Freya fuori per sei mesi, con il suo crociato vittima di un'amichevole tra nazionali (e di un calendario assurdo, ma tanto all'FIVB fotte sega). Onestamente, dispiace per una giocatrice nel pieno della sua esuberanza atletica; altrettanto onestamente, questa è la peggiore notizia che la nuova Uyba potesse ricevere. Perchè se tutti gli altri ruoli sono ben coperti anche dai rispettivi backup della panca, beh, al centro la Aelbrecht era già assurta al ruolo di "punta di diamante" pur non avendo ancora giocato uno scambio nel nostro campionato.
La domanda, come avrebbe detto il buon Lubrano, sorge spontanea: che faranno ora Aldera e soci? Perchè non è mica la prima volta che ci si trova davanti a sfighe simili: una Sfiga, con la S maiuscola, che a Busto è stata irritante, forse preventivabile, ma anche produttiva in un certo qual modo. E questi sono i 3 casi più lampanti, con relative gestioni.
CASO 1: Stagione post-triplete, entusiasmo alle stelle su più fronti, sia per le vittorie appena
Volleywood ci credeva. Illusi. |
Lloyd infatti rientra, e in un amen torna ai box.
Uhm, ok, va tutto bene? Aspettiamo? Aspettiamo, aspettiamo, chè per noi va tutto benone, le analisi sono dalla nostra ed è la ragazza a doversi convincere di poter giocare. Nel mentre Caracuta si smazza regular season e Champions senza battere ciglio, la collega rientra all'alba delle final four europee e pare che per il rush finale della stagione si possa essere a ranghi completi.
Come no. Carli la si (intra)vede per l'ultima volta un sabato di marzo a Varese, poi si prende sottobraccio lo zio e coach Kiraly e sparisce fino al successivo ottobre, quando la si reincontra, sì, ma in maglia Imoco. Da lì partono accuse allo staff USA, illazioni su una certa mentalità ammeregana di intendere i rapporti di lavoro, odio e gustose pallottole di cacca.
E noi? E noi finiamo per grazia ricevuta a raccattare Ana Grbac (la quale detiene ancora l'invidiabile record di aver alzato più palloni in bagher che in palleggio) come secondo regista, mentre una stagione che ci ha visti sul podio in Coppacampioni finisce a donnine di facili costumi appena un mese dopo.
A conti fatti, è evidente, la telenovela-Lloyd risultò determinante. E non fu gestita proprio benino, per usare un eufemismo.
CASO 2: Stagione 2013/14, si è chiuso un ciclo e si cerca di aprirne un altro. Intanto abbiamo dalla nostra tre ottime conferme (Arrighetti, Marcon e Leonardi), il pass per la Champions e un tris di titolari di buona prospettiva. Una è Buijs, che parte giganteggiando in avanti e poi frena
Vai Lonny, ti ricorderemo così. SOLO così. |
L'ultima del lotto è Lonneke Sloetjes, che oltre a belle credenziali ha anche un infortunio alla spalla, tutte cose di cui la società biancorossa è a conoscenza. Quello che la Futura non sa è che l'olandesona ha una ricaduta e decide di farsi operare: quando, direte voi? A maggio, o magari a giugno, comunque in tempo per essere quasi pronta all'inizio? Nossignori, a settembre. Si corre ai ripari con la neomamma Ortolani, ma si decide di tenere la lungodegente che, secondo previsioni, sarebbe rientrata a gennaio. Gennaio che poi diventa febbraio, e poi marzo; alla fine Lonneke nell'intera stagione attaccherà lo stratosferico numero di 28 palloni. Casualmente le farfalle in campo dimostrano un minimo di amalgama e di equilibrio solo quando si capisce che il piano per fare rientrare l'olandese è fallito.
Quanto ha pesato quell'insistenza? Alla fine si è arrivati all'ultimo atto ed è quello che più conta, ma chissà come sarebbe potuto andare il resto della stagione se in banda qualcuno avesse potuto avere la sicurezza di non essere titolare a tempo determinato.
CASO 3: Stagione 2008/09, l'allora Yamamay è appena stata la sorpresa più gustosa del volley italico. Archiviata la stagione da rookie in A1, si cerca l'assalto all'Europa puntando almeno al gradino più basso: in prima fila partono le corazzate di Pesaro, Bergamo, Novara e Jesi, in più c'è da tenersi alle spalle nobili decadute (Perugia) e giovani rampanti (Sassuolo e Conegliano). Compito arduo: alla terzultima di andata la Yama ha più perse che vinte, è
Tanto, tanto ammmmore. |
Katerina Buckova, centrale elegantissimo e pezzo ben importante nello scacchiere Parisiano, lamenta problemi assai più gravi di un semplice malanno fisico: salta il successivo match e poi decide di abbandonare la ciurma, forse vincendo le resistenze di una società che avrebbe preferito tenersela e avere più tempo per "curare" un tale pezzo pregiato.
Buckova quindi rescinde, e dopo la bellezza di giorni uno viene ufficializzata Marcela Ritschelova, 36 anni, passato da fenomeno ma ormai considerata alla stregua di un'ex giocatrice dall'universo mondo. Il resto è storia, ed è semplicemente il primo capitolo di una favola che porterà le biancorosse fino allo scudetto (e oltre). Con una giocatrice d'esperienza e sicura dei propri mezzi si riesce a lavorare di cesello sul carattere della squadra, la riprova sta nei 15 punti degli ultimi 5 match di regular season: Jesi superata in volata e quarto posto finale che significa coppa CEV, posizione poi cementata dai quarti di playoff vinti (sempre contro Jesi) e dal raggiungimento della prima semifinale. Per chiudere il ciclo ceco: a beneficiare del cambio di passo mentale fu in primis Matuszkova, che dopo una prima parte di stagione di mer... ehm... "Difficile", riuscì a piazzare il meglio del repertorio proprio nei momenti caldi.
Per carità, mi si potrebbe anche dire che sarebbe andata così anche senza Marcela, ma semplicemente non ci crederei. E, a lato di questa storiella, non ci si dimentichi che proprio l'approdo della "vecchietta" fu determinante per una fruttuosa collaborazione con la terra di Kafka (nonchè di Nedved e di Jaromir Jagr): tanto per dirne una, la stagione successiva arrivò alla corte di Parisi una certa Helena... Non so se avete presente.
Diciamo quindi che attualmente la sfida "Busto vs Sfiga" è in equilibrio: una vittoria, una sconfitta e un pareggio. Da un'ulteriore Sfiga si determinerà la qualità di un gruppo dirigente che ha già dimostrato di sapersi muovere bene su molti campi.