci neanche che nessuno ha mai gridato allo scandalo per l'eliminazione nei quarti di coppa Italia contro, tenetevi forte, la Unendo Yamamay Busto Arsizio; anzi, all'epoca si disquisì di "rapporti di forza ristabiliti". Adesso potete ridere.
Una squadra, dicevamo, dove il roster sulla carta prometteva un cammino dignitoso e nulla più, e anche un solo gradino scalato in aggiunta sarebbe stato salutato come manna dal cielo.
Dove palleggiatrice e libero erano state catalogate con l'etichetta "bene ma non benissimo": Skorupa aveva tanto da dimostrare nel campionato nostrano dopo l'esperienza urbinate, Sirressi era ancora alla ricerca della grande occasione dopo che il primo tentativo, proprio a Novara, aveva lasciato poche luci e moltissime ombre. Chiudono il torneo con lo status di superstar.
Dove il reparto sul quale si nutrivano più aspettative era quello centrale; e, mirabilia delle mirabilie, non solo la coppia titolare ha mantenuto le attese, ma le ha di gran lunga sopravanzate. Per informazioni, citofonare Barun.Dove alla vigilia della stagione sarebbe stato più semplice risolvere il giallo di Garlasco, piuttosto che riuscire a comprendere la situazione casalasca delle laterali; soprattutto dirimere la questione sulla tenuta di Ortolani, la crescita di Gennari e la funzionalità di Bianchini. Pare che sia andata leggermente bene su tutti e tre i fronti, in particolare su quello di Alessia (e della sua chiamata pressochè automatica in nazionale, stavolta con maggiori responsabilità).
Dove c'è in pachina "un tizio qualunque" che non arriva a quarant'anni, che fa l'head coach in serie A da sei, e che ha vinto due scudetti, entrambi in gara 5, entrambi da sfavorito nei pronostici e senza il vantaggio del campo.
E, soprattutto, dove il ruolo di capitano l'ha svolto una che l'anno scorso faceva la riserva a Fiorin e Barcellini. Ve lo ripeto, nel caso siate stati colti da una sincope più che giustificata: FACEVA - LA - RISERVA - A - FIORIN - E - BARCELLINI. In un giro sulla giostra casalasca ha avuto il tempo di diventare una schiacciatrice di sostanza e costanza, una trascinatrice, un'arma offensiva illegale, una rompiballe atomica sotto il seggiolone arbitrale, e non una, ma LA più grossa sorpresa del torneo.

E alla faccia di quanto scritto appena sopra, la reale forza della Pomì non si è basata sulle (non) roboanti personalità, ma sul gruppo; nello sport di squadra per eccellenza, l'armonia del team è l'unico aspetto in grado di farti sverniciare le difficoltà, anche con doppia linea continua e senza neanche la cortesia di mettere la freccia. Il commento perfetto lo ha scritto su Facebook coach Alessandro Chiappini: "Alla fine ha vinto la squadra più squadra del campionato".

Ah: "Overcome the odds" significa anche abortire in corsa il progetto di Aguero in palleggio paventato in estate, significa rinunciare al gioiellino Valentina Zago per indubbie questioni tattiche, significa vedere crollare il tetto del campo di casa sotto il peso della neve ma non cedere mai alla pressione, neanche dopo essere emigrati giocoforza a Cremona. Dette così sembrano questioni da poco, ma probabilmente avrebbero steso molte altre pretendenti al trono.

Insomma, una bella joint venture di gente normale: magari non troppo simpatica (in fondo la simpatia sembra sia fondamentale solo in una piazza tra le 12 del campionato appena concluso, non sto neanche a dirvi quale), ma che con un lavoro eccellente ha saputo mettere in fila tutte le combriccole con ambizioni tutt'altro che normali.

Onore e congratulazioni agli "eroi" della Pomì Casalmagiore, nuovi campioni d'Italia! Risultato che sulla carta era incredibile, ma che sul campo si è dimostrato... normalissimo.

mercoledì 6 maggio 2015

Una fine, un inizio

La nostra è l'epoca della fretta, dei minuti contati, del "tutto e subito" ad ogni costo e in ogni ambito. Soprattutto nello sport: è un periodo in cui, spesso, un progetto triennale viene accolto con risatine sarcastiche e richieste di TSO.
Pensate a cosa deve essere un progetto sportivo, un ciclo se volete, lungo undici anni. Tutti nel segno dello stesso allenatore, e contemporaneamente costellati da contraddizioni.

Anni di un allenatore amato ma odiato. Nessuno migliore di lui nei periodi d'estasi e di vittorie in fila, tutti in grado di fare meglio il suo mestiere quando dimenticava di avere una panchina a disposizione.

Catalizzatore di polemiche, insulti, e pure congiure interne.
Assorbitore delle stesse polemiche, degli stessi insulti e delle stesse congiure; tutto senza mai puntare il dito, senza mai scaricare o scaricarsi una colpa.

L'unico a dover pagare per tutte le delusioni cocenti. L'unico ad avere alzato tutte le coppe presenti in bacheca.

E' iniziata con una cadetteria da mantere a galla, 500 spettatori a essere larghi e qualche discreta idea per autopromuoversi. E' finita a un gradino dal tetto d'Europa e con la vetta d'Italia già in carniere, 4000 appassionati stretti come sardine e un'organizzazione che fa della serietà il proprio simbolo distintivo.

Uno che avrebbe dovuto cambiare aria già dalla seconda stagione di A2, ed è finito per diventare il "Ferguson bustocco".

In undici stagioni da comandante è entrato e uscito con la sua nave da un migliaio di tempeste. Ma non è stato mai, MAI, in balìa degli eventi.

La Futura si sta reincarnando dalle fondamenta: cambiano i vertici, gli obiettivi, i programmi. Busto riparte da Mencarelli, con ogni probabilità la scelta migliore nell'ottica di una ricostruzione pensata sulle giovani.

E' la fine di un'era, e contemporaneamente l'inizio di una nuova vita: il predecessore avrà commesso degli errori, ma ha lasciato in eredità un karma estremamente positivo.
E' giusto così. E' giusto adesso.

Grazie di tutto, coach Parisi.



martedì 28 aprile 2015

15 anni di Futura Volley: la formazione ideale... Ma non troppo

HAPPY BIRTHDAY FUTURA! La società verso la quale rivolgiamo tifo, preghiere e bestemmie a nastro continuo compie 15 anni: un bel traguardo, giustamente celebrato dai canali ufficiali con un sacco di immagini amarcord che rendono onore alla nostra storia.
Oltre ai festeggiamenti, sulla pagina Facebook della società biancorossa è partito un sondaggio parecchio interessante: si chiede ai follower di votare lo starting six ideale tra le atlete che negli ultimi 3 lustri hanno vestito la casacca bianca e rossa.
Sondaggio parecchio interessante, dicevo, che purtroppo resterà tale solo nelle intenzioni: i voti andranno inevitabilmente alle fanciulle che sono passate di qui nelle ultime quattro stagioni (tranne un caso), perchè il grosso della folla giudicante arriva da quegli anni lì.
Ecco perchè mi sono lanciato nella composizione di uno starting six "alternativo": troverete tutta una serie di ragazze che non ha nessuna possibilità di finire nominata nel suffragio ufficiale, causa memoria corta o mancante. Non troverete pallavoliste arrivate sotto la volta del PalaYamamay dall'anno del triplete in avanti, dunque, e non troverete neanche l'unica ragazza pre-triplete che potrebbe essere votata dal grande pubblico, cioè Saara Loikkanen-Esko.
Una formazione che è stata un piacere da selezionare, perchè mi ha riportato ai tempi ruspanti, quando il parcheggione nei giorni piovosi diventava una tappa del Camel Trophy, o quando ci si poteva accomodare in un rudimentale parterre senza dover vendere un rene a loschi individui dall'accento balcanico. Prendetela come un ringraziamento verso chi ha scritto dei bei capitoli di storia, prima che la massa arrivasse a frotte a trattare le ultime arrivate come le uniche autrici del librone biografico bustocco.

Ah, e siccome i nomi da ricordare erano davvero troppi ci ho aggiunto anche la panchina: piuttosto che lasciare fuori dei nomi dalle magnifiche sette mi sarei tagliato le vene (o avrei visionato un dvd con tutti i posizionamenti a muro di Garzaro, una pratica che Amnesty International considera tortura).

Pronti?


SCHIACCIATRICE - NATALIA VIGANO'
Il suo ruolo è di sicuro il più in vista, e nella sua posizione le verranno preferite come minimo la summenzionata Loikkanen, Havelkova e anche Cisky Marcon.
E qui scatta il parallelismo: lei è stata appunto ciò che adesso è Marcon, però 5 anni prima. Prototipo di quella "defensive forward" che tanto piace a Sor Carletto, ha servito la causa per 4 stagioni - di cui tre da capitana - mettendosi sempre al servizio del team in ogni modo, anche come libero. Prevedibile colonna nel biennio in cadetteria, inaspettato punto di forza nella stagione da matricola in A1 per la Yama, è andata in calando nel 2008/09, sua ultima stagione in biancorosso.
Per sostituirla è arrivata Barbara De Luca, cha ha pensato bene di presentarsi al Palayamamay con due lisci in bagher. Tanto valeva tenersela.




SCHIACCIATRICE - LIESBET VINDEVOGHEL
In qualche modo, il volley italiano dovrebbe ringraziare Busto (e Virrie De Carne) per averla portata sui nostri taraflex.
Un'autentica iradiddio negli anni non troppo luminosi, in cui l'allora Di Meglio si aggrappava alle prestazioni della belga come un bebè si attacca alla tetta della mamma, ha composto una coppia perfetta con un'altra ragazzona "made in Futura" che troverete in panchina; e ha frantumato i muri avversari sempre con quell'espressione lì stampata in faccia, metà catatonica e metà truce.
In Italia, come detto, c'è rimasta anche dopo il biennio in biancorosso, facendo la differenza ovunque. Dal 2012, ad un'età in cui qualsiasi atleta comincia ad avere un fisiologico decadimento fisico, Lise affronta per la prima volta la massima serie tricolore: è stata tra le poche a non sfigurare a Chieri, ha fatto in tempo a vincere uno scudetto da rinforzo speciale con Piacenza, ed ha appena finito di zompettare in maniera più che egregia a Montichiari. Trentasei anni e non sentirli.



OPPOSTO - CARMEN TURLEA
Senza tema di smentite credo che, nel sondaggio ufficiale, finirà dietro Havlickova (sacrosanto) e Diouf (sacrilegio). Forse il primo acquisto targato Futura Volley a fare un certo rumore, il suo avvento ha avuto un unico obiettivo: condurre la Yama al primo alloro europeo, la coppa CEV. Innesto azzeccato? Fate voi: 53 punti tra semifinale e finale in quel di Baku, MVP della manifestazione con la seconda arrivata diciottesima per la vergogna, e naturalmente coppa che fa ancora bella mostra di sè in via Maderna.
In campionato avrà pure avuto alti e bassi, certo che ad essere fermati nel bel mezzo del maggior delirio di onnipotenza visto fino a quel momento alle nostre latitudini (ovvero i primi 2 set del primissimo derby di santo Stefano, dall'inizio all'infortunio) c'è da prendersela parecchio con la sorte. Sempre in termini di longevità: ha 40 anni e se la gioca ancora con le migliori. Prosit.



PALLEGGIATRICE - JETTIE FOKKENS
Il playmaker giusto al momento giusto. Lontana anni luce dalla fisicità di una Lloyd, priva delle pazzie di una Fè, è stata la chiave di volta della trionfale campagna italica culminata con la promozione in A1: pulita, lineare, senza fronzoli, in una parola affidabilissima. Niente male per una che era stata presentata quasi come l'anello debole in fase di mercato, ed era stata bollata come piantagrane a Pavia; è stata una componente fondamentale tanto in campo, dove è riuscita a mettere in ritmo pure Giuliona Benini (e ho detto tutto), quanto in spogliatoio. Inoltre, alle nostre latitudini e a certi livelli già raggiunti, è stata probabilmente la prima farfalla a preferire l'ambiente bustocco alla moneta tonante in arrivo da altrove: due anni da backup, prima a Dirickx poi a Fernandinha, e mai un gesto fuori posto. In un volley che iniziava a puzzare di soldi e ipocrisia, lei ha portato il profumo del pane fresco.



CENTRALE - MARCELA RITSCHELOVA
Come introdursi dall'entrata di servizio, uscire dalla porta principale e rivoltare come un calzino il destino di un team in soli quattro mesi: considerarla un ripiego è palesemente offensivo, valutarla come l'acquisto in corsa più determinante della storia biancorossa, forse anche più di Lyubushkina, è doveroso.
Ricapitolando, per chi l'ha visto e per chi non c'era: nel mezzo della vacanze di Natale, con la Yama impegolata in un campionato da montagne russe, Katerina Buckova si chiama fuori per motivi di salute e lascia Parisi nelle canne. In 48 ore si concretizza l'alternativa, sotto forma di un rimpiazzo ceco dal curriculum lunghissimo, ma di primavere 36: un azzardo, tra il morale a terra della squadra e le pernacchie di mezzo mondo del volley. Pernacchie trasformate in applausi in 120 giorni, con un finale di stagione da 15 punti in 5 match, le prime semifinali targate Futura e la qualificazione alla seconda coppa europea per importanza: a fare la differenza, l'anima guerriera di chi ha saputo impattare l'ambiente come meglio non avrebbe potuto.


CENTRALE - RAFFAELLA CALLONI
Parlando di anime guerriere. Raffa è stata la prima giocatrice bustocca a colpirmi davvero, in quegli anni che erano un po' Dimeglio e un po' Brums; 20 anni e zero esperienza alle spalle, e già stava in campo come una veterana. Ci ha messo una stagione a prendere le misure di una serie che all'inizio sembrava un po' forzata, da lì in poi è stato un crescendo rossiniano. Un'arma illegale quando votata all'offesa, scarico prediletto di Lalla Venturini (che avrebbe meritato anch'ella l'inserimento in questa formazione, purtroppo i posti sono limitati!); una certezza a muro, dove non era raro vedergliene stampare sei o sette in una gara e non concedere alle avversarie neanche uno sguardo di pietà.
Dall'immediato post-biancorosso in avanti non ha mai perso nè la massima serie nè lo spot da titolare, ma fatevelo dire: ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato. Anche se il sedere a strisce ce lo ha fatto diverse volte.





LIBERO - MAURIZIA BORRI
"Never underestimate the heart of a champion", disse un coach americano di basket, ex giocatore, che dalla vita aveva subìto almeno un colpo di troppo. Possiamo stare a questionare di quanto Maurizia sia stata "campionessa", ma due elementi non possono essere messi in discussione. Il primo: è stato il libero ideale per una squadra in crescita, diretta emanazione in campo di Parisi in quanto entrambi possessori della stessa etica, tanto da essere eletta capitana nonostante le regole ancora oggi lo impediscano. Il secondo: nelle partite cruciali giocate durante il suo biennio in biancorosso, ha sempre innalzato l'asticella della qualità. Se nella già citata final four di Baku è stata fantastica, in gara 3 dei quarti di finale 2008/09 contro Jesi (il match che ci ha di fatto consegnato la semifinale e la qualificazione alla CEV) è stata MOSTRUOSA. E' quindi tornata a fare la profeta in patria, mentre Busto ha puntato le sue fiches su Carocci: come detto per Viganò, tanto valeva tenersela.
Nel sondaggio ufficiale troverà Leonardi a prendersi il 97% dei voti, ma il suo contributo alla causa (come il suo cuore) non va sottovalutato.

In panchina:


P - FERNANDINHA - Uno spruzzo di fantasia carioca per il biennio che ha condotto la Yama al primo alloro continentale. Spesso osannata, a volte contestata, ha avuto l'indubbio merito di fare meglio del predecessore nel ruolo (Dirickx) e di farsi rimpiangere alla vista del successore (Serena).
C - NICOLETTA LUCIANI - Il braccio che sovrasta la mente: Nico è stata un'ultrà da curva becera nel corpo di un centrale dal coraggio infinito e dal colpo letale. Di gran lunga la più amata dal precedente gruppo di tifo, si è fatta voler bene a tutto tondo dal popolo bustocco (vogliamo parlare del suo polsino targato Pro Patria?) che l'ha seguita con affetto anche nell'anno a Villa cortese.
S - LUCIA BACCHI - Ai tempi in cui la Futura si destreggiava come un indio tra le paludi della A2, lei - insieme a Raffa Calloni -  era la ragazza terribile. Due anni di militanza e gragnuole di punti nelle mani nonostante l'età, ancora oggi la spiega egregiamente in cadetteria.
S - ALICE BLOM - Nel primo anno del "grande pubblico" la stella assoluta era lei: primo, secondo e terzo terminale d'attacco, ha portato di peso l'ultima edizione della Dimeglio fino alla soglia della promozione. Assolutamente sprecata per la categoria, proprio come sarebbe successo a Loikkanen la stagione successiva.
S - FEDERICA VALERIANO - Professionista esemplare, ma occupa anche in questo schieramento la stessa posizione tenuta in 5 anni alla Futura, ovvero in panchina. E allora, perchè è qui? Perchè se si parla di storia, non si può non menzionarla: il pallone della promozione in A1 l'ha messo a terra proprio lei, che da sempre si destreggia meglio in difesa. Nelle ultime 3 stagioni si è regalata 2 scudetti, 2 coppe Italia e 2 Supercoppe... Bisogna avere Fede.



sabato 18 aprile 2015

Stringendo stringendo

Che poi, potremmo anche sederci in quel caffè e parlare di una squadra già soddisfatta di essere la runner up europea.
O del calendario raffazzonato e penalizzante, Legavolley cattiva e cattivella.
O del carburante (leggasi motivazioni) che nessuno è riuscito a inculcare o inculcarsi, e alla fine siamo rimasti inculCati.
O del virus che avrebbe steso un cavallo che salta gli ostacoli, figuriamoci Diouf che salt... Figuriamoci Diouf.
O di un ambiente che era già pronto a dire "grazie lo stesso" dall'ultimo pallone della finale di Champions, hai voglia a trovare mordente nei playoff.
O della Nordmeccanica Rebecchi "Cojones" Piacenza, che in tre giorni morì e resuscitó. E tutto questo a una settimana esatta dalla Pasqua.
O di qualche frescone che era convinto di riuscire a replicare le due settimane di gloria della stagione scorsa, e che ha picchiato sul cemento della realtà. Con la faccia.
O delle mille giustificazioni concesse in 6 mesi e mezzo di gioco.
O dei mille processi al termine degli stessi 6 mesi e mezzo.

Ecco, POTREMMO. Magari in un futuro molto prossimo.

Per il momento, stringendo stringendo, l'unico assioma lo lascio pronunciare al Gran Capo Estiqaatsi: